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PRIME ANTEPRIME...

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Ciao a tutti, come va?

Anche se siamo nel pieno dell'estate cominciano già a moltiplicarsi le anteprime relative ai serial televisivi che caratterizzeranno la prossima stagione, e ovviamente non possono mancare quelle relative alle serie più legate all'immaginario pop... Comprensive dei sempre più inevitabili annunci gay friendly.

Cominciamo dalla nuovissima serie di STAR TREK, che si chiamerà DISCOVERY e sarà ambientata 10 anni prima dell'arrivo del Capitano Kirk al comando dell'Enterprise. É stata presentata ufficialmente proprio in questi giorni, e il supervisore Bryan Fuller ha fornito diversi dettagli interessanti (CLICCATE QUI)...

Ad esempio si sa che la serie sarà composta da 13 episodi, che avrà sette protagonisti principali e che il Primo Ufficiale sarà una lesbica dichiarata! Quindi ora sappiamo per certo che gli elementi gay friendly presenti nell'ultimo film - dove il timoniere Sulu è stato presentato come gay e con famiglia (anche se in fase di montaggio è stata tagliata la scena in cui baciava suo marito) - non è stato un caso isolato, ma rappresenta una nuova linea tematica che entrerà a far parte a tutti gli effetti della saga.... Ad ogni modo questa nuova serie dovrebbe debuttare entro il 2017, quindi fra non molto potremo verificare come e quanto questo misterioso Primo Ufficiale avrà modo di esprimere la sua personalità.

Nel frattempo si sa per certo che chi apprezza i supereroi non verrà deluso dal produttore gay dichiarato Greg Berlanti, che - forte del successo delle sue trovate - continua ad alzare l'asticella della presenza LGBT nei suoi serial. Infatti sembra proprio che, con il trasloco di Supergirl sul canale CW, il buon Greg Berlanti abbia avuto maggior libertà creativa, e voglia premere l'acceleratore...

Infatti, dopo la già annunciata introduzione del commissario Maggie Sawyer, sembra praticamente certo che nella serie comparirà anche quella che è la sua compagna nei fumetti della DC Comics... Ovvero la più recente incarnazione di Batwoman. Inoltre per il ruolo di Superman (che ora sarà fisicamente presente nel serial) è stato scelto un attore cult per il pubblico gay... E cioè Tyler Hoechlin, che negli scorsi anni si era fatto notare nella serie gay friendly TEEN WOLF... Tant'è che  sono già diventate virali alcune foto che lo mostrano sul set e che danno un'idea abbastanza precisa del suo potenziale nel ruolo che gli è stato assegnato...


 E del potenziale che nasconde sotto al mantello...


Tuttavia Greg Berlanti non si fermerà qui: infatti - non pago di tutti i personaggi omosessuali che è riuscito ad inserire nelle sue serie - ha già annunciato che nella nuova stagione televisiva ci sarà uno speciale episodio in stile musical che coinvolgerà FLASH e SUPERGIRL, e come se tutto ciò non bastasse produrrà anche una nuova miniserie animata su un supereroe della DC COMICS (come era avvenuto nel caso di VIXEN)... E questa volta si tratterà del semisconosciuto RAY...

La sua prima apparizione nei fumetti risale al 1940, ma questo personaggio non ha mai raggiunto la popolarità dei supereroi DC COMICSpiù famosi, anche se è stato rilanciato più volte e in più versioni (almeno quattro)... Perchè, dunque, fra tanti personaggi è stato scelto proprio lui? Forse proprio perchè la sua scarsa popolarità garantiva un certo margine di manovra a Greg Berlanti, che infatti ha annunciato che questa nuova versione di RAY sarà dichiaratamente gay... E quindi, a breve, avremo la prima serie animata dedicata ad un supereroe dichiaratamente gay!

E probabilmente, se verrà applicata la stessa strategia che si è vista con la serie animata di VIXEN, anche RAY esordirà in una serie animata per poi comparire in carne ed ossa nei serial di supereroi prodotti da Greg Berlanti.

Non male.

C'è da notare che, come si evince dalla locandina qui sotto, la serie animata presenterà anche lo storico gruppo in cui hanno militato almeno due versioni di RAY, e cioè i FREEDOM FIGHTERS...

Quindi sarà interessante verificare anche come il discorso omosessualitù verrà affrontato nel contesto di un gruppo di supereroi (se verrà affrontato, ovviamente)... E sicuramente di questa miniserie animata tornerò a parlare.

Ad ogni modo direi che è sempre più evidente come il processo di integrazione delle tematiche LGBT non accenni a fermarsi... Anzi: probabilmente siamo solo nella fase iniziale e, considerando che ci sono ancora diversi decenni di vuoto e di omissioni da recuperare, le belle sorprese non mancheranno... Di pari passo con le brutte sorprese per chi si ostinerà a non accettare il fatto che i tempi stanno cambiando, e che le tematiche gay non possono più essere ignorate e rimosse come accadeva una volta...

Alla prossima.
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LETTURE SOTTO L'OMBRELLONE...

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Ciao a tutti, come va?

State passando un buon mese di agosto? Ieri ho avuto un imprevisto e non ho potuto deliziarvi con il mio solito post del lunedì... Per farmi perdonare oggi voglio condividere con voli alcuni link che mi hanno appena segnalato: a quanto pare una qualche anima pia ha appena caricato su un forum dedicato ai fumetti omoerotici diverse serie a fumetti realizzate da me, inserendo anche dei bonus che - lo ammetto - fra mille traversie pensavo di avere perso per sempre anche io...

Non so chi sia il mio ammiratore misterioso, ma lo ringrazio tanto :-)
Diciamo che ogni volta che un sito che gestiva i miei fumetti decideva unilaterlamente di non collaborare più con me e cancellava tutto quanto, come se non fosse mai esistito, era sempre molto traumatico per me... Anche perchè la mia autostima ne risentiva ogni volta di più.

Vedere che c'è qualcuno che invece in tutto questo tempo si è preso la briga di conservare tutto quanto con cura, e che adesso l'ha fatto risbucare fuori, è qualcosa che mi fa stare molto bene... Un po' come quando si vede sbucare un fiore in mezzo al cemento, diciamo... Con la differenza che in questo caso il cemento era stato fatto colare su di me :-)

Non so se rendo l'idea...

Ad ogni modo beccatevi (o ribeccatevi) RAINBOWS 1.0 (CLICCATE QUI o sull'immagine qui sotto)...
http://g.e-hentai.org/g/965195/d04f85a101/

ROBIN HOOG (CLICCATE QUI o sull'immagine qui sotto)... Però è solo la versione inglese...
http://g.e-hentai.org/g/965194/12aaf319a2/

 e TROY 1.0 (CLICCATE QUI o sull'immagine qui sotto)...

http://g.e-hentai.org/g/965629/9dc764256d/

Se non li avete mai visti fatemi sapere cosa ne pensate (però considerate che risalgono anche a diversi anni fa, e adesso disegno meglio.... E tenete presente che RAINBOWS ormai è modernariato, tant'è che all'epoca gli smartphone non esistevanoe i personaggi comunicavano fra loro con una tecnologia molto più primitiva...  ^__^)...

Certo che a rivederli online... Quasi, quasi...

P.S. Dal forum che vi ho indicato i fumetti si possono nche scaricare in blocco, ma per farlo bisogna spendere soldi che NON ARRIVANO a me... Quindi se i fumetti vi piacciono vi consiglio di salvarli immagine per immagine (^__^)...

AL PASSO COI TEMPI...

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Ciao a tutti, come va?

C'è una scuola di pensiero, un po' pessimista, secondo cui i fumetti non avrebbero più nulla da dire... Secondo i suoi sostenitori i fumetti, intesi come forma di intrattenimento di massa, avrebbero già perso la battaglia con le nuove tecnologie e i nuovi mezzi di comunicazione, anche se ancora non lo sanno. E questo potrebbe essere uno dei motivi per cui ci sono delle case editrici che mettono al primo posto i loro lettori storici, dando per scontato che investire davvero sul nuovo pubblico sarebbe inutile e non farebbe altro che accelerare il processo di "decadimento" che è già in corso...

Poi c'è un'altra scuola di pensiero, più ottimista, secondo cui i fumetti hanno ancora tanto da dire e da dare, e che - molto semplicemente - visto che i gusti e le esigenze del pubblico (e in particolare del pubblico giovane) sono cambiati, bisogna semplicemente impegnarsi per trovare la chiave di volta che possa garantire l'accesso alle nuove platee rappresentate dalle generazioni dei millenials (o generazione Y, rappresentata da chi è nato dai primi anni Ottanta alla metà degli anni Novanta) e dei post millenials (o generazione Z, rappresentata da chi è nato dal 1995 al 2010 circa).

Se leggete regolarmente questo blog forse potete intuire che alla prima scuola di pensiero appartiene soprattutto chi pubblica fumetti in Italia, mentre alla seconda - fra gli altri - appartiene chi pubblica fumetti negli USA. É un po' presto per dire chi ha ragione, ma i segnali degli ultimi anni porterebbero a pensare che, per quel che riguarda i fumetti, il pubblico americano tende a rinnovarsi molto di più rispetto a quello italiano. Anche perchè, negli USA, la voglia di sperimentare (o magari di rielaborare idee di successo sperimentate da altri) non manca mai. Così come non manca la voglia di rinnovare delle idee apparentemente datate per i gusti del pubblico di oggi... E alcuni degli annunci che circolano in questi giorni sembrerebbero proprio confermarlo.

Ad esempio: dalle parti della BOOM! STUDIOS hanno pensato bene che, alla luce del grande (ed inaspettato) successo della loro serie lesbo friendly Lumberjanes, valesse la pena di sperimentare qualcosa di simile utilizzando dei giovani protagonisti di sesso maschile... E così lo scrittore bisessuale dichiarato James Tynion IV si è messo all'opera per realizzare The Backstagers, la storia di un gruppo di ragazzini che - attraverso dei passaggi segreti dietro al sipario del palcoscenico scolastico - possono entrare in una realtà parallela e piena di misteri...

La cosa interessante è che i ragazzini protagonisti frequentano una scuola privata esclusivamente maschile, e lo sceneggiatore ha dichiarato in diverse interviste (come quelle che trovate QUI e QUI) che questa trovata gli servirà per esplorare al meglio i vari aspetti dell'amicizia fra ragazzi, e in particolare fra ragazzi che non vogliono omologarsi agli stereotipi della società... James Tynion IV ha detto chiaro e tondo che in questa serie ci sarà molto del suo vissuto, e che si tratta di un progetto estremamente queer, pertanto è altamente probabile che sarà il corrispettivo gay friendly di Lumberjanes... Come potete dedurre anche voi dando un'occhiata alla galleria di personaggi sottostante...
Ad ogni modo non si tratta di un caso isolato. La ONI PRESS, ad esempio, ha da poco proposto un'antologia di fumetti romantici, che però cercano di reinterpretare un genere molto classico alla luce delle dinamiche sentimentali ed emotive dei nostri giorni. L'antologia, che non a caso si chiama FRESH ROMANCE, parte subito in quarta con la storia d'amore fra un ragazzo e due ragazze... Nel senso che si amano tutti e tre vicendevolmente, e tengono la loro relazione nascosta a tutti cercando di passare per semplici amici... Fino a che non arriva una quarta ragazza a scombinare l'equilibrio della relazione. Da notare che, in tutto questo, il protagonista maschile ha due papà...

E nelle altre storie dell'antologia si spazia anche in ambientazioni molto diverse, dal fumetto storico alla fantascienza, ma cercando sempre di offrire degli spunti intriganti e al passo coi tempi... Cosa che, comunque, sta cercando di fare anche il fumetto gay propriamente detto, e persino quello più esplicitamente omoerotico. Proprio in questi giorni, ad esempio, la CLASS COMICS ha fatto uscire il secondo albo (ne sono previsti almeno 6) dell'horror erotico Beautiful Dead, incentrato su una coppia di ragazzi che si è conosciuta durante un'apocalisse zombie e che non ha alcuna intenzione di lasciarsi inibire dalla particolare situazione in cui è nata la loro attrazione... Il tutto con i bellissimi disegni di Butch McLogic (per i testi di Robert Fraser), che hanno l'unico difetto di richiedere molto tempo per essere realizzati (questo secondo capitolo è arrivato a ben tre anni di distanza dal primo)...

Ad ogni modo questo caso sembrerebbe dimostrare che negli USA anche chi produce fumetti propriamente omoerotici è ben consapevole del fatto che bisogna guardarsi attorno e cercare di cogliere lo spirito dei tempi in cui viviamo... Anche perchè il pubblico gay vive nello stesso mondo in cui vive il pubblico etero... E comunque i confini fra cultura "gay" e cultura "etero" sono sempre più sfumati... Soprattutto quando c'è di mezzo l'immaginario pop degli ultimi anni, che ha avuto l'indubbio merito di  aver eun approccio sempre più inclusivo...

E ovviamente i fumetti di cui ho parlato oggi sono solo la punta dell'iceberg.

Devo ammettere che più passa il tempo e più sarei curioso di scoprire cosa accadrebbe se fumetti di questo genere venissero pubblicati in Italia e arrivassero in tutte le edicole, presentati nel modo giusto e ad un prezzo onesto... Siamo davvero sicuri che sarebbero un flop e che dalle nostre parti non avrebbero modo di farsi largo? Siamo davvero certi che i millenials e i new millenials italiani non li considererebbero a prescindere, per il solo fatto che sono fumetti?

Chissà...

Alla prossima.

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CARRIERE COERENTI...

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Ciao a tutti, come va?

Sicuramente negli ultimi anni seguire le vicende dei fumetti di supereroi è diventato un impegno che richiede una certa preparazione, anche perchè i personaggi che si ritrovano sulla carta stampata ormai sono molto diversi da quelli che il grande pubblico ha imparato a conoscere attraverso film, serial TV e cartoni animati.

E la cosa, effettivamente, ha un suo senso...

Nella misura in cui i vari prodotti derivati non sono altro che rivisitazioni e riassunti delle vicende che hanno caratterizzato interi decenni di vita editoriale dei supereroi più famosi... E su cui, obbiettivamente, sarebbe molto difficile riuscire a scrivere ancora qualcosa di originale se i suddetti supereroi continuassero a fare le stesse cose e se continuassero a vivere nella stessa situazione. Così, per mantenere viva l'attenzione, le grandi case editrici hanno imparato a rimescolare le carte periodicamente, per poi valorizzare quanto di buono può emergere da tutti questi scombussolamenti...

E sicuramente la DC COMICS è la casa editrice che ha all'attivo il maggior numero di scombussolamenti, più o meno radicali, dei suoi personaggi e degli universi narrativi in cui si muovono... A partire dalla serie CRISIS, del 1985, che è stata un po' uno spartiacque...

Attualmente la DC COMICS è entrata nella cosiddetta fase REBIRTH, in cui ha deciso di riordinare diversi elementi che erano stati eliminati dopo l'evento FLASHPOINT (in cui Flash era andato indietro nel tempo alterando la storia e l'organigramma spazio temporale del multiverso) e che avevano iniziato ad essere reintrodotti dopo l'evento chiamato CONVERGENCE. E questo aveva creato qualche piccolo problemuccio, come ad esempio la coesistenza nello stesso universo del Superman pensato per l'universo NEW 52 (l'universo che si era costituito dopo FLASHPOINT) con quello che si era visto nelle storie precedenti a FLASHPOINT, quello sposato con Lois Lane... Dalla quale, peraltro, si è scoperto che ha avuto un figlio di nome Jonathan, anch'esso dotato di superpoteri (e d'altra parte il nuovo Robin è il figlio biologico di Batman, quindi non è poi così strano)...

Fatto sta che il Superman pensato per l'universo NEW 52 è morto lo scorso maggio (a causa di un'intossicazione da kryptonite), e l'esplosione che ne è seguita ha investito Lois Lane (che non è mai stata la ragazza di Superman, dato che la versione NEW 52 dell'eroe frequentava Wonder Woman) e Lana Lang (l'ex ragazza di Superman), donando loro i poteri del Superman defunto...

O meglio: Lois Lane ha ricevuto i poteri tradizionalmente attribuiti a Superman, mentre Lana Lang ha ottenuto i poteri "energetici" che avevano caratterizzato Superman per un breve periodo della sua carriera.

Morale della favola: Lois Lane NEW52 ha deciso di indossare i panni di Superwoman (anche per farsi perdonare del fatto che aveva reso pubblica l'identità del Superman NEW 52), e siccome la sua rivale storica Lana Lang non voleva essere da meno ha seguito il suo esempio...

Però la sorte non è stata benevola con entrambe: infatti Lois Lane è passata a miglior vita quasi subito, lasciando in eredità il titolo di Superwoman a Lana Lang, che ora è la protagonista della prima serie a fumetti destinata a portare un nome così impegnativo...

E adesso l'unica Lois Lane presente nell'universo narrativo ufficiale della DC COMICS è quella sposata con Superman (proveniente dall'universo prececedente a FLASHPOINT), nonchè madre di suo figlio...

Tutto chiaro? Forse non tanto, visto che in tutto questo casino la gente comune - che magari ha poca famigliarità col concetto di realtà parallele che si sovrappongono - non ha ancora capito bene cosa è successo... E infatti, in questa occasione, i media generalisti non hanno nemmeno accennato al fatto che Superman è diventato papà...

Ad ogni modo, se parlo di tutta questa storia su questo blog, non è per farvi venire il mal di testa...

Questo lungo preambolo mi serviva per puntare i riflettori sull'autore (testi e disegni) del lancio di una serie impegnativa e "delicata" come quella di SUPERWOMAN, e cioè Phil Jimenez... Che, oltre ad essere gay dichiarato, ha di recente rilasciato un'intervista per il magazine PLUS (CLICCATE QUI) in cui ha ribadito che nella serie di SUPERWOMAN, come in tutti i suoi lavori, cerca ancora di mettere a frutto le cose che gli insegnato il suo compagno morto di AIDS nel 1994... E cioè il fu direttore artistico della DC COMICS Neal Pozner (che vedete qui sotto)...

Anzi, per dirla tutta il coming out di Phil Jimenez arrivò proprio all'indomani della morte del suo compagno, quando gli lasciò una dedica sull'ultima pagina dell'ultimo numero della miniserie TEMPEST, a cui stava lavorando assieme a lui... Con tanto di fiocchetto rosso per la lotta all'AIDS...

Un coming out di questo genere nella metà degli anni Novanta non era una cosa da dare troppo per scontata, ma a quanto pare questa scelta coraggiosa gli ha portato una certa fortuna... Infatti la carriera di Phil Jimenez non ne ha mai risentito, e lui non si è mai pentito della sua scelta. Anzi: per questo autore esprimere se stesso e non nascondersi è diventata una questione di principio, tant'è che ha ammesso molto candidamente che per disegnare Superman nella miniserie INFINITY CRISIS aveva utilizzato come modello il suo compagno Joe Hosking (foto sotto)... Che per lui "è un Superman in tutti i sensi"...

In ogni caso è comunque bello vedere che il ricordo di Neal Pozner è ancora vivo, e che Phil Jimenez non manchi mai di ricordare quanto gli sia ancora di ispirazione... Anche a distanza di ventidue anni dalla sua morte, e anche quando deve mettere le mani su un titolo impegnativo come la prima serie a fumetti dedicata ad un personaggio di nome SUPERWOMAN...

Ad ogni modo, per conoscere meglio questo autore e il suo punto di vista sui fumetti, sulle tematiche gay nei fumetti e sull'evoluzione della situazione, potete vedere la bella intervista qui sotto, che risale a due mesi fa... Dove c'è anche un piccolo assaggio della sua partecipazione alla Flame Con dell'anno scorso...

Da notare i passaggi in cui parla di come le tematiche gay nei fumetto sono importanti sia per i lettori, che trovano un contatto supplementare con il mondo che li circonda (o con il mondo di cui fanno parte), che per gli editori... Che ormai si sono accorti che questi argomenti, se trattati in un certo modo, garantiscono un riscontro economico supplementare.

E immagino che non ci sia molto altro da aggiungere, anche perchè Phil Jimenez continua a dimostrarsi un ottimo esempio da seguire... E soprattutto una persona con le idee molto chiare che non vive la sua vita a compartimenti stagni...

Ce ne fossero...

Alla prossima.
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STRATEGIE EDITORIALI...

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Ciao a tutti, come va?

Lo spunto per il post di oggi arriva da una delle ultime uscite della casa editrice Bonelli, e cioè il nuovo speciale di BRENDON, in cui ha trovato posto anche il protagonista della serie MORGAN LOST (come BRENDON ideata e scritta da Claudio Chiaverotti)...

Gli speciali di BRENDON proseguono le vicende del personaggio dopo la chiusura della sua serie regolare qualche anno fa, presumibilmente per non abbandonare il pubblico che gli era rimasto fedele (e che, anche se non bastava più per sostenere una serie regolare, pare sia sufficiente per proseguire con uscite a cadenza annuale).

In realtà, per qualche motivo, la collana annuale di BRENDON aveva saltato l'uscita del 2015 ed è abbastanza interessante notare come sia tornata in edicola proprio in occasione di questo incrocio narrativo... Soprattutto considerando che MORGAN LOST continua a perdere pubblico mese dopo mese (e, considerando che l'uso della stampa in bicromia rende il punto di pareggio più alto rispetto a una semplice serie in bianco e nero, non è csa da poco).

La sensazione è che, più che di un'esigenza narrativa dell'autore, si sia sia trattato di un tentativo per risollevare le sorti di MORGAN LOST presentandolo ai lettori affezionati di BRENDON che ancora non lo conoscono... Nella speranza che possano appassionarsi al nuovo personaggio.

Una cosa del genere, comunque, sta per succedere anche con l'imminente crossover speciale fra le testate di DYLAN DOG e DAMPYR... Un altro incontro un po' forzoso che è stato progettato, guardacaso, proprio quando la testata di DAMPYR ha iniziato a vedersela davvero male in fatto di vendite...

Intendiamoci: gli incroci narrativi, soprattutto se sono ben gestiti, sono una strategia legittima e una risorsa importante, che nei fumetti seriali hanno una lunga e gloriosa tradizione (soprattutto negli USA). Non fanno parte della tradizione del fumetto italiano, ma le cose possono sempre cambiare...

Tuttavia il punto è un altro.

Gli incroci narrativi (o crossover, per dirlo all'americana) sono un espediente che, da che mondo e mondo, si usa per lanciare un nuovo personaggio o per farlo conoscere a chi abitualmente ne segue  un altro. Inoltre possono servire per alimentare la coerenza dell'universo narrativo e/o potenziare le storia di una casa editrice in cui i vari personaggi vivono nello stesso contesto spazio temporale (e infatti MARVEL e DC COMICS li usano regolarmente, e fin dagli anni Quaranta).

Al limite i crossover si possono usare anche per concludere le vicissitudini di un personaggio che ha interrotto bruscamente le sue pubblicazioni e, in casi più rari, si possono usare per mettere a confronto personaggi di case editrici diverse, o franchise che non hanno niente in comune, ma che possono sicuramente incuriosire il pubblico...

Ad ogni modo utilizzare i crossover una tantum, nella speranza di rianimare in extremis delle serie che stanno boccheggiando, non ha molto senso...

Soprattutto se si verificano all'improvviso e senza che si inseriscano in maniera logica nelle vicissitudini dei personaggi coinvolti...

E d'altra parte non è affatto detto che un lettore che segue DYLAN DOG o che ha seguito BRANDON si appassioni a DAMPYR o a MORGAN LOST... Per il semplice fatto che in Bonelli ogni personaggio vive in una sorta di mondo a parte, e anche quando due personaggi condividono la stessa realtà e la stessa epoca (come Dylan Dog e Dampyr), vivono di fatto in due mondi separati... Ciascuno con le sue regole, le sue sottotrame, la sua "mitologia" e i suoi riferimenti narrativi, che non hanno praticamente alcuna influenza sulle altre testate della casa editrice (a differenza di quanto avviene nel caso dei personaggi degli editori americani)...

Per dirla in parole semplici: se qualcuno ha letto tutti e 359 i numeri di Dylan Dog non sa praticamente nulla della realtà descritta nei 197 numeri di Dampyr (e viceversa)... E di sicuro un incrocio narrativo, che tra l'altro lascia quello che trova, non sarà sufficiente ad incuriosirlo quel tanto che basta per spingerlo ad affezionarsi ad un personaggio che non ha alcun reale legame con quello che segue abitualmente... E men che meno lo spingerà a seguire un altra testata ogni mese.

E la cosa è ancora più evidente nel caso dello speciale che riunisce Brendon e Morgan Lost, che di fatto vivono in due realtà alternative nettamente separate... Due personaggi che non avrebbe alcun senso fare incontrare, se non - appunto - per lanciare un salvagente a MORGAN LOST. Ad ogni modo è curioso notare come, invece di lavorare sui contenuti per rendere più appetibili le serie in crisi, dalle nostre parti si utilizzino sempre più spesso strategemmi ripresi un po' a caso dall'editoria americana... Nonostante sia strutturata in maniera completamente diversa rispetto a quella italiana.

Anche perchè, come dicevo prima, gli incroci narrativi, in quel contesto, sono solo dei bonus promozionali... E non sono certo l'ultima spiaggia per dei personaggi che stanno rantolando da diverso tempo.

La domanda, quindi, è: che serve puntare su un incrocio narrativo, se prima non si pone rimedio ad una serie di lacune che compromettono la salute di una serie a prescindere dagli incroci narrativi in cui può essere coinvolto il suo titolare?

Vi faccio un esempio pratico. La pagina che segue è tratta da ACTION COMICS 151, del dicembre 1950. Come potete intuire si tratta una delle tante pubblicazioni dedicate a Superman...

Quella che vedete qui sotto, invece, è tratta dal numero 1 di MORGAN LOST, che risale all'ottobre del 2015...
Come forse avrete notato lo schema delle vignette di un albo Bonelli di oggi è praticamente identico a quella di un albo americano del 1950... E badate che non è un dato da sottovalutare: la scansione narrativa dei disegni e il conseguente modo di proporre una narrazione, il cosiddetto storytelling, ha un ruolo importantissimo nei fumetti. Dà il senso del ritmo e suscita determinati riflessi emotivi nel pubblico. Un albo in cui tutte le vignette sono omogenee e ben ordinate, come le aiuole di un giardino d'altri tempi, sicuramente poteva essere in linea con le aspettative e il pubblico degli anni Cinquanta... Però ha decisamente poco a che fare con un fumetto d'azione dai toni noir, ambientato in una realtà parallela dai risvolti oscuri... E sicuramente non lo valorizza.

Questo stile può davvero contribuire a creare un legame emotivo con i lettori? O non sarà, forse, che alimenta un senso di distacco, limitando il senso di partecipazione di chi prova a seguire questa serie?

Certo qualcuno può obbiettare che in MORGAN LOST, come in molte delle testate Bonelli più recenti e "giovani", si utilizzano delle suddivisioni della pagina più audaci rispetto a quella qui sopra... E che ci sono sempre più pagine che non si rispettano il classico schema di sei vignette in fila per tre.

Infatti nel numero 1 di MORGAN LOST c'erano anche pagine come quella qui sotto...

Quindi chi sostiene che la Bonelli negli anni si è evoluta ha ragione. Se non che, sfogliando sempre il solito numero 151 di ACTION COMICS, ci si può rendere conto che anche queste "innovazioni" sono molto relative... E che alcune scelte che in un albo Bonelli possono ancora essere considerate moderatamente audaci e innovative, in realtà, non lo sono poi così tanto...

MORGAN LOST, evidentemente, nasceva per incanalare tematiche dark e noir, mixandole con un po' di pulp... Tuttavia quanto può risultare coinvolgente una serie del genere, se lo storytelling delle sue pagine è lo stesso dei fumetti di Superman degli anni Cinquanta? E quanto incide questo approccio, che viene considerato imprescindibile per TUTTE le pubblicazioni di questa casa editrice (a prescindere dalla loro ambientazione e dai loro contenuti), sul calo generalizzato delle vendite?

Ad ogni modo è curioso notare come questo schema grafico, abbastanza ingessato, rigido e anacronistico, riflette anche un certo tipo di contenuto, che difficilmente si allontana dai binari di cui ho parlato più volte su questo blog... Dei binari che, ad esempio, non consentono una rappresentazione moderna delle tematiche LGBT.

Il  conclusione, quindi, è che dalle parti della Bonelli vogliano tentare tutta una serie di strategie che l'editoria statunitense ha collaudato con successo da tempo... Dimenticando, però, che non è l'abito a fare il monaco.

Così prima ci sono state le copertine "variant" per le fumetterie, poi le edizioni speciali da collezione, ora gli incroci narrativi fra varie testate e prossimamente arriverà anche una serie dedicata ad un personaggio che ha debuttato in una serie antologica... Esattamente come avviene dalle parti di MARVEL COMICS e DC COMICS.

Il personaggio che avrà l'onore e l'onere di fare da apripista sarà Mercurio Loi, un professore universitario (ed investigatore occasionale) che si muove nella Roma del 1826, e che si era visto sul numero 28 della collana LE STORIE...

Anche in questo caso l'operazione ha una sua logica. Le ultime testate Bonelli che hanno esordito presentando dei personaggi completamente nuovi sono andate tutte male, quindi tanto valeva dare un'occhiata all'unica testata antologica della casa editrice - che pure è arrivata a vendere pochissimo - e magari valutare se aveva presentato un qualche personaggio che valeva la pena di rilanciare, magari fra quelli che avevano ottenuto i riscontri migliori fra il pubblico...

Sia come sia questa nuova testata - che debutterà entro il 2017 - sarà a colori, quindi si presume che rappresenterà un investimento notevole per la casa editrice, soprattutto in questi tempi incerti.

Pertanto logica vuole che la serie si proponga di risultare accattivante per un ampio pubblico, anche se è ambientata nella Roma del 1826... E come si può fare per renderla accattivante? L'ideatore della serie, Alessandro Bilotta, ha già detto (CLICCATE QUI) che:

"I soggetti degli episodi si focalizzano su temi filosofici e psicologici che in fondo raccontano la nostra epoca contemporanea: la riflessione sul Male, sulla follia e la corruzione, se davvero si può fare qualcosa per salvare il mondo… Ma anche la paura, l’identità, il potere, che cos’è un eroe... Saranno proprio questi i soggetti attorno a cui gireranno i vari albi."

Il che, fra le righe, sembra voler dire che la serie proverà a parlare di temi che potrebbero coinvolgere un ampio pubblico, ma che l'editore non oserebbe mai affrontare in un fumetto ambientato ai giorni nostri e con riferimenti a contesti attuali, men che meno ambientandolo in Italia...

L'idea di per sè sarebbe anche buona, ma - se gli schemi della narrazione rimarranno rigidi come quelli delle vignette che caratterizzano tradizionalmente le pubblicazioni di questa casa editrice - il sospetto che il tutto rimarrà troppo abbozzato e inamidato per fare davvero presa sul pubblico di oggi... E le prime avvisaglie ci sono state già nel numero 28 de LE STORIE, in cui assieme a Mercurio Loi è stato presentato il suo giovane assistente/studente Ottone De Angelis... Un tizio misterioso e dall'aria abbastanza ambigua (accentuata dal fatto che Mercurio Loi non sembra granchè sensibile al fascino femminile)...

Ora: se questo fosse un fumetto americano, o che vuole adottare delle strategie di marketing davvero "americane",  nel giro di pochi numeri potrebbe anche saltare fuori che (almeno) uno dei due protagonisti è omosessuale e che non reprime questo lato di sè: la situazione e la caratterizzazione dei personaggi si presterebbe molto, e questa trovata offrirebbe lo spunto per tutta una serie di storie molto accattivanti, che potrebbero dare una visione inedita dell'epoca in cui è ambientata la serie...

Inedita, ma molto verosimile, visto che proprio in quel periodo l'Italia era una delle nazioni europee più tolleranti nei confronti dell'omosessualità (nonostante questa pratica fosse punità col carcere quando dava pubblico scandalo o quando si accompagnava allo stupro), ed era una meta privilegiata per tutti gli omosessuali europei che si potevano permettere il cosiddetto "Grand Tour", e cioè un viaggio formativo da compiere una volta raggiunta la maggiore età (e che spesso era seguito da molti altri)...

Un viaggio che, assieme ai risvolti culturali (meta obbligata erano i ruderi del mondo classico e gli scavi archeologici appena inaugurati), affiancava una buona dose di turismo sessuale (anche e soprattutto per i turisti omosessuali)... E questa tradizione è perdurata fino ai primi decenni del Novecento... Come testimoniano anche i report fotografici di personaggi come Wilhelm von Gloeden (1856-1931), che a quanto pare servivano anche come "cataloghi" per i turisti che volevano scegliere i giovani da conoscere in Italia, onde programmare al meglio il loro viaggio... 

Qualcosa di molto simile a certe App di incontri di oggi, insomma...

E questa situazione era accentuata dal fatto che, in particolare nell'Italia Meridionale, il tutto era tollerato (se non addirittura incoraggiato dalle famiglie che volevano "accasare" i loro figli maschi con qualche ricco straniero) in una maniera che lasciava senza parole chi proveniva dall'Europa del Nord (per maggiori informazioni potete CLICCARE QUI)... Tantopiù che, dopo l'unità d'Italia,  nell'ex Regno delle due Sicilie e nell'ex Granducato di Toscana non era più presente una legge contro la sodomia...

Comunque, tornando a bomba, MERCURIO LOI non è un fumetto americano, ma un fumetto italiano... Peraltro pubblicato da Bonelli... Quindi, al netto dell'originalità dell'ambientazione e del fatto che è stato lanciato utilizzando una strategia tipicamente americana, parliamo comunque di storie e personaggi che (salvo improbabili imprevisti) saranno tenuti comunque a rispondere a determinati schemi e a determinati vincoli. Grafici, narrativi e di altro genere.

Schemi e vincoli che prendono ancora come riferimento gli anni Cinquanta.

E se, come è prevedibile, in questa serie ci saranno dei tabù che omologheranno la Roma del 1826 al West di Tex, al mondo fantasy di Dragonero e alla Londra inverosimile di Dylan Dog... Allora è altamente probabile che, nel giro di un paio d'anni al massimo, anche questa serie si ritroverà nella situazione di quelle che la hanno preceduta... Anche perchè molto difficilmente il pubblico di oggi si potrà identificare in personaggi che si muovono nel 1826 e che - oltretutto - devono rispondere delle loro azioni agli standard grafici, narrativi e contenutistici di trenta o quaranta anni fa...

Quegli standard che, per inciso, prevedono che gli unici personaggi rappresentabili siano quelli che mantengono le loro eventuali inclinazioni omosessuali sottotraccia, a meno che - ovviamente - non siano personaggi negativi... Anche se a volte nemmeno loro possono essere rappresentati in maniera troppo esplicita...


Forse, a prima vista, proporre una serie ambientata in un contesto apparentemente "protetto" per non dover giustificare l'assenza di certi temi, di certe trovate grafiche e di certe situazioni può sembrare una soluzione interessante... Tuttavia, come ha dimostrato il recente caso di Adam Wild (e non solo), finisce più che altro per diventare una causa di disaffezione da parte del pubblico, che dopo pochi numeri interrompe la sua collezione.

E - quando una serie perde troppi lettori - ripiegare su un incrocio narrativo all'ultimo momento non può fare miracoli e molto facilmente bisognerà tirare i remi in barca...

Con buona pace di chi non si rassegna all'evidenza dei fatti.

Certo è che, arrivati a questo punto, tentare strade davvero nuove non sarebbe poi così rischioso... E viene davvero da chiedersi se vale ancora la pena di prendere come riferimento gli anni Cinquanta solo per stare tranquilli, tenersi buoni i lettori maturi e non suscitare polemiche... Soprattutto se poi si continuano a lanciare nuove testate che finiscono regolarmente per perdere vagonate di lettori, numero dopo numero... Per poi tentare improbabili crossover nella speranza di salvare il salvabile...

Non so perchè, ma qualcosa mi dice che di tutta questa storia tornerò a parlare presto...

Alla prossima.
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IDEE DA COPIARE...

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Ciao a tutti, come va?

Il tempo vola e mancano pochi mesi alla nuova edizione di Lucca Comics & Games, ovvero la più grande manifestazione fumettistica italiana e una delle più visitate mondo. Al momento non è prevista alcuna parentesi LGBT, e non mi risulta che ci siano associazioni LGBT che vogliono organizzare qualcosa da proporre all'evento.

Come sempre, del resto.

Anche perchè a Lucca non mi risulta che ci siano associazioni LGBT, e quella più vicina (che in teoria sarebbe competente anche per il territorio di Lucca) è l'Arcigay Pinkriot di Pisa (CLICCATE QUI), che probabilmente non ha le competenze e/o gli stimoli giusti per portare avanti un discorso del genere.

Sicuramente di Lucca tornerò a parlare a breve, tuttavia oggi non è di Lucca che voglio parlare, bensì del Festival International de la Bande Dessinée d'Angoulême, che quest'anno arricchirà il suo ventaglio di proposte con un nuovo tipo di iniziativa a tematica LGBT, da cui SICURAMENTE in Italia - e in particolare a Lucca - bisognerebbe prendere esempio.

L'idea è partita da un'associazione LGBT locale, che si chiama ADHEOS (CLICCATE QUI), e che - come nel caso dell'Arcigay Pinkriot di Pisa - copre l'area di tre Comuni (Angoulême, Saintes e La Rochelle) e non ha la sede ad Angoulême, bensì a Saintes (anche se ha un referente per ciascuno dei territori che copre). Quindi diciamo che, almeno in questo caso, c'è una curiosa somiglianza fra i due contesti (anche se è bene precisare che ADHEOS, ad Angoulême e a La Rochelle, ha uno spazio fisso una volta al mese)...

La grande differenza sta nel fatto che ADHEOS, quest'anno, ha deciso di essere presente al Festival di  Angoulême con una sua pubblicazione: una piccola antologia di fumetti realizzata in collaborazione con l'associazione LGBT BD... Un'antologia per cui si vaglieranno gli autori (e ovviamente le autrici) fino al 26 settembre, e che OVVIAMENTE accetta proposte da tutto il mondo (a patto che le storie siano tutte di una pagina e siano scritte in inglese e/o francese, o eventualmente senza parti scritte). Questa antologia, inoltre, verrà utilizzata per sensibilizzare i giovani nelle scuole della regione della nuova Aquitania, in cui ADHEOS porta avanti i suoi interventi, e verrà riproposta anche in altri festival del fumetto francesi..

Niente male, vero?

Il suo titolo dovrebbe essere Le Cahier BD des diversités e potete trovare tutte le informazioni che vi servono per partecipare sul sito dedicato, che trovate CLICCANDO QUI. Considerando che l'antologia avrà un numero limitato di pagine presumo che ci sarà una bella concorrenza, ad ogni modo ciascun autore (o autrice) può proporre fino a cinque lavori e questo è positivo... E sicuramente se qualcuno dall'Italia riuscisse ad inserirsi sarebbe una bella soddisfazione, anche solo per dimostrare che se dalle nostre parti non si organizza una cosa del genere non è per mancanza di talenti...

Ad ogni modo, alla luce di questa bella proposta, direi che è ancora più evidente il fatto che in Italia manca un'associazione che si occupi di promuovere il fumetto a tematica LGBT, e che eventualmente possa collaborare con le associazioni LGBT "tradizionali" per iniziative di questo tipo... E, visto che dalle nostre parti il mondo delle manifestazioni fumettistiche è abbastanza restio a rapportarsi con certe tematiche (a differenza di quanto accade negli USA, ad esempio), il peso di questa lacuna non è indifferente...

Tantopiù che il mondo del fumetto italiano, in generale, continua a risentire di un clima non propriamente progressista, diciamo... E non è che sia esattamente un bene.

Ad ogni modo vedete un po' di diffondere il più possibile l'iniziativa che vi ho segnalato oggi, e vediamo un po' che succede.

Alla prossima.
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FINLANDIZATION!

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Ciao a tutti, come va?

In inglese (e in diverse lingue del nord Europa) c'è un termine, un po' tecnico, che si usa per indicare quel processo di influenza esercitato da una nazione molto potente nei confronti delle piccole nazioni limitrofe: "finlandization" (e cioè "finlandizzazione")... In riferimento all'influenza esercitata dalla Russia sulla Finlandia durante gli anni della guerra fredda.

Questa parola, però, negli ultimi trent'anni ha acquistato anche un altro: infatti la comunità gay finlandese devota ai modelli estetici promossi da Tom of Finland organizza un raduno annuale che - ironicamente - si chiama proprio Finlandization... E che quest'anno si tiene ad Helsinki dal 26 al 28 agosto...

E quando parlo di comunità gay devota ai modelli lanciati da Tom of Finland non lo dico tanto per dire: infatti l'associazione che promuove l'evento si chiama TOM'S CLUB, e come si evince dal suo sito ufficiale (CLICCATE QUI) considerà Tom of Finland alla stregua di un nume tutelare.

La cosa curiosa, se vogliamo, è che questa associazione (a cui possono iscriversi i maschi gay o bisex) è iscritta all'ECMC (European Confederation of Motorsport Club) e rilascia una tesserina che garantisce tutta una serie di convenzioni in diversi esercizi commerciali della città. Infatti, quando non organizza il suo raduno annuale (che attira pubblico da tutta Europa), il TOM'S CLUB organizza comunque ritrovi e motoraduni mensili (aperti, ovviamente, anche a chi non possiede una moto ed è feticista del genere) e iniziative di vario genere...

Ad ogni modo, visto che oltre ad essere il trentesimo anniversario dell'evento c'è di mezzo anche il quarantesimo anniversario del TOM'S CLUB, durante la Finlandization ci sarà l'elezione di Mr. Leather Europe, e già che ci sono qui sotto vi faccio vedere i finalisti dell'anno scorso...

Come vedete al secondo posto era arrivato Mr. Leather Italia, Marco Solimene (in questo concorso l'Italia si fa notare relativamente spesso), anche se - tanto per cambiare - dalle nostre parti non ne ha parlato praticamente nessuno...

Fra parentesi: Mr. Leather è un evento che rientra nelle iniziative ufficiali dell'European Confederation of Motorsport Club fin dal 1985... Alla faccia di chi pensa che nell'ambiente dei motoraduni i gay siano esclusi per principio.

Certo si potrebbe aprire una lunga parentesi sulle differenze culturali, anche nell'ambiente gay, fra l'Italia e l'Europa settentrionale (anche in fatto di motoraduni), ma non è questo lo scopo di questo post.

In realtà ci tenevo a segnalare il Finlandization di quest'anno perchè questo anniversario è un po' l'ennesima prova del contributo che a portato Tom of Finland alla cultura gay in senso lato (contribuendo allo sdoganamento di un immaginario omoerotico "virile" e sessualmente emancipato), e in particolare alla cultura gay della nazione in cui è nato. Al punto che oggi per celebrarlo si usa una parola che, ironicamente, ricorda i tempi bui in cui la Russia dettava legge e in cui Tom of Finland era stato praticamente costretto a pubblicare i suoi primi lavori all'estero (prima in Danimarca e poi negli USA)...

Mentre adesso, oltre ad essere un punto fermo della cultura e dell'immaginario erotico gay, Tom of Finland è considerato un artista a tutti gli effetti... Tant'è che in diverse parti del mondo ci sono musei si tutto rispetto che gli hanno dato molto spazio e i prodotti che riprendono i suoi disegni non si contano (e se seguite questo blog sapete a cosa mi riferisco).

Peccato solo che, al momento, da tutto questo bel processo di valorizzazione artistica l'Italia resti ancora tagliata fuori, tant'è che dalle nostre parti una mostra personale dedicata a Tom of Finland non è mai stata organizzata...

E su questo ci si potrebbe scrivere un post intero... Cosa che magari, un giorno, potrei anche fare...

Per il momento, comunque, la cosa importante è che la Finlandization sia arrivata al trentesimo anno e che il TOM'S CLUB festeggi il quarantesimo: a livello simbolico non è una cosa da poco.

Alla prossima.
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PRIMI (E ULTIMI) BACI...

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Ciao a tutti, come va?

Prima di entrare nel vivo di questo post volevo ribadire un concetto che ho già espresso più volte, ma che forse è bene che ribadisca ancora: se parlando di fumetti italiani finisco per tornare sempre sui soliti editori non è perchè li ho presi di mira. Il fatto è che in Italia gli editori che producono dei fumetti che arrivano in edicola sono davvero pochi, e poichè sono anche quelli che producono di più  statisticamente offrono più spunti di discussione. Anche perchè ce ne sono alcuni che, più di altri, continuano a fornire materiale di cui discutere... Anche in piena estate.

Oggi, ad esempio, non posso davvero fare a meno di segnalarvi il gran finale di NATHAN NEVER... Perchè nei fatti è davvero di un finale che si è trattato, anche se la serie proseguirà (per ora).

Gli ultimi tre mesi, infatti, hanno rappresentato il culmine di una serie di sottotrame che si erano sviluppate per anni, e sono stati anche il modo con cui uno degli ideatori della serie, Antonio Serra, ha detto addio alla scrittura del personaggio dopo ben venticinque anni...

Molto in sintesi: il terribile androide Omega ha lanciato la sua offensiva finale all'umanità, con il suo esercito di robot e zombie (creati scientificamente), e pare che questa volta non ci sia davvero scampo, anche perchè se vince sarà la fine dell'umanità e se perde farà detonare il sole e sarà comunque la fine di tutto nel giro di pochi giorni. Se non che, strada facendo, Nathan Never e compagni scoprono l'esistenza di una dimensione parallela, estremamente simile alla nostra, dove Omega è appena stato sconfitto e il processo di detonazione solare è imminente... Così - per salvare almeno i terrestri di questa dimensione parallela - chiedono aiuto all'Uomo Quantico (un magnate industriale che ha acquisito poteri semidivini), che che alla fine scambia i soli delle due dimensioni parallele... Condannando quella in cui Omega non è ancora stato sconfitto, ma permettendo a quella in cui è stato sconfitto di andare comunque avanti (senza Omega).

Quando si dice scegliere il male minore...

Morale della favola: il mondo che ha ospitato le avventure di Nathan Never fino quest'ultimo numero 303 è stato investito dall'esplosione del sole, portandosi dietro Nathan Never, Legs Weaver e tutta la popolazione umana presente nel sistema solare... Mentre il mondo parallelo - presentato nel corso di questa saga - è ancora vivo e vegeto, con il suo Nathan Never, la sua Legs Weaver e la sua popolazione umana, che ora animeranno i numeri futuri della testata.

Tutto chiaro, finora?

Ovviamente questo nuovo mondo è simile all'altro, ma non del tutto, tant'è che viene il sospetto che sia anche quello in cui è ambientata la recente miniserie ANNOZERO, che riscrive le origini del personaggio in maniera diversa rispetto a quella canonica.

Questo, più o meno, è il quadro generale della situazione. E sembra confermare come in Bonelli abbiano iniziato a guardare con sempre maggiore attenzione alle strategie dei fumetti seriali americani, che - tra le altre cose - hanno una lunga tradizione in fatto di universi paralleli e terre alternative... E spesso le utilizzano proprio per rinnovare i loro personaggi storici e/o per creare incontri improbabili (quindi viene il sospetto che anche lo SPECIALE in cui si incontrano MORGAN LOST e BRENDON, di cui ho parlato QUI, rientri in questa nuova concezione del multiverso bonelliano)...

A cosa porterà tutto questo lo vedremo nel prossimo futuro.

Di certo in questi ultimi tre numeri Antonio Serra si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa, perlomeno leggendo questa saga alla luce dell'intervista che ha rilasciato l'anno scorso (l'ho analizzata QUI)...

Infatti è riuscito ad inserire BEN DUE BACI FRA PERSONE DELLO STESSO SESSO IN PRIMO PIANO, uno fra due donne e - soprattutto - uno fra due uomini (e un bacio gay, in un albo Bonelli, non si era mai visto nemmeno in lontanza). Però in entrambi i casi si tratta di un bacio d'addio, visto che poco dopo uno dei componenti di ciascuna coppia passa a miglior vita.

Il primo bacio, visto su NATHAN NEVER 301 è quello fra Legs e la sua ultima ragazza Tanya, che viene colpita a morte dai robot di Omega quando le sorprendono in missione...





Il secondo è il bacio che si scambiano l'Uomo Quantico e il suo fedele assistente David.

Infatti dopo aver scambiato i soli l'Uomo Quantico è stato costretto a rinunciare ai suoi poteri, tornando così William Campbell: un semplice essere umano gravemente malato e prossimo alla morte. Il rapporto fra William (anche in versione Uomo Quantico) e David si era sempre prestato a tutta una serie di interpretazioni omoaffettive, ma solo ora che uno dei due è prossimo alla morte hanno deciso di manifestare i propri sentimenti con un bacio... Tuttavia, proprio in quel momento, i macchinari segnalano che William è passato a miglior vita...


Se non altro è morto felice...

Comunque, per non farsi mancare nulla, Antonio Serra ha pensato che fosse anche il caso di fare eliminare da Omega tutti i telepati della terra, tra cui quella Kay di cui poco tempo fa era stato raccontato come si fosse scoperta lesbica (ne ho parlato QUI)...

Forse sbaglio, ma fra le righe questi baci di addio potrebbero essere visti anche come un modo per evidenziare (e criticare) la politica della casa editrice nei confronti dei personaggi omosessuali... Dopotutto per venticinque anni Antonio Serra, per sua stessa ammissione, ha dovuto combattere strenuamente per ottenere solo qualche misera concessione LGBT nelle storie di Nathan Never (finendo anche per essere rimproverato una volta che è emersa ufficialmente l'omosessualità di Legs Weaver)... E forse, dato che questi erano i suoi ultimi numeri da scrittore e gli è stata concessa maggiore libertà, ha voluto mettere alla berlina la tendenza prevalente della casa editrice su certi argomenti...

E cioè che gli unici omosessuali rappresentabili esplicitamente sono quelli che poi devono dimostrare che, come minimo, essere omosessuali porta sfortuna... E che ancora nel 2016 gli unici omosessuali che si possono raffigurare mentre si baciano, magari con un bel primo piano, sono quelli che stanno per morire... E ai quali, quindi, può essere concessa in via del tutto eccezionale questa "trasgressione" così scabrosa, dato che era una specie di "ultimo desiderio" (tant'è che un bacio in primo piano di Legs Weaver, finora, non si era mai visto)...

Ovviamente non sappiamo cosa accadrà con il "nuovo" Nathan Never e con la "nuova" Legs Weaver, ma qualcosa mi dice che non ci saranno grandi segni di apertura in questo senso... Anche perchè Antonio Serra, nella famosa intervista, sosteneva di essere l'unico a battagliare perchè certe tematiche fossero incluse in maniera esplicita, e se adesso non scriverà più Nathan Never non è detto che qualcuno voglia portare avanti le sue istanze...

Tuttavia penso sia abbastanza evidente che adesso i lettori si troveranno di fronte ad una situazione abbastanza sgradevole a prescindere dal discorso LGBT, visto che non hanno la minima idea di cosa c'è di diverso nel nuovo universo e cosa no. Oltretutto, in questo caso, non si tratta nemmeno di una ripartenza nel senso pieno del termine, o di una linea temporale alternativa creata da un viaggio del tempo (come nei film di STAR TREK), ma si tratta proprio di una realtà parallela... Con dei personaggi che di fatto NON sono più quelli di cui si sono seguite le vicende finora... Anzi: tecnicamente sono ben distinti dai protagonisti originali della saga, anche da prima che si scoprisse dalla loro esistenza. Quindi l'effetto "presa in giro" per chi ha letto Nathan Never negli ultimi venticinque anni penso sia notevole.

Intendiamoci: negli USA fra realtà alternative, crisi spazio temporali e reboot vari hanno fatto anche di peggio... Però col tempo hanno anche imparato che l'effetto "presa per i fondelli" va limitato il più possibile, o comunque va compensato con degli elementi che possano giustificare delle scelte così estreme. Nel caso di questo Nathan Never, però, non ci sono i mezzi narrativi per arginarlo... Visto che si parla di due realtà nettamente separate, che fino a pochi mesi fa si ignoravano reciprocamente, e tuttavia si proverà a proseguire la storia come se niente fosse... Anche se i nuovi personaggi sanno bene che sono vivi grazie alle loro versioni alternative, e cioè quelle che sono state le versioni originali per venticinque anni. E soprattutto lo sanno i lettori. Quindi, oltre al danno, qui c'è anche la beffa.

Inoltre qui si rischia di creare tutti gli scompensi dovuti ad un'operazione di questo tipo senza tamponarli con delle novità degne di questo nome...

Nell'introduzione per l'ultimo numero scritta da Antonio Serra, che dovrebbe rimanere in veste di curatore redazionale, viene detto che tutta questa operazione dovrebbe servire a rinnovare il personaggio per renderlo più accattivante per le nuove generazioni... Tuttavia ho dei seri dubbi sul fatto che le nuove generazioni possano avvicinarsi ad un personaggio che di fatto, nonostante tutta questa rivoluzione, verrà fatto rimanere sulla sessantina (e in effetti questa saga sarebbe stata un'ottima occasione per passare il testimone ad una versione più giovane del protagonista, ma così non è stato)... E men che meno si avvicineranno ad una serie dove gli unici omosessuali che vengono raffigurati mentre si baciano sono quelli che poi fanno una fine tragica nel giro di poche vignette... E senza distinzione di sesso.

A che serve snellire e/o aggiornare un universo narrativo per le nuove generazioni, se non si considerano prima di tutto elementi come questi?

Mistero.

La cosa più ironica, se vogliamo, è che questa saga - in cui si conferma il destino intrinsecamente infelice delle coppie omosessuali - arriva proprio mentre in Italia la Legge sulle Unioni Civili ha iniziato ad essere applicata. Ovviamente quando le storie sono state scritte (almeno due anni fa) nessuno poteva saperlo, ma questo non rende il tutto meno imbarazzante.

Ad ogni modo la mia fonte ufficiale sull'universo di NATHAN NEVER, che è stato anche così gentile da farmi presente quello che stava succedendo, mi ha già detto che al netto dell'ennesima rappresentazione indisponente dell'omosessualità concederà al nuovo corso di Nathan Never qualche numero di prova... Per verificare se da questo scambio dimensionale verrà fuori qualcosa di buono, o anche solo di sensato... In caso contrario interromperà la sua collezione. E comunque, per la cronaca, la miniserie ANNOZERO lui non l'ha comprata proprio perchè contraddiceva la storia ufficiale del personaggio...

Quindi c'è il rischio concreto che, oltre a non inserire elementi davvero accattivanti per le nuove generazioni, questo nuovo corso possa finire per allontanare diversi lettori storici... Che tecnicamente non avrebbero neanche tanti motivi per sentirsi in colpa al riguardo, dato che il "loro" Nathan Never di fatto è stato disintegrato.

In parole povere diciamo pure che la gestione di questa ripartenza si preannuncia un po' complicata, a prescindere dalle tematiche LGBT... Anche se in questo caso la speranza è che nel nuovo universo possano essere affrontate con un taglio più moderno, e magari possano avere un sviluppo meno tragico.

Anche perchè se così non fosse vorrebbe dire che la serie non ha intenzione di aggiornarsi sul serio, con buona pace di chi spera in un ricambio generazionale dei lettori...

Alla prossima.
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PREMIO ALLA SINCERITÀ...

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Ciao a tutti, come va?

Del coming out di Colton Haynes ho già parlato a maggio (CLICCATE QUI), ma siccome i coming out dei giovani attori idoli dei teenagers negli USA non passano inosservati - a distanza di pochi mesi devo tornare a parlarne perchè il 29 agosto questa bella prova di sincerità gli è valsa il premio alla Visibilità assegnato dall'associazione Human Rights Campaign...

Il suo è stato un discorso molto commovente, e lui stesso era visibilmente commosso... Anche perchè questo cambiamento importante nella sua vita è ancora molto recente, e forse questo è stato il suo primo incontro pubblico dopo l'intervista in cui si era dichiarato...

Ad ogni modo penso che sia abbastanza indicativo il fatto che sia stata data tanta importanza al coming out di un attore specializzato in ruoli televisivi legati a serial che ruotano attorno all'immaginario pop, tant'è che di questo premio - stranamente - questa volta si è parlato molto anche in Italia...

Nel senso che ormai le produzioni legate all'immaginario pop non sono più considerate intrattenimento di serie B, men che meno dal pubblico giovane. Tant'è che il coming out di Colton Haynes sicuramente è stato positivo tanto per lui quanto per il suo pubblico. Ad ogni modo qui sotto vi faccio vedere il video integrale della sua premiazione (preparate i fazzoletti)...

E siccome questo è un blog che fa le cose per bene, qui sotto vi faccio vedere anche l'intervista integrale rilasciata lo scorso maggio da Stephen Amell, il protagonista di ARROW e suo partner lavorativo, a proposito della sua decisione... Un'intervista che dimostra che, oltre ad essere obbiettivamente un bel vedere, Stephen Amell è anche una bella personcina...
In ogni caso, a margine di tutta questa storia, non posso fare a meno di notare che è stato proprio durante uno degli eventi organizzati dall'Human Rights Campaign che anche l'attrice Ellen Page (alias Kitty Pryde nei film degli X-Men), ha scelto di fare coming out (ne ho parlato diffusamente QUI)... E questo porterebbe a pensare che, in effetti, chi si fa notare per dei ruoli legati all'immaginario pop, e in particolare legati al contesto supereroistico, si muove in un ambiente mediamente più gay friendly rispetto ad altri... Tant'è che in questo ambito l'età media degli attori che scelgono di fare coming out (anche quando sono sulla breccia dell'onda) è decisamente più bassa rispetto a quella dei loro colleghi. Così come è più alto della media il numero di ammiccamenti gay friendly e/o omoerotici nei serial TV supereroistici di ultima generazione, nonchè in buona parte delle produzioni cinematografiche che si sono viste di recente...

E qualcosa vorrà pur dire.

Ad ogni modo complimenti a tutti quanti.

Alla prossima.
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GO! GO! GO!

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Ciao a tutti, come va?

Di come, con un certo (e colpevole) ritardo, la pornografia gay si stia iniziando ad interessare in maniera continuativa alle parodie erotiche di generi come l'horror, il fantasy e i supereroi ho già parlato in diverse occasioni... Anche perchè ultimamente il sito MEN.com, in questo senso, sta diventando un vero punto di riferimento...

Tuttavia, fra i generi legati all'immaginario pop che mancavano all'appello c'erano ancora i videogames e gli anime... Ho detto "c'erano" perchè, finalmente, il solito sito MEN.com ha deciso di prendere due piccioni con una fava (e mai metafora fu più azzeccata)... Infatti a deciso di provare a realizzare la porno parodia di Pokèmon Go, che è un po' un mix fra l'anime e la app videoludica che negli ultimi mesi ha battuto tutti i record di download...

E che non poteva che chiamarsi Fuckémon Go...

Siccome a questo blog piace fare le cose per benino qui sotto vi faccio vedere anche il trailer, così potete farvi un'idea del lavoro di post produzione, degli effettini in stile manga e delle varie perle fra il kitch e il trash che caratterizzano questo curioso esperimento...

Ovviamente bisogna considerare che il porno gay degli ultimi decenni, e in particolare quello prodotto dai siti online, deve fare i conti con una certa povertà di mezzi... E che comunque non ha una tradizione di grandi investimenti come avviene nel caso della pornografia eterosessuale (che di tanto in tanto ha sfornato dei veri e propri kolossal)...

E d'altra parte è pur vero che quando il porno etero ha provato a realizzare la sua parodia dei Pokèmon, e cioè Strokemon, il risultato è stato a dir poco inquietante... E sicuramente molto più grottesco e meno divertente...

Ad ogni modo, secondo me, la cosa interessante è che la MEN.com ha rotto gli argini (e anche questa metafora mi sembra molto azzeccata), e forse questa apertura verso i Pokèmon potrebbe spingerli (mhhh...) a considerare maggiormente l'infinito serbatoio di ispiriazione che potrebbe essere legato al mondo di anime, manga e videogiochi...

E se di questo Fuckémon Go si sta già parlando così tanto, cosa potrebbe accadere se - ad esempio - decidessero di realizzare una porno parodia di DRAGONBALL? O magari quella di STREET FIGHTERS?

Ovviamente la mia - al momento - è solo un ipotesi, ma ammetto che sarei davvero curioso di vedere che tipo di ripercussioni potrebbe avere una maggiore integrazione fra la pornografia gay e l'immaginario pop che fa tendenza... E in particolare quello che arriva dal Giappone...

Staremo a vedere.

E soprattutto staremo a vedere cosa potrebbe succedere se ci saranno nuovi capitoli di
Fuckémon Go... 

Alla prossima!
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CONFRONTI ALTERNATIVI...

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Ciao a tutti, come va?

Dopo aver letto il mio post di lunedì su Nathan Never (CLICCATE QUI), la fumettista Patrizia Mandanici (storica firma legata a Nathan Never e a Legs Weaver, nonchè unica fumettista bonelliana che interviene con una certa frequenza per commentare quello che scrivo) si è sentita di intervenire così:

"Non ho capito perché i lettori verrebbero presi per i fondelli. Si raccontando delle storie, succedono delle cose, dopo 25 anni non si può rimanere sempre fermi a raccontare le stesse cose - e comunque le differenze tra i due Universi ci sono ma sono minime, una cosa ci sarà, l'altra no, chi lo sa, ma che problema c'è a leggere delle storie e non sapere sempre tutto di quello che succederà? Ma non è noioso volere che non cambi nulla mai? I personaggi delle due Terre sono uguali, con lo stesso carattere, Nathan è Nathan, con il suo senso della giustizia, con le sue paturnie, non c'è nessun tradimento del personaggio, nessuna presa dei fondelli. Confesso che non sono d'accordo con la metà delle cose che scrivi, ma con l'altra metà però sì :), e comunque sei sempre stimolante e riporti un sacco di notizie di cui altrimenti non verremmo a conoscenza.
Con Serra ho parlato ieri sera e abbiamo discusso di come molti (ma non tutti ) hanno commentato questa tripla. Ultimamente è davvero difficile scrivere o disegnare cose che vengono così emotivamente criticate, in un senso o nell'altro, e soprattutto interpretate - aldilà delle intenzioni dell'autore. L'unica cosa che mi sento di dire, sperando di essere creduta, è che non ci sono state superficialità o furberie da parte di chi ci ha lavorato su (per più di 3 anni). Il lettore naturalmente è libero di apprezzare i risultati o meno, di abbandonare o proseguire."


Siccome il web è pieno di persone che scrivono blog in cui criticano solo per il gusto di criticare, ma io non sono fra quelle, oggi proverò a spiegare perchè ho parlato di "presa per i fondelli" (nel senso di effetto, e non di intenzione), e perchè - a mio modesto parere - ora la situazione sarà molto più complicata da gestire, anche in termini di rapporto col pubblico (o perlomeno col pubblico più affezionato).

Partiamo dall'inizio.

Il concetto di terra parallela come lo intendiamo oggi, nei fumetti seriali, ha iniziato a farsi largo in maniera organica a partire dal 1961. Quando, cioè, la DC Comics decise di recuperare i supereroi che aveva lanciato negli anni Quaranta, collocandoli in una realtà parallela (Terra-2) a quella in cui si muovevano le nuove versioni degli stessi a partire dalla fine degli anni Cinquanta (e cioè Terra-1).

Alcuni supereroi (Superman, Wonder Woman, Batman...) erano molto simili alle loro versioni precedenti e condividevano la loro stessa identità segreta (anche perchè le loro pubblicazioni non si erano mai interrotte dopo la Seconda Guerra Mondiale, e quindi il passaggio dalle vecchie versioni a quelle nuove era stato molto sfumato), mentre altri erano individui completamente diversi (Flash, Green Lantern, Atom...). Tuttavia la sostanziale differenza era che i supereroi di Terra-2, essendo comparsi a cavallo della Seconda Guerra Mondiale ed essendo le due terre allineate temporalmente, erano più anziani delle loro versioni di Terra-1. Infatti col tempo si erano sposati e avevano fatto figli che spesso e volentieri avevano seguito le loro orme...

In ogni caso diciamo che, perlomeno all'inizio, la DC Comics ha usato lo stratagemma delle terre alternative per riciclare vecchie idee e vecchi personaggi che potevano avere ancora un certo impatto commerciale, tant'è che successivamente ha creato una terra parallela per ciascuno degli universi narrativi ideati dagli editori che aveva rilevato... Come ad esempio Terra-S, popolata dagli eroi della casa editrice Fawcett, quella che aveva creato il primo Capitan Marvel...

Ad ogni modo, da quel momento in poi, le realtà alternative si sono moltiplicate sia nella DC Comics che nelle case editrici concorrenti (come nella serie WHAT IF...? della MARVEL, che di volta in volta presentava realtà alternative in cui la storia ufficiale dei suoi personaggi veniva stravolta)... Un po' perchè in questo modo si potevano sfruttare spunti narrativi originali e un po' perchè si potevano tastare meglio i gusti dei lettori (nonchè il potenziale di alcuni personaggi calati in ruoli insoliti)... Tant'è che alcune idee, alquanto improbabili, sono state riprese anche dopo molti anni, e ora sono diventate parte dell'universo narrativo ufficiale di questa o di quella casa editrice... Come ad esempio quella di dare a Jane Foster il martello di Thor...


A questo punto penso sia evidente che la funzione di una realtà alternativa è anche quella di svincolare un personaggio dalla sua "continuity" (o magari un autore dall'universo narrativo ufficiale della casa editrice per cui lavora), per dargli modo di sfruttare il suo potenziale in un modo inedito...

E con gli anni è diventata buona prassi evidenziare periodicamente le differenze fra una realtà parallela e l'altra, spesso facendo confrontare (e/o scontrare) le varie versioni dello stesso personaggio...


Quindi, a scanso di equivoci, presentare una dimensione alternativa in cui si muove un personaggio che è virtualmente indistinguibile dalla sua versione ufficiale, e che non presenta sostanziali differenze da quest'ultima, è del tutto inutile... In particolare se ci si limita a rimescolare alcuni eventi del suo passato: se il risultato finale non cambia l'effetto è solo quello di avere allungato il brodo e di non coinvolgere il pubblico...

D'altro canto se il concetto di realtà alternativa prende troppo piede si rischia di disorientare comunque i lettori, tant'è che la DC Comics è stata la prima casa editrice a creare un multiverso ed è stata la prima ad eliminarlo, con CRISIS ON INFINITE EARTHS (1985)...

Alla fine della saga rimase un unico universo, dove alcuni eroi degli anni Quaranta coabitavano con le loro nuove versioni, ma in cui le uniche versioni ufficiali dei personaggi che prima erano "sovrapponibili" alle loro versioni precedenti (Superman, Wonder Woman, Batman, ecc) erano  rimaste quelle moderne (che nella realtà post-CRISIS erano entrate in attività fra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta)... Versioni moderne che non avevano alcuna memoria della loro vita "precedente" e che vennero ripensate per offrire nuovi spunti agli sceneggiatori... Come nel caso di Superman, che non era più orfano e che non era mai stato Superboy... E che alla fine confessò alla giornalista Lois Lane la sua doppia identità e finì per sposarla...

Quindi, in ultima analisi, si può dire che da un lato CRISIS ON INFINITE EARTHS è servita per snellire l'universo DC Comics e per renderlo più coerente, mentre dall'altra aveva lo scopo di offrire tanti spunti inediti, che prima non sarebbe stato possibile sfruttare...

L'idea era buona, ma nel giro di pochi anni risultò un colabrodo. Pretendere che, da un giorno all'altro, tutti gli sceneggiatori fossero in grado di rielaborare quasi cinquant'anni di storie, universi alternativi e linee temporali in maniera coordinata e credibile era decisamente troppo. Inoltre avrebbero dovuto trovare il modo di superare le inevitabili incongruenze connesse a personaggi che ora risultavano "inesistenti" e ad eventi che nel nuovo universo non si erano mai verificati , e nel giro di poco tempo i nodi vennero al pettine... E le toppe posticce non riuscirono più ad arginare i danni, anche perchè il pubblico, con gli anni, era diventato sempre più "colto" ed esigente...

Inoltre bisognava considerare il fatto che c'erano comunque molti autori validi che volevano scrivere storie ambientate in contesti "alternativi" a quello ufficiale... E per questo la DC Comics inaugurò una linea di fumetti chiamata Elseworld, in cui gli autori potevano scrivere storie "alternative" in cui Superman era stato adottato in Russia o in cui Batman era diventato un vampiro...
Nel frattempo la casa editrice fece qualche tentativo per sistemare le cose anche nel suo universo ufficiale, attraverso una nuova "crisi" a base di linee temporali alternative (ZERO HOUR, nel 1994), ma alla fine si dovette rassegnare, trovando il modo di reinserire il concetto di multiverso... E facendo addirittura ricordare ai suoi personaggi quello che era successo durante CRISIS ON INFINITE EARTHS, e come erano gli universi alternativi (e le loro vite) prima di quell'evento... Il tutto in INFINITE CRISIS (2005).

Dopo questo ennesimo cataclisma si era creato un nuovo multiverso (composto da 52 realtà principali e dalle loro varie diramazioni), tuttavia - una volta riordinate le cose - bisognava trovare il modo di aggiornare e snellire ulteriormente il tutto, anche perchè le esigenze delle nuove generazioni erano diverse da quelle di chi le aveva precedute... E inoltre serviva un modo per sbarazzarsi definitivamente dei personaggi degli anni Quaranta, visto che a breve sarebbero comunque dovuti morire di vecchiaia...

E così si è utilizzato il paradosso spazio temporale creato dal velocista Flash, quando è corso indietro nel tempo per cambiare il suo passato... Un evento (chiamato FLASHPOINT) che ha creato una reazione a catena che ha portato alla nascita di una nuova versione del multiverso DC Comics, definita New 52 (2011). In questo ennesimo nuovo universo le ultime versioni, ringiovanite, dei supereroi DC hanno tutte "debuttato" in pubblico non più tardi del 2006, mentre la nuova Terra-2 è abitata dalle loro NUOVE versioni alternative, che però - ovviamente - non hanno più niente a che fare con la Seconda Guerra Mondiale... Tant'è che nella nuova Terra-2 ha creato un certo scalpore la rinnovata versione alternativa di Green Lantern, questa volta giovane e rampante (e non più un anziano reduce degli anni Quaranta), che si è presentata ai lettori facendo la proposta di matrimonio al suo compagno...

Il che ci porta a considerare un'altra importante funzione delle realtà alternative e degli eventi che le coinvolgono, e cioè lo svecchiamento - contenutistico e anagrafico - dell'universo narrativo della loro casa editrice di riferimento. Tant'è che, nel caso specifico della DC Comics, tutti questi cataclismi sono sempre stati molto utili in particolare alla serie LEGION OF SUPER-HEROES, che pur essendo ambientata in un futuro remoto (e quindi senza problemi di vincoli temporali) è comunque incentrata su una squadra di super adolescenti... E per forza di cose deve "ripartire" da zero (o quasi) ogni volta che i protagonisti crescono troppo, anche se le loro versioni precedenti non vengono rimosse (dato che appartengono a linee temporali alternative e NON a realtà parallele)...  Quindi, attualmente, nell'universo DC Comics coesistono varie versioni della LEGION: perlomeno quella che ha debuttato nel 1958 (e i cui componenti ora sono in buona parte sposati e con figli), quella che è ripartita nel 1994 e quella che si è vista a partire dal 2004... E, in almeno un'occasione (Final Crisis: Legion of 3 Worlds - 2008), tutte e tre le versioni  hanno dovuto unire le loro forze contro una minaccia comune...

Tuttavia l'universo New 52 non è che sia piaciuto proprio a tutti, tant'è che molti titoli non hanno avuto il successo sperato, e ancora una volta la casa editrice è dovuta tornare sui suoi passi... Prima con l'evento CONVERGENCE (2015), in cui si scopre che praticamente tutti gli universi narrativi che sembrano essersi estinti, da CRISIS ON INFINITE EARTHS in poi, erano sopravvissuti (almeno in parte)... E poi con REBIRTH, l'evento che quest'anno sta ridefinendo ulteriormente le cose, facendo tornare nell'universo DC Comics la versione di Superman precedente a quella New 52, con sua moglie Lois Lane e con la novità rappresentata da loro figlio Jonathan... Un Superman che, tra l'altro, è ben consapevole di tutta la storia di realtà alternative e paradossi spazio temporali da cui proviene...

E a questo punto è davvero difficile immaginare come evolverà la situazione...

Il che, in effetti, potrebbe essere un altro punto a favore di questo nuovo approccio alle realtà alternative da parte degli editori americani: un approccio che consiste nella sovrapposizione e nel rimescolaento delle stesse, per produrre effetti imprevedibili... Senza peraltro contrariare più di tanto il pubblico più affezionato e preparato, visto che non si nega l'importanza di tutto quello che aveva letto fino a quel momento, e forse si riesce anche a dargli un valore supplementare...

E la MARVEL, da parte sua, deve avere fiutato il potenziale di questa nuova strategia narrativa, tant'è che l'anno scorso ha dato il via al suo personale rimescolamento di realtà alternative con la saga SECRET WARS, da cui è emerso un universo in cui si muovono i superstiti di diverse realtà alternative che si sono estinte (e di cui sono tutti ben consapevoli), e in cui anche i personaggi più iconici  della casa editrice sono stati stravolti...

Un universo in cui praticamente non c'è più niente di certo, e in cui - per inciso - stanno coabitando diverse versioni di Spider-Man molto diverse fra loro...


Se questa scelta si rivelerà azzeccata, o se la MARVEL dovrà tornare su suoi passi, ce lo dirà il tempo... Sicuramente, se voleva incuriosire il pubblico e rinnovare i suoi personaggi, non si può dire che abbia mancato l'obbiettivo...

Ad ogni modo, riassumendo tutto questo discorso, le realtà parallele sono uno stratagemma narrativo molto complicato da gestire, ma possono essere una preziosa risorsa quando:

1) Si vogliono riciclare vecchie idee e vecchi contesti, che potrebbero avere ancora un certo potenziale commerciale e narrativo.

2) Si vogliono snellire decenni di storie ripartendo da zero e/o conservando lo stretto indispensabile, per poi ripartire verso nuovi orizzonti.

3) Si vogliono esplorare nuovi spunti narrativi, in particolare se stravolgono il concept tradizionale di un personaggio e delle sue storie.

4) Si vogliono svecchiare (anche anagraficamente) i personaggi che iniziano ad accusare segni di stanchezza e/o non offrono più possibilità di identificazione con le nuove generazioni e il loro mondo.

5) Si vogliono mescolare le carte in tavola per rendere la narrazione, i personaggi e il loro contesto "nuovi" e imprevedibili.

Inoltre, se c'è una cosa che gli editori americani hanno imparato, è che il pubblico non accetta più che il confronto fra due dimensioni alternative venga "rimosso" dalla memoria di chi è stato coinvolto nei relativi eventi... Anche perchè, visto il livello di "nerditudine" raggiunto dai lettori di oggi, verrebbe visto come un raggiro...

Detto ciò: perchè nel caso di Nathan Never ho parlato di "presa per i fondelli"?


Premesso che non pretendo di insegnare il mestiere a nessuno, e che sono un lettore molto occasionale della serie, la sensazione è che in questo caso si sia voluta sfruttare l'idea delle terre alternative fondamentalmente per offrire un bel colpo di scena (e dare modo ad Antonio Serra di salutare il suo pubblico "col botto"), nonchè per dare un margine di manovra maggiore (ma neanche tanto) a chi scriverà le storie successive...

Quindi, in parole povere, Nathan Never (o perlomeno il Nathan Never di cui si sono seguite le vicende finora) è "morto" in maniera così cataclismatica per niente... O quasi...

Nel senso che, riallacciandomi ai punti di cui sopra, la situazione che si delinea è la seguente:

1) Dall'altra "terra", quella originale, non arriverà niente da riciclare, dato che il Nathan Never "storico" si è disintegrato con tutto il suo mondo... E comunque la sensazione è che non sarebbe stato necessario recuperare alcunchè, visto che il Nathan Never "nuovo" - per forza di cose - si muoverà comunque in forte continuità con quello vecchio, aumentando il senso di "presa per i fondelli" di cui sopra...

2) Molto probabilmente, per non indisporre troppo chi ha seguito la serie dall'inizio, non ci sarà un reale snellimento della biografia del personaggio, ma più semplicemente una riconfigurazione di alcuni elementi... Anche perchè in questo caso non si è trattato di un reboot, ma di uno "slittamento" fra due realtà parallele. Il problema è che in questo modo non si sa cosa coincide con la versione precedente e cosa no...

3) Si stravolgerà il concept originale del personaggio? Salterà fuori che questo nuovo Nathan Never non ha mai avuto una figlia? Che magari ha adottato un figlio? Che da qualche parte ha un fratello gemello che fa il mercenario e che a differenza sua è sempre di buon umore, e che lo coinvolge nelle sue avventure chiedendogli periodicamente di sostituirlo? Si scoprirà che in questa realtà ci sono alieni in incognitò sulla terra? Legs Weaver sarà sposata con una donna che le ha dato una bella bambina di nome Sigourney?
Non so perchè, ma ho dei seri dubbi al riguardo...

4) Il personaggio, a prima vista, non è stato svecchiato, men che meno anagraficamente... E quasi sicuramente questo nuovo mondo non sarà tanto più "moderno" di quello precedente, sia a livello di situazioni che a livello di contenuti...

5) L'unico rimescolamento che si è verificato è stato il "trasloco" del figlio di un personaggio dalla realtà in cui la terra si è disintegrata (quella originale) alla realtà in cui è  sopravvissuta (quella nuova), dove però lui era già morto... Quindi a livello di dinamiche narrative la situazione è rimasta pressochè identica. D'altra parte non c'è stato il tempo di confrontare il mondo nuovo con quello vecchio, e quindi non c'era niente che valesse la pena rimescolare.

E questo è quanto.

Ad ogni modo il punto numero 2, in particolare, può rappresentare un problema non indifferente sia per i lettori che per gli sceneggiatori. Lo slittamento del baricentro narrativo da una realtà all'altra non è una cosa semplice da gestire, proprio perchè si presuppone che ora alcune cose siano uguali e altre no, e che sia importante sapere dove sono le differenze. Infatti quando negli USA fanno operazioni di questo genere si tende sempre a far ripartire da zero la biografia dei protagonisti, o - più raramente - si ricorre a protagonisti che naufragano da una realtà all'altra... E che possono "scoprire" il nuovo universo in cui sono ambientate le loro storie assieme al lettore... Come ad esempio è successo nella la serie MUTANT X (1998) della MARVEL, in cui il protagonista - che proveniva dall'universo MARVEL ufficiale - si ritrovò catapultato in un universo MARVEL parallelo, e completamente stravolto rispetto a quello che conosceva... Un universo che, ovviamente, ha poi imparato a conoscere numero dopo numero, assieme ai lettori...

In ogni caso, nel suo come in altri casi, bisogna tenere ben presente che i "naufraghi" non possono e non devono rimuovere il ricordo del mondo da cui provengono... Altrimenti non solo il lettore si sente preso per i fondelli, ma lo slittamento dimensionale rischia di diventare un'esercizio di stile sconclusionato e irritante, che non porta da nessuna parte...

Il problema è che, nel recente caso di Nathan Never, non ci sono i presupposti per tamponare il disagio dovuto allo "slittamento" dimensionale dell'ambientazione... Visto che qui il protagonista non è un "naufrago" e non è nemmeno una nuova versione del personaggio... Bensì una versione parallela dello stesso, che vivrà le sue avventure nella terra parallela in cui è sempre vissuto...

Per fare un paragone calzante è un po' come se, all'indomani di CRISIS ON INFINITE EARTHS o di FLASHPOINT, invece di ripresentare le origini di Superman dall'inizio si fosse scelto di passare il testimone da un Superman morente ad una nuova versione di Superman fatta e finita, che abitava da sempre in una sua realtà alternativa e che aveva diverse centinaia di ipotetiche avventure alle spalle... Avventure anche importanti ed essenziali per inquadrarlo, ma di cui i lettori  (e gli sceneggiatori) non sapevano assolutamente nulla...

E va da sè che una scelta del genere sarebbe stata un suicidio narrativo...

A meno che le differenze fra queste realtà parallele non fossero state davvero minime e il nuovo Superman non fosse stato una fotocopia del precedente, che si muoveva in una realtà a sua volta fotocopiata dalla precedente... Però in quel caso CRISIS ON INFINITE EARTHS o FLASHPOINT sarebbero risultate due operazioni del tutto inutili e fini a se stesse, anche se hanno portato alla morte delle versioni "originali" di personaggi iconici come Wonder Woman...

E se, dopo CRISIS ON INFINITE EARTHS, Wonder Woman non fosse stata rilanciata in grande stile, ripartendo da zero in un nuovo contesto che potesse giustificare la scomparsa delle due Wonder Woman precedenti (quella di Terra-1 e quella di Terra-2), i lettori ci avrebbero messo una bella pietra sopra... Su di lei come su buona parte delle produzioni della DC Comics, probabilmente...

Ecco: molto in sintesi l'impressione è che con Nathan Never si stia verificando quello che, per fortuna, NON si è verificato con Wonder Woman, Superman e con i loro colleghi quando si è cercato di rinnovarli e di ridestare l'interesse del pubblico sfruttando crisi dimensionali, realtà parallele e via dicendo... Anzi, viene quasi il dubbio che - nel caso di  Nathan Never - tutta la questione sia stata presa un po' troppo alla leggera, quasi come se fosse un gioco, sottovalutando l'impatto (anche emotivo) che avrebbe potuto avere nel lungo periodo sulla sensibilità del pubblico...

Tantopiù che in una recente intervista Antonio Serra dice - con un tono insolitamente allegro e tendente a minimizzare - che la miniserie ANNOZERO non ha niente a che fare con l'arrivo del nuovo Nathan Never e con la disintegrazione di quello vecchio (CLICCATE QUI)... E questo, in effetti, potrebbe indisporre ulteriormente il pubblico. Soprattutto quello che prende i fumetti che legge, per cui spende i suoi soldi e su cui investe il tempo necessario per la lettura, molto sul serio.

Anche perchè, con tutte le possibilità che ci sono al giorno d'oggi per occupare il tempo libero gratis, impiegare un oretta per leggere un fumetto (che oltretutto è pure stato pagato) è diventato una specie di investimento... Un investimento che non viene più fatto alla leggera, come accadeva dieci o venti anni fa, e che pertanto richiede che dall'altra parte venga offerto un prodotto competitivo e all'altezza delle aspettative di un pubblico che non deve assolutamente sentirsi preso in giro... Perchè, oggi come oggi, non ci vuole davvero nulla perchè quel pubblico investa il suo tempo e i suoi soldi su altro...

Forse sbaglio, ma la sensazione è che ora la serie di Nathan Never si sia infilata in quello che si definisce un cul-de-sac... Una strada senza uscita... A meno che le nuove storie non si rivelino talmente innovative e intriganti, da compensare il disagio dovuto alla trovata della "sostituzione" del protagonista.

Il punto, però, è che una casa editrice come quella di Nathan Never ha un concetto molto relativo di "innovativo" e "intrigante", e pertanto le prospettive non sono incoraggianti.

Facciamo un piccolo paragone: ogni volta che la DC Comics ha rilanciato il suo universo lo ha reso un po' più gay friendly, e quando ha provato a tornare sui suoi passi i nuovi lettori (che - inevitabilmente - ha agganciato con queste operazioni) le hanno fatto presto cambiare idea... Tant'è che adesso la sua quota di personaggi LGBT e LGBT friendly è in continuo aumento... E se dopo FLASHPOINT ha debuttato una serie dedicata a Midnighter in versione supereroe gay single, a ottobre - dopo REBIRTH - la casa editrice farà debuttare la prima miniserie mai dedicata ad una coppia di supereroi gay, e cioè al Midnighter di cui sopra e al suo ritrovato boyfriend Apollo...

Ora: quante possibilità ci sono che, nelle storie del nuovo Nathan Never, sulla questione LGBT ci sarà un clima diverso rispetto a quello che si è visto nelle storie viste finora? Magari rendendo la percentuale di personaggi LGBT più numerosa, visibile, assertiva e integrata rispetto al passato? O anche solo presentando una versione più emancipata e "omosessualmente positiva" di Legs Weaver?

Non so perchè, ma ho la sensazione che siano pochine...

D'altra parte tutte le volte che in casa Bonelli hanno tentato di applicare la strategia delle dimensioni alternative sembrano averne frainteso lo spirito. Ora, ad esempio, ci sono due Dylan Dog oltre a quello ufficiale: uno che si muove in un'ambientazione retrò anni Ottanta/Novanta (e che compare nel supplemento quadrimestrale "Maxi Dylan Dog - Old Boy") e uno "invecchiato" che si aggira in una terra devastata da un'apocalisse zombie (quello del ciclo "il pianeta dei morti", che prosegue sui supplementi annuali Speciali)...

Inoltre da quattro anni vengono portate avanti le vicende di una versione alternativa di Martin Mystere che si muove negli anni Trenta del scorso secolo(!), limitandosi a proiettare in un altra epoca le situazioni e le trovate che animano la sua serie ufficiale... Quasi come se, dalle parti della Bonelli, le terre alternative non fossero considerate una risorsa per rilanciare i personaggi presso i giovani, ma per strizzare l'occhio ad un pubblico sempre più maturo, e in ogni caso non propriamente occasionale...

E badate bene che non è detto che, ad esempio, un'ambientazione retrò debba per forza presentare situazioni retrò e vincolate da una morale retrò... La DC Comics (sempre lei) da un paio d'anni propone una realtà alternativa in cui si muovono le versioni "Bombshells" dei suoi personaggi, e cioè un mondo che prende spunto dalle rivisitazioni in stile pin-up anni Quaranta delle supereroine DC Comics, proposte da una recente serie di statuine per collezionisti...

Pur essendo ambientata negli anni Quaranta (ricostruiti con cura fin nei minimi dettagli), questa serie risulta estremamente moderna e accattivante anche per un pubblico molto giovane e/o di lettori occasionali, tant'è che la versione Bombshell di Batwoman è comunque lesbica e porta avanti con disinvoltura una relazione con la sua compagna (con cui, peraltro, convive)... E la cosa emerge chiaramente fin dal primo numero della serie, che è praticamente dedicato solo a lei!

C'è da dire che in questa serie "al femminile" l'argomento omosessualità viene sviluppato costantemente, e non solo quando c'è di mezzo Batwoman (chead un certo punto si ritrova in missione a fianco della della sua ex), ma anche quando ci sono di mezzo Harley Quinn e Poison Ivy... Che nell'universo DC Comics ufficiale non sono mai potute essere così dirette...

Perciò, se pure le realtà alternative si confermano anche oggi un espediente nato per rilanciare e svecchiare i personaggi dei fumetti seriali, anche con trovate audaci e un po' sperimentali, è evidente che questa non è una loro prerogativa presso la casa editrice di Nathan Never... E quindi, a maggior ragione, la morte del titolare "originale" della serie di cui abbiamo parlato rischia di essere percepita come "divertissement" e poco più, finendo per allontanare ulteriormente il pubblico storico (che, presumo, in buona parte deve essersi sentito perlomeno contrariato dal modo con cui si è risolta l'ultima saga di Antonio Serra)... Mentre molto difficilmente un nuovo pubblico finirà per avvicinarsi ad un personaggio "nuovo" che continua ad essere over cinquanta e che probabilmente continuerà a NON usare la fantascienza per toccare anche temi attuali, magari anche controversi e delicati, possibilmente in chiave moderna... Preferendo ripiegare su citazioni fantascientifiche più o meno colte e su una serie di trovate che magari fanno pure tanta scena, ma che nei fatti non portano a nulla e coinvolgono sempre meno pubblico...

Ad ogni modo, come ha detto Patrizia Mandanici, "il lettore naturalmente è libero di apprezzare i risultati o meno, di abbandonare o proseguire",  quindi non ci resta altro da fare che aspettare un po' per verificare se sono io che ho preso un grosso granchio oppure no...

Alla prossima!
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REX A BERLINO

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Ciao a tutti, come va?

Se in questi giorni avete in programma di andare a Berlino, o se ci siete già, vi segnalo che dall'9 al 18 settembre ci sarà un bella mostra dedicata al noto artista omoerotico REX, presso la galleria The Ballery (CLICCATE QUI).

Al di là della bravura di questo artista, che nel 1985 venne premiato dal Sindaco di San Francisco come uno dei cento artisti più influenti della città, penso che sia importante conoscerlo anche perchè è uno dei pochi artisti ancora viventi che hanno fatto parte della storia dell'arte omoerotica pop fin dalle origini, seguendone l'evoluzione...

Nato negli anni Quaranta in un'anonima fattoria del Nord-Est americano, fugge non appena possibile a New York, dove trova un mecenate che gli finanzia gli studi d'arte. Comincia a lavorare come illustratore nell'ambito della moda, e per un po' vive anche a Londra e a Parigi, ma non si sente realizzato e così  negli anni Settanta decide di far vedere i suoi lavori omoerotici ad un sexy shop gay che distribuisce anche riviste erotiche... Il totolare rimane colpito dalla sua bravura e lo fa conoscere a diversi editori, proprietari di locali e persino a produttori di popper (!) che trovano particolaremente adatto il suo stile raffinato e perverso per le loro locandine pubblicitarie... Anche perchè in quel periodo le foto pornografiche erano illegali, ma i disegni no, e comunque il mondo gay di quel periodo si muoveva in un contesto di semiclandestinità... Spesso al fianco di realtà borderline e non propriamente raccomandabili. Quindi un bianco e nero cupo e lussurioso era quanto di meglio poteva rappresentarlo.

Il suo nome diventa subito molto popolare, anche perchè è l'unico che ricorre alla puntinatura per dare volume alle sue illustrazioni, e ad un certo punto decide di trasferirsi a San Francisco per aprire una propria galleria espositiva, che però finisce bruciata nel terribile incendio che devasto il quartiere gay della città nel 1981. A quel punto, però, l'epidemia di AIDS spinge da una parte il Governo ad adottare provvedimenti restrittivi sulla promiscuità sessuale della comunità omosessuale (ad esempio chiudendo le saune), e dall'altra lo stesso mondo gay ad adottare uno stile più sobrio e soft... Tant'è che per diversi anni gli editori gay cercheranno di evitare fumetti e disegni con contenuti.esplicitamente sessuali . E infatti REX sparisce dalla circolazione per diversi anni...

I suoi nuovi lavori erotici ricominciano a circolare solo nel 1992, quande le acque si sono calmate e la comunità gay riprende ad avere un rapporto meno complicato con la sessualità. A quel punto apre una galleria privata a New York, ma alla fine pensa che la situazione negli USA sia ancora troppo politically correct per una persona con le sue fantasie e con la sua passione per il fetish, e così dal 2010 ha deciso di strasferirsi ad Amsterdam... Anche perchè, a quanto pare, nell'Europa del Nord i suoi lavori sono ancora particolarmente apprezzati... E infatti ultimamente ci sono diverse gallerie che gli stanno dedicando delle mostre personali...
Cosa che (anche se è superfluo ribadirlo) in Italia non è mai avvenuta, dato da noi è il concetto stesso di arte omoerotica pop che non riesce a farsi largo e ad essere sdoganato.

Ad ogni modo è bello vedere che, negli ultimi anni, si sta cercando di recuperare la memoria storica e artistica di chi ha delineato l'immaginario omoerotico pop degli inizi, anche se in effetti c'è ancora molto lavoro da fare e i nomi da recuperare sono ancora tanti. Sia come sia, a titolo di cuiriosità, può anche essere interessante notare che il bel volume che l'editore Gmuender ha dedicato a REX, nel 2012, è già andato esaurito e ora si trova nel mercato dell'usato ad un prezzo decisamente alto...

E qualcosa vorrà pur dire.

Alla prossima!
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REAZIONI DA COPERTINA...

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Ciao a tutti, come va?

Finalmente è disponibile, negli USA, il primo numero della serie ALTERS della Aftershock... Che ha mantenuto le premesse annunciate e inizia raccontando le vicissitudini di una supereroina transgender di nome Chalice... Che nella vita di tutti i giorni si fa ancora chiamare Charlie e non ha ancor avuto il coraggio di dire alla sua famiglia che ha dei super poteri e che intimamente si sente una ragazza (cosa che, però, sfrutta indossando una parrucca e abiti femminili... Per presentarsi come una supereroina a tutti gli effetti)....

Questo primo numero è giusto un'introduzione alla vicenda, ma lo scrittore Paul Jenkins ha già fatto un lavoro egregio, anche perchè gli spunti per trattare argomenti delicati abbondano, tantopiù che Charlie/Chalice ha anche un fratello cerebroleso e frequenta un ambiente di lavoro molto maschilista... Certo, strada facendo bisognerà vedere se lo sceneggiatore sarà in grado di rapportarsi con un personaggio transgender senza rischiare di tratteggiarlo come un semplice omosessuale o come un crossdresser, ma al momento è davvero troppo presto per esprimersi al riguardo...

Ad ogni modo, al netto dell'elemento transgender, la storia promette bene.

Se ne parlo oggi, comunque, non è tanto per il fumetto di per sè, ma per via delle reazioni che ha già suscitato, in particolare nello stato del North Carolina, che è notoriamente conservatore e che negli ultimi mesi si è fatto notare per una politica abbastanza ostica verso la comunità gay e a quella transessuale... Anche perchè ha approvato una legge che obbliga le persone transgender ad andare nel bagni realtivi al sesso che compare sui loro documenti.

E infatti è proprio su questo elemento che ha giocato la copertina speciale realizzata per la fumetteria Ssalefish Comics di Winston Salem (una delle più grandi degli USA), che si trova appunto in North Carolina e che il 17 settembre ha organizzato un evento in cui gli autori della serie verranno a firmare proprio l'albo con la copertina variant speciale... Che guardacaso prende di mira le limitazioni della legge sull'uso dei bagni pubblici...

L'iniziativa è decisamente notevole, e palesemente schierata dalla parte delle persone transgender, ed era inevitabile che suscitasse qualche polemica... Tant'è che sui profili social della fumetteria qualche cliente ha già detto che cambierà negozio...

La fumetteria, ovviamente, sta rispondendo in maniera diplomatica, ma la questione sta diventando un piccolo caso, che ha iniziato a coinvolgere anche le associazioni per i diritti LGBT e i media nazionali. Anche perchè la fumetteria Ssalefish Comics ha già detto che vuole devolvere il 10% degli incassi del numero 1 di ALTERS all'associazione Equality NC, che fra le altre cose si batte per una revisione della suddetta legge sui bagni pubblici...

Chi l'ha detto che i fumetti servono solo per evadere dalla realtà?

Sia come sia tutta questa storia, al di là dei buoni propositi, sta facendo una gran pubblicità sia alla fumetteria (che vedete qui sotto) che alla casa editrice...

E questo non è un male, considerando che potrebbe contribuire a smuovere le acque sulla tematica transgender anche presso gli editori che non l'hanno ancora affrontata,  nonchè a sensibilizzare il pubblico generalista su utta la questione.

Staremo a vedere cosa succederà.

Di certo tutta questa discussione attorno ad ALTERS è anche la prova di come sia cambiata la sensibilità verso certi argomenti negli ultimi anni. Infatti, anche se nessuno ha colto l'occasione per ricordarlo, il fumetto americano aveva trattato tematiche vagamente simili già nel 1993, con la supereroina Mantra (pubblicata negli USA dalla defunta casa editrice Malibu e in Italia dalla Star Comics)...

Mantra all'apparenza era una supereroina sexy creata sula scia del successo delle bad-girl che andavano di moda in quel periodo, ma il destino ha voluto che "nascesse" quando la coscienza di un guerriero ha occupato il corpo di una casalinga tutta curve di nome Eden (che oltretutto aveva due figli a carico e un ex marito)... Creando, nei fatti, un protagonista transgender FtM... Con una coscienza maschile in un corpo femminile (che tra l'altro doveva  mantenere così com'era per non dare nell'occhio e non farsi scoprire dai suoi nemici). Con tutte le implicazioni del caso.

Una metafora neanche tanto velata della condizione transgender, insomma.

Eppure, all'epoca, non ci furono polemiche di sorta... Anche perchè, probabilmente, tutto il discorso LGBT era circoscritto ad un ambito talmente remoto e distante dalla quotidianità dei lettori da non stimolare alcuna presa di posizione al riguardo... Nemmeno con l'inserimento di spunti obbiettivamente forti, soprattutto se associati ad un personaggio come Mantra...

D'altra parte i tempi cambiano, e la sensibilità del pubblico pure... Forse, se Mantra venisse proposta ora, la reazione sarebbe molto diversa.

Piccola curiosità: anche se in Italia non ne sta ancora parlando nessuno, la disegnatrice di ALTERS è l'italiana Leila Leiz (foto sotto), che ha all'attivo alcune pubblicazioni in Francia e una toccata e fuga dalle parti della Sergio Bonelli Editore...

Adesso sta coronando il suo sogno di lavorare nel mondo dei comics americani e a quanto pare è partita col botto, visto che grazie ad ALTERS il suo nome si sta facendo conoscere molto rapidamente. Promuovendo di riflesso anche il bel lavoro che sta portando avanti su un'altra serie a suo modo alternativa... E cioè  NVRLND della 451 Burn Comics, incentrata su una reinterpretazione urbana, realistica e molto contemporanea di Peter Pan, che qui è un ragazzo che ha deciso farsi largo nel mondo del rock giovanile...
 

Particolarmente interessante, direi, è la sua versione aggiornata di Capitan Uncino...


Inutile dire che, al pari di una pletora di fumetti freschi e interessanti che intasano le fumetterie americane, non è affatto detto che NVRLND o ALTERS arrivino anche da noi... E men che meno che arrivino in un'edizione economica da edicola, che forse potrebbe contribuire a intercettare e a riconquistare quel pubblico - giovane e occasionale - che i nostri editori non sanno più come raggiungere...

E forse non è un caso.

D'altra parte, dalle nostre parti, le capacità di Leila Leiz - e il suo talento nel cogliere le sfumature del mondo giovanile di oggi - non sono certo state messe all'opera su personaggi "giovani" e al passo coi tempi, ma su un ben più classico fumetto di fantascienza dal sapore vagamente retrò... Con tanto di famiglia tradizionale in copertina...

E direi che non c'è molto altro da aggiungere.

Alla prossima!
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MUSICA, MAESTRO!

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Ciao a tutti, come va?

Come avrete notato è da diverso tempo che non punto l'attenzione su Topolino. Purtroppo la casa editrice ha deciso di non comunicare i dati di vendita del settimanale all'agenzia per gli Accertamenti Diffusione Stampa da più di un anno, e quindi ora non è semplice capire quando e quanto certe scelte influiscono sull'andamento della testata... O se i contenuti di Topolino incontrano davvero i gusti di un pubblico, giovane o meno, che vive la sua quotidianità in una dimensione che ha sempre meno punti in comune con quella dei personaggi Disney rielaborati in Italia..

Ad ogni modo, nonostante i dati secretati, qualche spunto di riflessione interessante Topolino lo offre ancora. Lo spunto di oggi, ad esempio, arriva dalla copertina del numero attualmente in edicola... In cui compare Paperino che si fa un selfie assieme ai Pooh, a cui viene dedicata un'intervista esclusiva all'interno...

I Pooh sono un gruppo musicale che si è formato nel 1966, e i suoi membri (o perlomeno quelli che stanno partecipando all'attuale reunion e che sono raffigurati sulla copertina) sono Roby Facchinetti (1944), Dodi Battaglia (1951), Red Canzian (1951), Stefano D'Orazio (1948) e Riccardo Fogli (1947). Quindi si parla di cantanti che vanno dai 66 ai 72 anni. Non che ci sia niente di male ad avere quell'età, e sicuramente si parla di un gruppo musicale che ha fatto la storia della musica italiana e tutto il resto... Eppure la domanda nasce spontanea: che senso ha, per Topolino, dedicargli una copertina?

L'intervista all'interno viene presentata come un'iniziativa della redazione, che ha voluto mandare 4 ragazzini fra i 7 e i 12 anni (accompagnati dalle loro madri, a quanto pare fans molto accanite del gruppo) a fargli qualche domanda in occasione dei loro primi cinquant'anni di carriera... Con tanto di tavola celebrativa che ne riassume la storia...

La tavola è stata realizzata da Paolo Campinoti, che in occasione di Sanremo 2015 aveva già realizzato per Topolino un'inquietante foto di gruppo con tutti i cantanti che partecipavano alla manifestazione (prego notare anche la presenza di Mauro Coruzzi, alias la drag queen Platinette... Ovviamente in versione rigorosamente maschile)...

Una trovata che è stata riproposta in versione aggiornata anche per l'edizione 2016... Con tanto di (lampadatissimo) conduttore Carlo Conti incluso...

E nello stesso periodo Carlo Conti ha avuto anche l'onore di comparire sulla copertina di uno speciale tutto dedicato alle storie Disney ispirate al Festival di Sanremo (assieme a Vincenzo Mollica, un giornalista Rai che - con il nome di Paperica - da alcuni anni è diventato a tutti gli effetti un personaggio ricorrente nelle pagine di Topolino...)... 

E varrebbe davvero la pena di chiedersi se, con queste operazioni, sono stati maggiori i benefici promozionali per il Festival o i danni di immagine per i prodotti Disney Panini in generale...

Lo stesso discorso si può applicare alla copertina con i Pooh per Topolino: che l'idea sia partita davvero dalla redazione, o che in realtà sia stata "suggerita" (sponsorizzata?) dal management del gruppo, non fa molta differenza... Nel senso che, oltre ad essere alquanto fuori luogo, rischia anche di danneggiare ulteriormente l'immagine di un settimanale che - perlomeno stando agli ultimi dati pervenuti - continua a perdere lettori (e lettrici).

Il fatto che i piccoli intervistatori avessero un'età compresa fra i 7 e i 12 anni, inoltre, può anche darci un'idea di quale sia ancora il target principale a cui mira la testata, esaltando ancora di più il grossolano errore di markenting rappresentato da un'operazione del genere...

Tantopiù che, quando i Pooh dicono di essersi ispirati ad un personaggio Disney per il loro nome, dimenticano (o magari non hanno mai saputo) che Winnie the Pooh (che oltretutto su Topolino non compare mai) è stato solo animato dalla Disney... Visto che è un personaggio inventato dallo scrittore ingleseAlan Alexander Milne per i suoi romanzi, e che solo dopo la sua morte è stato concesso in licenza alla Disney dai suoi eredi...


Tant'è che gli eredi di terza generazione hanno iniziato ad agire per vie legali contro la Disney per rivedere i termini del contratto, e la situazione si è risistemata solo nel 2007... Quindi, a ben guardare, il legame dei Pooh con la Disney è molto relativo, e comunque inizia e finisce con il loro nome...  

Intendiamoci: i Pooh fanno bene a cercare di promuoversi ovunque, anche per rinnovare il loro pubblico, ma se Topolino arriva a dare tanto spazio ad un gruppo di cantanti sulla settantina c'è qualcosa che non funziona più... Anche perchè i Pooh, di fatto, non hanno davvero niente a che spartire col settimanale che gli ha dedicato la copertina e con quello che dovrebbe essere il suo target di riferimento principale... Anche se in effetti, in fatto di copertine, Topolino sembra avere perso un po' il senso della misura da diverso tempo (ne ho accennato QUI).

Nei pur eccessivi anni Ottanta, ad esempio, queste operazioni si verificavano molto raramente e solo in casi particolari. Ad esempio quando Maurizio Nichetti conduceva la trasmissione PISTA sulla Rai. In quel caso, però, la trasmissione era sponsorizzata dalla Disney, ospitava cartoni Disney e ogni settimana estraeva i numeri per giocare al SISTEMONE DI PAPERONE (un antenato del Gratta e Vinci, allegato a Topolino), quindi aveva senso...



Oppure poteva capitare che Romina Power finisse in copertina perchè, fra il primo e il secondo tempo dei film che presentava nel ciclo CINEMA INSIEME (dedicato ai lungometraggi prodotti dalla Disney), estraeva i numeri per giocare alla TOPOTOMBOLA...

O ancora, in copertina, ci poteva finire la giovane cantante/show-girl Arianna Bergamaschi (con cui si tentò di esportare in Italia il modello del Mickey Mouse Club statunitense), che fra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta era una testimonial Disney onnipresente...

Erano tutte copertine molto trash, ma avevano senso, e sicuramente non rischiavano di indisporre il pubblico, visto che comunque si riferivano a prodotti e personaggi che avevano qualche legame concreto con il mondo Disney (e con Topolino). Poi, col passaggio alla Panini (e con il conseguente peso spropositato dato al calcio e ai calciatori) la situazione è degenerata, e successivamente - in concomitanza con l'arrivo dei canali tematici Disney, prima sul satellite e poi sul digitale terrestre - deve essersi verificato un vero e proprio corto circuito. Perchè, evidentemente, la Rai non aveva più modo di sfruttare i diritti Disney per realizzare iniziative e programmi di un certo tipo, ma EVIDENTEMENTE c'è ancora un qualche tipo di rapporto esclusivo che lega Topolino alla Rai... 

E così, invece di ritrovarci con delle copertine di Topolino dedicate alle nuove produzioni (animate e/o live) lanciate da Disney Channel e Disney XD, quest'anno ci siamo ritrovati una copertina dedicata a Fabio Fazio e al suo tentativo di riproporre IL RISCHIATUTTO... E tra l'altro, siccome gli anni passano per tutti, questa volta Fabio Fazio sfoggia pure un bel pizzetto grigio...

Praticamente un suicidio commerciale.

E d'altra parte se Topolino, in Italia, preferisce dedicare una copertina ai Pooh (o a Fabio Fazio) piuttosto che ai giovani cantanti lanciati da Disney Channel, come quelli dell'ormai famosissima serie Alex & Co. (che tra l'altro utilizza per la prima volta un cast ITALIANO), vuol dire che a monte c'è qualcosa che non torna... Non foss'altro perchè SICURAMENTE il giovane pubblico di Topolino sarebbe più interessato ad uno speciale sugli attori/cantanti di Alex & Co., e magari sul loro film che dovrebbe essere uscire a novembre, che non alla reunion dei Pooh o al Rischiatutto versione Fabio Fazio...

Detto ciò, a scanso di equivoci, non è affatto detto che un fumetto che si rivolge ad un pubblico di ragazzini non debba anche considerare cantanti e gruppi musicali storici... Tuttavia c'è modo e modo per farlo. 

Se ci spostiamo per un attimo negli USA, per vedere come si comporta al riguardo la Archie Comics (che negli USA è l'editore di riferimento per il pubblico dai 7 ai 14 anni), possiamo notare qualche "piccola" differenza... Ad esempio: proprio quest'anno i personaggi della Archie Comics sono finiti nel passato e hanno incontrato i Ramones (1974-1996) agli inizi della loro carriera...

Ora: i Ramones sono stati un gruppo punk rock, e non si sono mai posti esattamente come dei bravi ragazzi... Però la loro musica e il loro stile risultano ancora estremamente "giovani" e accattivanti, anche per le nuove generazioni. Così alla Archie Comics hanno pensato bene fosse il caso di farli riscoprire dal loro pubblico, senza alterarne più di tanto lo spirito e l'immagine trasgressiva... Cosa che, peraltro, la stessa casa editrice aveva già fatto nel 2012, quando aveva portato nella tranquilla cittadina di Riverdale nientemeno che il gruppo hard rock dei Kiss, che dal 1972 ha fatto della trasgressione e dell'originalità (nonchè della sua presenza nel mondo dei fumetti) il suo marchio di fabbrica...


In questo caso i personaggi si prestavano anche ad una storia un po' surreale: infatti la streghetta Sabrina fa un po' di pasticci e i Kiss vengono richiamati magicamente nella ridente cittadina di Riverdale per salvare la situazione, e sventare una specie di apocalisse zombie guarendo i contagiati con la loro musica...

Così alla fine il gruppo si è fatto pubblicità, il pubblico ha avuto una storia divertente da leggere (USA TODAY l'ha definita "meravigliosamente bizzarra") e la casa editrice ha contribuito a far conoscere un po' di storia della musica alle nuove generazioni... Senza peraltro farsi problemi a proporre al suo pubblico dei cantanti che hanno sempre sfoggiato un look eccentrico e ricco di sottotesti sessuali ambigui... E comunque, per la cronaca, nella miniserie speciale in cui Archie incontra i Kiss compare anche Kevin Keller, il primo personaggio gay dichiarato della casa editrice (che, ricordo, presenta principalmente storie umoristiche rivolte ad un pubblico che va dai 7 ai 14 anni, anche se ultimamente sta provando ad ampliare il suo target)...

D'altra parte la Archie Comics, negli USA, continua a far parlare di sè e a vendere bene (e quando arrivera il serial Riverdale sul canale CW probabilmente andrà anche meglio), e se la Disney Panini - che pure può contare sull'immensa popolarità di un settimanale come Topolino - non riesce a fare altrettanto un motivo deve pur esserci...

Tra l'altro il fatto che la Disney Panini continui a prediligere il rapporto con la Rai rispetto a quello con Disney Channel (sempre ammesso che non sia Disney Channel a pensare che sia meglio tenere la Disney Panini a debita distanza...), e continui ad avere un approccio di un certo tipo verso i suoi personaggi, potrebbe essere fonte di ulteriori guai non appena arriverà la versone aggiornata della serie animata Duck Tales... Visto che metterà definitivamente in soffitta lo stile grafico e narrativo dei fumetti Disney prodotti in Italia...

Cosa succederà quando il giovane pubblico si accorgerà che i personaggi che ha conosciuto e apprezzato sui canali tematici Disney non sono gli stessi che compaiono su Topolino (cosa che, peraltro, sta già iniziando ad accadere)? 

Non è difficile immaginarlo...

E comunque, mentre la Disney Panini dedica ai Pooh la copertina di Topolino, vale la pena ricordare che l'attrice/cantante Ludovica Comello, meglio nota come Francesca nello strafamoso serial argentino Violetta (prodotto di punta di Disney Channel per diversi anni), è stata la madrina del Gay Pride di Milano lo scorso giugno... E si è pure esibita dal palco (facendo infuriare i soliti bigotti, come potete leggere QUI)...



Che è un po' come dire che, volenti o nolenti, prima o poi bisogna fare i conti con un mondo reale che avanza e che non fa sconti a chi si ostina a indossare i paraocchi... Soprattutto se spera davvero di rivolgersi alle nuove generazioni... Quelle che, per inciso, hanno dei nomi di riferimento che finiscono per cantare al Gay Pride e che non necessariamente passano dalla Rai (a proposito: il concerto/evento per la reunion dei Pooh è stato trasmesso proprio da Rai Uno... Incredibile coincidenza, vero?)...

Non so perchè, ma qualcosa mi dice che prima o poi tutti i nodi verranno al pettine...

Alla prossima!
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IL SOLITO TRAN TRAN...

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Ciao a tutti, come va?
Devo ammettere che oggi ero indeciso se mettere tutto in un post o suddividere il materiale che avevo per le mani in due post diversi... Alla fine, però, mi sono deciso a fare un post unico, perchè volevo darvi l'occasione per fare un confronto immediato.

Partiamo dall'estero: sta per uscire All-New X-Men #13, serie incentrata perlopiù sulle versioni giovanili degli X-Men che provengono dal passato e si ritrovano a muoversi ai nostri giorni. Su questa serie la versione giovanile di Bobby Drake/Iceman ha fatto coming out (CLICCATE QUI) e su questo argomento ha avuto persino un confronto con la sua versione adulta, che a quanto pare non è riuscita ancora ad emanciparsi come lui (CLICCATE QUI).

Ad ogni modo, su All-New X-Men di questo mese, il giovane Bobby Drake si trova a fare vita notturna a Miami assieme agli amici/colleghi Oya e Genesis, che vedendolo ancora insicuro e inibito in fatto di rapporti con la comunità omosessuale decidono di accompagnarlo in un locale gay della zona... E Oya, in particolare, sembra tenerci particolarmente a fargli capire che dovrebbe essere più sciolto e che la sua è un'esigenza comprensibile. Parte della sequenza è circolata in anteprima, e ve la mostro qui di seguito...


Già da queste poche tavole si può intuire che si è voluto rappresentare un contesto tutto sommato realistico e per nulla inquietante, in cui ci si può relazionare senza problemi e dove ci sono persone allegre e socievoli che si stanno divertendo in maniera molto naturale (senza peraltro guardare storto Oya, in quanto femmina)... E, ovviamente, non c'è stato modo per enfatizzare aspetti tristi o deprimenti della condizione gay, e men che meno per giocare sui soliti stereotipi.

E questa diciamo che, a grandi linee, è la prassi per buona parte dei fumetti americani di quest'ultimo periodo, che non a caso cercano normalizzare  e includere il discorso LGBT in maniera sempre meno ghettizzante... Anche perchè questo approccio pare particolarmente gradito dalle nuove generazioni.

D'altra parte siamo pur sempre nel settembre del 2016.

Tuttavia - nello stesso settembre 2016 - in Italia è stato appena ripropostoun  personaggio a fumetti che prende spunto dal mondo LGBT, che non si muove esattamente sullo stesso registro. Si tratta di una strip umoristica ideata da Marcello Toninelli (che è un nome molto noto nel settore, con un curriculum di tutto rispetto), che - per ora - ha trovato spazio sul magazine online Giornale Pop. La protagonista è una prostituta transessuale (che coabita con due colleghi: uno gay e una etero), di nome Tinì Trantran, e le sue storie apparvero inizialmente sulla Gazzenda della Gazzetta dello Sport, fra il 2007 e il 2008.

Qui sotto vi faccio vedere le prime strip, per le successive dovrete andare su Giornale Pop (CLICCATE QUI).







Ora: la satira di costume è un diritto e giocare sugli stereotipi e i luoghi comuni è legittimo... Tuttavia in questo caso è difficile non notare un umorismo sottilmente denigratorio... Tipo quello che anima le chiacchiere ai bar dello sport quando si parla di certi argomenti, per intenderci... E infatti pare che questa striscia, sulla Gazzenda, abbia avuto un certo successo.

Ad ogni modo gli anni passano e mentre all'estero la rappresentazione delle tematiche LGBT nei fumetti si sta evolvendo e diversificando noi ci ritroviamo, ancora nel settembre 2016, a fare i conti con uno scenario italiano in cui la tendenza (al di fuori delle fumetterie e dei contesti strettamente gay friendly) è quella di proporre personaggi LGBT che si reprimono, sono vittima di disgrazie (confermando la natura intrinsecamente dannosa del loro stile di vita) o rispecchiano sterotipi tendenzialmente avvilenti... Che, eventualmente, possono essere lo spunto principale per una serie umoristica a strisce.

E la riproposta di  Tinì Trantran si inserisce perfettamente in questo clima.

La cosa curiosa, comunque, è che in un'intervista (che potete vedere CLICCANDO QUI), Marcello Toninelli ha rivelato che il tema della protagonista prostituta era stato caldeggiato direttamente da La Gazzenda della Gazzetta dello Sport...

Ad ogni modo il punto non è tanto che si sia ancora in circolazione un fumetto come Tinì Trantran, che magari vuole essere politicamente scorretto, ma il fatto che - al momento - il fumetto italiano non proponga praticamente nessuna alternativa in fatto di personaggi transessuali... E men che meno approfondisca il discorso LGBT (in generale) in maniera moderna.

E non so quanto questo sia un bene.

Non tanto per la comunità LGBT, che a questo trattamento si è abituata (e infatti in buona parte si tiene a debita distanza dai fumetti italiani), quanto per il fatto che il pubblico potenziale - e soprattutto quello giovane - difficilmente finirà per apprezzare certe scelte, e finirà col pensare che TUTTO il fumetto italiano sia qualcosa di vecchio e stantito, che si rivolge ad un pubblico con cui le nuove gerenazioni non hanno niente a che spartire... Un pubblico che, ad esempio, si diverte ancora vedendo una prostituta trans che viene raffigurata con la barba di tre giorni, mentre si prostituisce a fianco di un gay frou frou...

Poi, ripeto, a modo loro le strisce di Tinì Trantran possono pure essere divertenti, ma è l'effetto d'insieme che risulta datato e inopportuno. Soprattutto in un'epoca in cui la sensibilità generale si sta evolvendo, persino in Italia...

Forse varrebbe la pena di rifletterci sopra.

Alla prossima!
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ANNIVERSARIO LEATHER...

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Ciao a tutti, come va?

Proprio questo fine settimana, a Chicago, ricorre il venticinquesimo anniversario di un Museo molto particolare: il Leather Archives & Museum... E cioè un Museo a tutti gli effetti, con biblioteca annessa, tutto dedicato alla cultura festish e all'estetica leather (CLICCATE QUI per il sito ufficiale).

Il Museo copre un po' tutti gli aspetti di questo ambito, ma siccome l'ideatore del tutto è stato l'attivista ed editore gay Chuck Renslow (che nell'ambiente è talmente famoso da essersi meritato una  biografia), è abbastanza ovvio che buona parte delle collezioni del Museo è incentrato sulla cultura leather e fetish nel senso più gay del termine.

Ad ogni modo, se avrete la possibilità di essere a Chicago questo fine settimana, sappiate che l'ingresso sarà completamente gratuito per celebreare i primi venticinque anni di questo bel progetto... Che è un po' il fiore all'occhiello della comunità gay leather di Chicago (che, fra parentesi, è una delle più numerose degli USA e ha anche inventato il concorso di Mr. Leather, che poi si è fatto largo in tutto il mondo). E comunque, giusto per chiarire le idee, in questo museo non ci sono solo manette, attrezzi e completini di vario genere. Infatti ha anche una discreta raccolta di foto e opere d'arte...







E, come ogni Museo che si rispetti, ha anche i suoi percorsi didattici...

Una raccolta di testi con numerose rarità...



E, per finire, dispone anche di un bell'auditorium da 164 posti, in cui vengono presentati incontri ed iniziative culturali a tema, nonchè una serie di progetti aperti al pubblico per sdoganare questo tipo di passione presso chi non conosce bene l'argomento. Anche perché uno degli scopi di questo Museo è proprio quello di combattere i pregiudizi e gli stigmi legati a chi ha una visione poco convenzionale del sesso e di tutto quello che gli gira attorno.

Quindi tanto di cappello, anche perchè il suddetto Museo è riconosciuto ufficialmente come una fondazione culturale dall'Internal Revenue Service, e quindi tutte le donazioni che vengono fatte per permettergli di andare avanti sono detraibili dalle tasse.

Eppure, mentre il Chicago il Leather Archives & Museum festeggia i suoi primi venticinque anni di vita - contribuendo a sdoganare le pratiche leather fetish, nonchè gli eventuali imbarazzi e sensi di colpa ad essa relativi - bisogna prendere atto che in Italia non esiste niente del genere.

Anzi, può essere drammaticamente ironico il fatto che, proprio in questi giorni, stia tenendo banco la notizia di una trentunenne che si è tolta la vita dopo che un suo video "hot"è diventato virale su internet, rendendola oggetto di scherno e denigrazione... In particolare nel contesto un po' provinciale in cui viveva (l'hinterland di Napoli).... Esattamente la stessa dinamica che porta alcuni ragazzini gay (o presunti tali) a suicidarsi dopo essere stati portati all'esasperazione da chi li prende di mira...

E le cose difficilmente cambieranno se il sesso vissuto liberamente, e in particolare quello ritenuto "trasgressivo" (anche solo per il fatto che è stato filmato), verrà considerato qualcosa di morboso che legittima un' atteggiamento denigratorio e di condanna sociale... In particolare se si è donne o omosessuali in un contesto maschilista (in cui solo i maschi etero - forse - possono vivere liberamente la loro sessualità e vantarsene senza ripercussioni).

A maggior ragione, quindi, iniziative come il Leather Archives & Museum possono dare un contributo a cambiare le cose, e forse anche ad evitare qualche tragedia...

Però la triste realtà è che in Italia non è mai stata fatta nemmeno una mostra su Tom of Finland, che in televisione impera ancora una censura imbarazzante e che le lobby bigotte hanno ancora un influenza eccessiva sulle istituzioni e sui media. Tant'è che la Regione Lombardia ha appena inagurato un numero verde, gestito peraltro da associazioni di genitori cattolici, per monitorare il pericolo "gender", in particolare nelle scuole...

Il tutto, ripeto, mentre negli USA (che pure sono una nazione notoriamente puritana) il Leather Archives & Museum festeggia venticinque anni di attività... E qui sotto - giusto per completezza - potete vedere un filmato che riassume le sue tappe e la sua mission...
Forse varrebbe la pena di fermarsi un attimo a pensarci su... Anche perchè, evidentemente, un altro mondo è possibile.


Alla prossima!
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ANALISI E PRONOSTICI...

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Ciao a tutti, come va?

Come ogni anno, più o meno in questo periodo, si inizia a parlare della nuova edizione di Lucca Comics & Games: infatti il tempo vola e ormai manca poco più di un mese a uno degli appuntamenti più importanti legati ai fumetti e all'immaginario pop... A livello nazionale e non solo.

Se seguite questo blog da qualche annetto saprete che al sottoscritto piace analizzare la questione affrontandone gli aspetti che di solito vengono trascurati, e magari mettendo in luce contraddizioni e criticità su cui di solito si tende a sorvolare. E di solito, devo dire, i miei post sull'argomento tendono ad avere un boom di visualizzazioni e poche contestazioni... Anche perchè, dato che riporto e collego dati verificabili, c'è ben poco da contestare.

Ad ogni modo, prima di fare il punto della situazione di quest'anno, volevo segnalarvi i risultati di uno studio commissionato da Lucca Comics & Games a LYNX - Centro per l'analisi interdisciplinare delle immagini - Scuola IMT Alti Studi Lucca (è un centro di ricerca e potete trovare il suo sito QUI). Purtroppo il suddetto studio è stato diffuso solo parzialmente (al momento), ma alcuni dati sono comunque interessanti...

Intanto il titolo dello studio è “Impact! Dalla fantasia di fumetti e giochi alla realtà socio-economica. Progetto sull'impatto socio-economico di Lucca Comics & Games", ed è stato condotto nell'edizione 2015 da uno staff di 38 ricercatori su un campione di 7000 visitatori muniti di biglietto (su un totale di circa 225.000).

Da questa indagine, innanzitutto, emerge che la percentuale dei visitatori paganti di sesso femminile non è ancora pari a quella maschile, ma è comunque un notevole 40%. Segno evidente che, col tempo, certe forme di intrattenimento sono diventate sempre meno un'esclusiva maschile... E prima o poi dovrò tornare sull'argomento, perchè queste percentuali sono interessanti per il mondo dell'editoria a fumetti in generale...
Comunque, a prescindere dal sesso, buona parte dei visitatori ha almeno una laurea (43%) e in maggioranza passa buona parte del suo tempo libero in attività culturali e/o in qualche modo connesse ai temi della manifestazione (cosa che può sembrare ovvia, ma che forse tanto ovvia non è visto che comunque il 45% pratica sport e quasi il 40% continua a guardare la TV... Anche se ben il 77% naviga su internet!). Da notare che oltre la metà apprezza gli eventi culturali.

Dato che questo studio è stato commissionato per valutare soprattutto l'impatto economico, ha messo in evidenza anche la percentuale di attività turistiche a cui si dedicano i visitatori nei giorni di Lucca Comics & Games, a prescindere dalla manifestazione (e visto che buona parte di loro fa anche altro viene da pensare che il visitatore tipo abbia un budget interessante)...

Inoltre, per l'edizione 2015, si sa che il 23% dei visitatori non era mai venuta prima e che l'11% aveva partecipato a dieci edizioni o più. Quindi, mediamente, il visitatore tipo del 2015 ha partecipato ad almeno quattro edizioni di Lucca Comics & Games.

E a quanto pare il 98% degli intervistati vorrebbe tornare...
C'è da dire che l'edizione del 2015 è stata anomala sotto vari aspetti, a partire proprio dalla vendita dei biglietti, visto che si prevedeva un tetto massimo per ciascuna giornata... Una situazione, questa, che sicuramente ha scoraggiato molti visitatori occasionali e ha reso la manifestazione molto meno congestionata rispetto agli anni precedenti. E, fattore da non sottovalutare, anche il tempo - che fino al giorno prima della manifestazione era alquanto preoccupante - alla fine è stato molto clemente (a differenza di alcune edizioni in cui diluviava o faceva un freddo polare, senza che fosse possibile ripararsi da nessuna parte). Ad ogni modo pare che l'impatto economico dei visitatori muniti di biglietto - per il 2015 - si sia aggirato intorno ai 27 milioni di euro...
Un altro dato confermato è che la maggior parte dei visitatori non risiede in zona: infatti il 52% pernotta a Lucca e provincia, quasi il 10% va a dormire in provincia di Pistoia, il 18% circa a Pisa e il 10% circa tra Prato e Firenze. Quindi, se questi sono dati attendibili, il 90% circa di chi paga il biglietto per accedere ai padiglioni viene da fuori... Mediamente i visitatori muniti di biglietto pernottano per tre giorni, ma alcuni arrivano a restare in zona per una decina di giorni.

Questi, per ora, sono i dati che sono trapelati dall'ufficio stampa della manifestazione. C'è tutta la parte ralativa ai commenti degli espositori di cui non si sa nulla, e non è neanche detto che  i dati relativi al pubblico pagante siano tutti qui... Anche perchè, ad esempio, l'età media degli intervistati non è emersa, e non avere indagato su questo dato arebbe stato assurdo...

Perciò sarebbe auspicabile che la versione integrale di questo studio prima o poi fosse resa pubblica, anche se magari non tutti gli aspetti su cui si è indagato hanno portato a conclusioni così lusinghiere.

Ad ogni modo credo che sia molto improbabile che in un sondaggio del genere, peraltro commissionato da Lucca Comics & Games, sia stata fatta una qualche domanda relativa all'orientamento sessuale dei partecipanti... Anche se, in un'indagine fatta per monitorare l'impatto economico di una manifestazione di questo tipo e di questa portata, sarebbe un dato tutt'altro che marginale. Anzi: probabilmente se un dato del genere avesse modo di emergere in un sondaggio condotto (anonimamente) a Lucca Comics & Games è facile ipotizzare che i risultati relativi alla manifestazione di cui stiamo parlando sarebbero tutt'altro che scontati.

E a questo punto sarebbe stata interessante anche una domanda sullo stato civile dei visitatori, e su quanti di loro sono venuti alla manifestazione portandosi appresso mogli/mariti e/o figli. Non foss'altro perchè ci sono alcune fasce d'età in cui buona parte di chi è eterosessuale è già sposato e con prole, e difficilmente può permettersi il lusso di sottrarre soldi al bilancio famigliare per una "vacanza" personale  di almeno tre giorni... E in effetti Lucca Comics & Games, più che una manifestazione per famiglie (anche se questo è il taglio che vorrebbe dargli il Comune) è una manifestazione per appassionati, tant'è che basta aguzzare l'orecchio per accorgersi che la stragrande maggiornaza delle famiglie che si aggirano per la fiera hanno tutte uno spiccato accento locale.

Quindi, a rigor di logica, fra tanti turisti over 25 che si aggirano per Lucca Comics senza portarsi appresso partner del sesso opposto (o magari figlioletti e figliolette) è legittimo sospettare che una buona percentuale rientri nella categoria LGBT. Anche perchè il profilo del tipico turista LGBT si sovrappone almeno in parte a quello del visitatore tipo di Lucca Comics & Games, perlomeno stando ai dati di una ricerca condotta dall'AITGL (Associazione Italiana Turismo Gay e Lesbico). Da questa ricerca, che risale al 2013 (CLICCATE QUI), emerge che i turisti omosessuali che hanno almeno una laurea sono il 37% e che mediamente possono permettersi più vacanze dei loro coetanei eterosessuali, e per periodi più lunghi. Anche perchè, non avendo famiglie a carico, possono permettersi di spendere mediamente più soldi nell'ambito del tempo libero. Inoltre emerge anche che più l'età si abbassa e più vivono con disinvoltura la dimensione gay delle loro vacanze, e pertanto preferiscono frequentare delle località che abbiano delle attrattive in questo senso... O che perlomeno risultino accoglienti per un certo tipo di clientela, che non è disposta a nascondere il suo orientamento sessuale per quieto vivere...

Ufficialmente Lucca Comics & Games NON ha attrattive LGBT (anzi: in qualche caso ha anche cercato di limitarle, come quando l'anno scorso ha impedito a Immanuel Casto di esibirsi in un concerto già concordato), ma è innegabile il fatto che durante la manifestazione si crei un clima da Gay Pride dove è permesso un po' di tutto, anche solo per via dei cosplayer e di alcuni ospiti che a tutti gli effetti sono icone gay. Ed è evidente che nel corso degli anni questo abbia contribuito ad attirare anche un certo tipo di turismo gay e gay friendly... Anche se è altrettanto innegabile che tutto questo, per ora, rimanga sottotraccia.

Anche perchè, e lo dico da anni, a differenza di quanto avviene nelle altre grandi manifestazioni di questo tipo che si tengono nel resto del mondo, e in particolare negli USA, a Lucca Comics & Games non c'è traccia di associazioni per la promozione delle tematiche LGBT che facciano da catalizzatore... E men che meno di un'organizzazione a monte che sia dichiaratamente gay friendly, di quelle che - per intenderci - promuovono un certo tipo di iniziative e di approfondimenti su un certo tipo di contenuti...

E sul perchè e sul percome di questa situazione mi sono già dilungato molto in passato (ad esempio QUI), quindi non mi ripeterò.

Ovviamente, se escludiamo l'ennesimo super concerto di Cristina D'Avena, per ora non si sa nulla di eventi, iniziative o ospiti che in qualche modo possano risultare di interesse LGBT. La cosa più vicina ad un ospite gay friendly è l'illustratore spagnolo Joan Cornellà (vero nome Renato Valdivieso), per il fatto che di tanto in tanto affronta argomenti LGBT nelle sue tavole e perchè suo zio è Jesus Vazquez (foto sotto): un conduttore televisivo gay dichiarato famosissimo in Spagna... Nonchè sex-symbol per la comunità gay locale e uno dei primi omosessuali ad usufruire della Legge spagnola sul matrimonio ugualitario...

Ad ogni modo a Lucca Comics & Games non ci sarà lui, ma suo nipote, quindi è anche abbastanza curioso che nella sua biografia sul sito della manifestazione  (CLICCATE QUI) sia riportata questa parentela... Tra l'altro non vorrei sbagliarmi, ma credo che sia l'unica parte del sito in cui si legge la parola "gay"... E comunque non si legge che Joan Cornellà tratta direttamente l'argomento gay nei suoi lavori...

Ovviamente, come da tradizione, a poco più di un mese di distanza non c'è ancora uno straccio di programma delle varie giornate... E questa volta la  mancanza risulta particolarmente odiosa, dato che la manifestazione dovrebbe durare cinque giorni e magari i visitatori non vorrebbero organizzare la loro permanenza a caso... E in effetti, a questo punto, verrebbe anche il sospetto che se il programma viene ufficializzato sempre a poche settimane di distanza dall'evento è proprio per cercare di spingere il pubblico ad organizzarsi per restare il più a lungo possibile, a prescindere da quello che gli interesserebbe vedere...

Tuttavia, come ogni anno, non mancano nemmeno i dettagli che fanno sorgere qualche inquietante interrogativo qua e là... Scartabellando con attenzione nel sito della manifestazione, ad esempio, si scopre che forse quest'anno non è stato ancora assegnato l'appalto per gli impianti elettrici (CLICCATE QUI). In poche parole, a poco più di un mese di distanza dall'evento non si sa chi e come fornirà illuminazione, cavi elettrici e tutto il resto... E questo bando dovrebbe valere per il 2016, il 2017 e il 2018. Nel momento in cui scrivo il bando risulta ancora aperto... Ed è curioso perchè sul modulo (CLICCATE QUI) c'è scritto che le domande dovevano pervenire entro il 27 luglio, e che l'assegnazione doveva diventare effettiva dal 10 ottobre...

Ad ogni modo, ad oggi, pare che sia ancora aperto anche il bando per chi vuole offrire un punto di ristorazione nell'area GAMES e presso il palco che viene allestito lungo le mura... E in questo caso la raccolta delle proposte per la gara di appalto (per il periodo 2016/2020) doveva concludersi il 5 agosto. Il modulo da compilare è ancora online (CLICCATE QUI)... A distanza di oltre un mese dalla scadenza del termine ultimo per compilarlo.

Chi gestisce il sito non ha avuto modo di aggiornare la sezione dei bandi? Non si è ancora deciso a chi assegnarli? Ci sono state poche proposte e si spera che si faccia ancora avanti qualcuno?

Staremo a vedere... Anche perchè se si presentassero problemi di fornitura elettrica e di foraggiamento non passerebbero inosservati...

In ogni caso - bandi a parte - pare che alla fine sia successo proprio quello che avevo ipotizzato l'anno scorso (CLICCATE QUI).

A cosa mi riferisco? Il limite giornaliero posto alla vendita dei biglietti l'anno scorso (anche se il raggiungimento del suddetto limite avrebbe garantito un'affluenza numericamente maggiore rispetto a tutte le edizioni precedenti) ha scoraggiato molti visitatori, che erroneamente hanno pensato che senza prenotazione sarebbero potuti rimanere senza biglietto e hanno preferito non rischiare... Anche perchè non tutti avevano voglia di comprare il biglietto in prevendita a prezzo maggiorato (cosa, che evidentemente, era proprio quello che l'organizzazione si augurava potesse accadere grazie a questo stratagemma).

La manifestazione 2015, con qualche visitatore in meno rispetto al 2014 (diciamo almeno 20.000), è stata molto più fruibile rispetto quelle precedenti, ma evidentemente ha portato in cassa meno liquidità del previsto... E così a Lucca Comics & Games, quest'anno, NON HANNO POSTO ALCUN LIMITE agli ingressi giornalieri, limitandosi a mettere un tetto ai biglietti in prevendita.

A cosa potrebbe portare questa situazione? Difficile prevederlo... Sicuramente questa strategia non sarà un deterrente per le fiumane di persone che si possono riversare per le vie della cittadina (ed è prevedibile che i 20.000 visitatori in meno dell'edizione 2015 si rifaranno vivi con gli interessi). E comunque, anche se negli ultimi anni il tempo è stato davvero generoso, non mi risulta che sia stato approntato alcun piano B in caso di nubifragi o altro, men che meno per quel che riguarda gli spostamenti di chi non è automunito e magari deve muoversi in treno, sperando ogni volta che la stazione ferroviaria di Lucca non si trasformi in un girone dantesco...

Chi vivrà vedrà...

Le uniche cose certe sono che, ancora nel 2016, Lucca Comics & Games preferisce ignorare (perlomeno ufficialmente) il rapporto fra tematiche LGBT e immaginario pop... Che le associazioni LGBT non la considerano una manifestazione in cui ritagliarsi uno spazio e che il turismo LGBT nel corso di questa manifestazione è un concetto che - a quanto pare - non viene preso in considerazione da nessuno.

E meno male che da quest'anno abbiamo una Legge sulle Unioni Civili anche in Italia...

*SIGH*

Sicuramente il confronto con la San Diego ComiCon e le altre grandi manifestazioni di questo tipo, da questo punto di vista, resta alquanto impietoso...

Alla prossima!
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VENT'ANNI INSIEME!

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Ciao a tutti, come va?

Forse anche voi, leggendo fumetti americani a strisce, avrete notato che su ciascuna striscia viene apposto - in piccolo - il marchio del suo Syndacate di riferimento. Syndacate sono, fondamentalmente, delle agenzie che negli USA forniscono - ovviamente a pagamento - materiale editoriale per la stampa locale (servizi fotografici, articoli, interviste, ecc). Sono fondamentalmente un tramite fra chi produce materiale da pubblicare e chi lo pubblica, senza pubblicarlo direttamente. Col tempo ce ne sono state diverse che si sono specializzate nelle strisce a fumetti e nei relativi supplementi domenicali, promuovendone autori e personaggi, e amministrandone i diritti negli USA e all'estero.

Quello che magari non sapevate è che negli USA ci sono anche dei Syndacate specializzati in materiale a tematica LGBT per la stampa LGBT locale e nazionale, che ovviamente amministrano e promuovono anche comic strip a tema. Uno di questi, ad esempio è il Q Syndacate (CLICCATE QUI), che rifornisce di contenuti le testate LGBT di USA e Canada da diverso tempo... E che in catalogo ha anche delle comic strip e delle vignette a tematica LGBT.

Parliamo, ad esempio, della serie A COUPLE OF GUYS di Dave Brousseau, che l'11 settembre scorso ha festeggiato i suoi primi vent'anni di vita...

Molto in sintesi è la storia di una coppia di gay newyorkesi e del mondo che gli ruota attorno: Joey Romelli è un poliziotto italo americano ed Eric Parker è un aspirante attore e scrittore. Siccome non sono pazzo non cercherò di riassumervi qui venti anni di strisce anche perchè si tratta di una storia che si è sviluppata nel tempo (tant'è che i protagonisti sono invecchiati assieme ai lettori).

Mi limito a segnalare che i personaggi principali di questa serie sono almeno una dozzina, e che altrettanti sono i personaggi secondari ricorrenti... E questo potrebbe spiegare perchè - dopo vent'anni - la serie continua ancora a trovare spunti per andare avanti su varie riviste e su vari siti web.

In questa sede, più che altro, mi sembrava carino fare i complimenti all'autore (che vedete qui sotto), anche perchè riuscire a lanciare una comic stip del genere nel 1996 non era poi così scontato... E magari potrebbe essere  interessante ripercorrere brevemente le vicissitudini editoriali di A COUPLE OF GUYS, che secondo me possono offrire degli spunti molto interessanti per confrontare la situazione americana di quel periodo con quella italiana di oggi...

Per cominciare il buon Dave Brousseau aveva sempre avuto una certa passione per i fumetti a strisce, e la sua prima "pubblicazione" era avvenuta sul giornalino del suo College. Tuttavia la folgorazione è arrivata dopo che ha avuto modo di vivere a New York per un po', imbattendosi anche nelle tavole  di Leonard & Larry ti Tim Barela (del tutto inedite in Italia)... Che lo avevano colpito per il loro approccio da sit-com alla realtà di una coppia gay della classe media...

Tuttavia nel 1996 non c'era internet (o perlomeno non c'era come lo intendiamo oggi) e il buon Dave Brousseau - che sognava di lanciare la sua serie a tema gay - si era procurato l'indirizzario delle case editrici e dei locali gay del 1994, facendo una selezione e spedendo una piccola presentazione della sua proposta...


Alla fine gli unici a dargli spazio furono quelli del The Weekly News di Miami...

Se non che, siccome nella vita tutto può accadere, nel giro di un annetto fu proprio il Q Syndacate a notarlo e a proporgli un contratto per distribuire i suoi lavori... E dal 1997, come si suol dire, il resto è storia. Tant'è che adesso A COUPLE OF GUYS è uno dei fiori all'occhiello del Q Syndacate e alla recente convention dell'editoria gay che si è tenuta a Miami, organizzata dalla National Lesbian and Gay Journalists Association, Dave Brousseau era accreditato come "Lifetime Member"...

E in effetti c'è da dire che questa serie ha avuto diversi meriti, non ultimo quello di rispecchiare la storia e l'evoluzione della comunità gay americana, tant'è che i due protagonisti principali sono partiti come una coppia di giovani conviventi di belle speranze nel 1996...
E hanno finito per sposarsi nel 2011, non appena a New York è diventato possibile...

Inoltre in questa serie si è parlato spesso di temi di attualità e di omofobia... E persino di come i gay in cosplay da supereroi possono fronteggiarla...

Di come una coppia di lungo corso può vivere le parate del Gay Pride...
Dei vari modi in cui si può esprimere il mondo gay...

E persino dei gusti della sorella suora di uno dei protagonisti...
L'unico limite di una striscia del genere, se vogliamo, è che spesso è talmente inserita nel contesto LGBT americano che per essere compresa pienamente all'estero (ad esempio in Italia) necessiterebbe di qualcuno (di competente) che la fornisse di un ampio corredo di note a margine. Comunque direi che il problema, di fatto, non si pone... Visto che la suddetta serie - in vent'anni - non ha mai avuto una traduzione italiana...

In realtà avrei voluto inserirla nel progetto che stavo portando avanti con l'ormai defunta Coniglio Editore tanti anni fa (HAPPY BOYS, qualcuno se lo ricorda?), ma non c'erano soldi da spendere (*SIGH*) e comunque il tutto si fermò dopo solo due numeri e un'antologia, quindi non se ne fece nulla... E questo succede quando ci si affida ad editori che non hanno la minima idea di cosa sia un fumetto LGBT, di come andrebbe promosso e del pubblico che potrebbe intercettare...

D'altra parte se A COUPLE OF GUYS è una serie che avuto modo di andare avanti per due decenni è anche perchè negli USA c'è stato un Q Syndacate che l'ha appoggiata a promossa...

E in Italia - nel mondo LGBT - non c'è mai stato niente del genere... Anzi: per quel che vale la mia esperienza personale posso dire che in Italia la situazione è ancora drammaticamente arretrata (e gestita in maniera imbarazzante), e che solo negli ultimi anni si sono viste delle schiarite all'orizzonte...

Ad ogni modo in Italia non si è letto su nessun sito di informazione fumettistica che in questi giorni una  striscia a tematica gay ha tagliato il pur ragguardevole traguardo dei vent'anni, nemmeno sui siti che riportano se alla MARVEL qualcuno starnutisce o se qualche attore di superhero movies si è espresso a favore della cucina thailandese... E stendiamo un velo pietoso sui siti di informazione gay.

Quindi diciamo pure che nulla accade per caso...

I miei complimenti e le mie congratulazioni, ad ogni modo, ci sono (^__^).

Magari fra una ventina d'anni anche noi potremo festeggiare qualcosa di simile (messaggio sibillino)...

Alla prossima!
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IN DIFESA DELLA LIBERTÀ...

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Ciao a tutti, come va?

Spesso si dà per scontato che negli USA la libertà di espressione sia una questione di principio, anche solo per via del famoso Primo Emendamento della Costituzione Americana, ma in realtà non è così... Bigotti e puritani sono sempre in agguato, e regolarmente si verificano casi di libri e fumetti che vengono boicottati o vietati in scuole, biblioteche e altri luoghi di formazione culturale... Tuttavia, siccome - per fortuna - non tutti accettano a testa bassa questa situazione, negli USA ci sono anche molte associazioni che lottano perchè questo non avvenga, e dal 1982 fanno rete per sensibilizzare il pubblico tramite l'annuale Banned Books Week: una settimana di iniziative finalizzate a puntare l'attenzione su un problema che spesso passa inosservato...
La Banned Books Week parte l'ultimo lunedì di settembre e la segnalo qui per diversi motivi...

Il primo riguarda il Comic Book Legal Defense Fund (CBLDF), ovvero l'associazione no profit che dal 1986 si batte per la libertà di espressione nell'editoria a fumetti americana (e per la tutela degli autori che ad essa si appellano)...Tant'è che il "fondo legale" che tiene da parte viene utilizzato anche per le spese legali di quegli autori che hanno avuto problemi con la censura e magari sono stati messi in una posizione difficile.

Il CBLDF è molto attivo su vari fronti: altre ad avere un sito molto aggiornato pubblica anche un bollettino trimestrale e vari speciali, come il supplemento annuale che fa il punto della situazione in occasione della Banned Books Week. Quello del 2016 (che potete consultare QUI) è particolarmente interessante perchè, a quanto pare, mette in luce il fatto che negli USA buona parte dei fumetti che quest'anno hanno avuto problemi con scuole e biblioteche sono stati proprio quelli con contenuti LGBT...

E la cosa ironica, se vogliamo, è che i titoli che hanno avuto problemi sono anche riconosciuti unanimamente come dei capolavori del fumetto (e della letteratura in senso lato)...




Ovviamente questi problemi non si sono verificati in tutte le scuole e in tutte le biblioteche, tuttavia è evidente che certe situazioni sono sintomatiche di una realtà che è meno idilliaca di quello che sembra a prima vista... E sulla quale sarebbe bene tenere gli occhi aperti e non abbassare mai la guardia. Cosa che, appunto, aiutano a fare associazioni come il CBLDF...

E in questi giorni, per poter dare supporto alla sua causa, è possibile partecipare ad una nuova promozione del sito HUMBLE DUBLE: con un'offerta minima di 15 dollari (circa 13 euro) potrete scaricare una ventina di pubblicazioni "proibite", che negli USA (e non solo) hanno avuto problemi con la censura o che hanno messo in luce il problema della libertà di espressione nell'ambito dei fumetti... Se vi va potete partecipare al tutto CLICCANDO QUI...

Detto ciò ammetto che sono molto curioso di vedere cosa succederà nelle biblioteche e nelle scuole americane quando entrerà in circolazione il volume speciale LOVE IS LOVE annunciato dalla IDW per dicembre: 144 pagine di storie brevi per ricordare le vittime della strage di Orlando... In collaborazione con la casa editrice DC Comics che ha concesso agli artisti coinvolti di utilizzare i suoi personaggi (anche perchè si tratta di un'iniziativa benefica, e tutto il guadagno andrà all'associazione Equality Florida)...

Sicuramente di questo progetto tornerò a parlare quando saranno disponibili maggiori dettagli... E quando magari qualcuno avrà scoperto perchè la MARVEL - a differenza della DC Comics - non fa parte del progetto (anche perchè sarebbe strano che l'organizzatore del tutto, e cioè lo sceneggiatore gay dichiarato Marc Andreyko, non si fosse fatto avanti anche con lei...).
Ad ogni modo, se  mi conoscete, avrete intuito che in conclusione di un post come questo non posso fare a meno di fare un piccolo paragone con la situazione italiana... Visto che il rapporto fra le nostre Università e il mondo del fumetto è pressochè inesistente (per non parlare dei Licei e delle scuole di grado inferiore, che considerano i fumetti come un mezzo didattico o poco più), e che le biblioteche hanno un rapporto estremamente discrezionale e soggettivo con tutto quello che non fa parte della cultura "ufficiale"....

E quindi, prima di tutto, ci sarebbe proprio da svecchiare il concetto stesso di fumetto... Un'operazione a dir poco titanica, vista la situazione attuale nel nostro paese...

E comunque, da noi, bisogna considerare che ci sono ancora troppi fumetti (italiani) che vengono censurati a monte da curatori ed editori che non vogliono correre il rischio di suscitare polemiche... E che i fumetti che magari osano un po' di più (anche solo dal punto di vista LGBT) vengono  in buona parte boicottati dai canali "ufficiali".

Forse il mio è un parere di parte, ma penso che se anche da noi ci fosse una Banned Books Week e in quell'occasione qualcuno volesse compilare un annuario dei fumetti che hanno avuto problemi di censura e/o che sono stati boicottati... Probabilmente ogni anno avremmo per le mani un volumetto bello corposo e ricco di approfondimenti...

Alla prossima!
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AUGURI DA COPERTINA...

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Ciao a tutti, come va?

Per la seconda volta nel giro di un mese mi tocca parlare di Topolino, e per giunta devo tornare a parlarne per via delle sue copertine... Quindi ci tengo a precisare che anche se potrebbe sembrare che voglio accanirmi sulla questione delle copertine di Topolino, in realtà non è così... Anche perchè non sono io che scelgo le copertine che finiscono per motivare i miei post...

Ad ogni modo, alla fine, sarete voi a giudicare se è valsa la pena di analizzare anche la copertina di Topolino 3174... Che a quanto pare celebra il compleanno del calciatore Francesco Totti, nella sua versione paperizzata meglio nota come "Papertotti", mentre si fa un selfie (di nuovo) assieme a una rappresentanza della cittadinanza di Paperopoli... Che gli ha preparato anche una torta di compleanno a tema (presumibilmente con l'aiuto di Nonna Papera)...

Da che parte comincio?

La prima cosa che mi viene da dire, d'istinto, è che in questa copertina c'è un errore di marketing davvero ciclopico. Nel senso che "Papertotti",  che pure è riconosciuto come un bravissimo calciatore a livello internazionale, qui indossa la maglia della Roma (con cui ha segnato centinaia di reti)... Quindi, per proprietà transitiva, si festeggia Papertotti non in quanto calciatore, ma in quanto capitano della Roma...

Anche perchè qui non si vede Papertotti ripreso in qualche azione, magari in compagnia di qualche collega paperizzato/topolizzato proveniente da altre squadre (come in alcune copertine viste in passato), ma molto semplicemente mentre festeggia il suo compleanno...

E questo, come minimo, comporterà il boicottaggio del settimanale da parte di tutti i tifosi della Lazio, nonchè il livore di tutti quei tifosi che finora non hanno avuto una copertina dedicata al compleanno dei loro calciatori di riferimento... Senza contare che una copertina del genere, automaticamente, fa passare Topolino dallo status di settimanale connotato calcisticamente (che già non era esattamente un punto a favore) allo status di settimanale calcisticamente schierato... E magari, anche se non era questa l'intenzione, è innegabile che una copertina del genere sarebbe stata più adatta ad un magazine per tifosi romanisti, che non ad un settimanale di fumetti "per tutti". E penso che chiunque conosca qualcuno davvero tifoso possa giungere alla stessa conclusione...

Anche perchè una scelta del genere avrà sicuramente delle ripercussioni nel lungo periodo, e - in un momento in cui ogni lettore è prezioso - direi che è stata una scelta perlomeno azzardata...

Tuttavia ci sono anche altri livelli di lettura per una copertina del genere, che sono persino più inquietanti.

Nel senso che, se il compleanno di Papertotti è stato messo in primo piano, non si può certo dire che i compleanni e gli anniversari dei personaggi Disney - paradossalmente - abbiano ottenuto lo stesso trattamento in anni recenti. Ad esempio: Paperino (Donald Duck) è comparso la prima volta in un cortometraggio che debuttò il 9 giugno del 1934... E pertanto il 9 giugno 2014 ha festeggiato il suo ottantesimo compleanno anche su Topolino... Con una copertina un po' anonima che richiama il primo cortometraggio sonoro di Topolino (???)...

In realtà da questa criptica copertina non si capisce bene se e cosa si stia festeggiando... Tuttavia, invece di dedicare a questo anniversario un intero mese di festeggiamenti, e magari una serie di copertine speciali e ben connotate, si è preferito dare spazio ai mondiali di calcio (che in quel momento erano in Brasile)... E così queste sono state le copertine dei numeri precedenti...


E questa la copertina del numero successivo...

Con buona pace del fatto che Paperino è un cittadino americano, e in teoria tutto avrebbe dovuto fare fuorchè essere la mascotte dell'Italia ai Mondiali... E non è che gli altri anniversari recenti di Paperino siano stati festeggiati in maniera tanto diversa... Questa è la copertina di Topolino 2950 del 6 giugno 2012...

Qui invece vedete la copertina di Topolino 3106, del 3 giugno 2015 (prego notare il logo celebrativo dei cortometraggi di Paperino)...

E poi c'è quella di Topolino 3159 dell'8 giugno 2016, che forse è la più triste di tutte... Con Paperino sullo sfondo che cerca di ricordare ai lettori che è il suo compleanno con un cartello, mentre tutta l'attenzione è puntata su Paperoga che palleggia...

Quindi, paradossalmente, su Topolino Papertotti può festeggiare il suo compleanno con una bella copertina dedicata, ma Paperino non ha diritto ad una copertina che celebra chiaramente l'anniversario del suo debutto... E se non c'erano di mezzo i campionati di calcio c'era di mezzo qualcos'altro... Infatti nel 2013 la settimana del suo compleanno ha avuto una copertina dedicata al basket (Topolino 3002 del 5 giugno)...

Comunque la Panini avrebbe iniziato ad amministrare Topolino solo a partire dall'ottobre del 2013... E da quel momento in poi - caso strano - non ci sarebbe più stato modo di "festeggiare" il compleanno di Paperino con una copertina che non avesse dei risvolti calcistici... Anche se, per amor di verità, bisogna dire che il rapporto delle copertine di Topolino col mondo del calcio si era intensificato anche quando la cessione alla Panini non era ancora effettiva, ma evidentemente era già nell'aria... Qui sotto, ad esempio, potete vedere cosa c'era sulla copertina del numero 2999 (appena prima dello storico 3000) del 15 maggio 2013...

Tuttavia dall'arrivo della Panini in poi la situazione ha preso una piega molto più marcata: nel 2014 e nel 2015 tutte le copertine di Topolino con soggetti sportivi sono state dedicate unicamente al calcio...




Nel 2016, per fortuna, la situazione aveva iniziato ad evolvere... E così dopo il primo numero dell'anno dedicato al calcio...

C'è stata una copertina dedicata al tennis...

E, dopo la copertina calcistica del compleanno di Paperino (quella con Paperoga) di cui vi ho parlato, ci sono state ben cinque copertine dedicate alle discipline delle Olimpiadi... Tra le quali, per fortuna, c'è stato spazio anche per una Minnie che si dedica alla ginnastica artistica...





Forse qualcuno ha fatto notare, a chi di dovere, che abbinare il concetto di sport unicamente al calcio poteva essere uno dei motivi dietro al calo delle vendite che si è acuito negli ultimi anni? Che anche se il calcio è uno sport seguitissimo puà rivelarsi un'arma a doppio taglio, su un settimanale come Topolino? Ad ogni buon conto, con la copertina dedicata al compleanno di Papertotti, gli sforzi fatti in questo senso rischiano di essere vanificati...

Ora: io non ho la minima idea di quali siano gli accordi fra la Panini e Francesco Totti per lo sfruttamento di Papertotti (che, prima di questa settimana, era comparso solo in tre storie, sui numeri 2721/2792/2878)...



E ovviamente non entro nel merito della decisione di sfruttare un calciatore che, al di là delle sue doti calcistiche, è noto per non essere particolarmente acuto e per alcune uscite un po' infelici... Tant'è vero che, ancora nel 2009 (in un'intervista a LE IENE) disse che se avesse scoperto di avere un figlio gay si sarebbe ammazzato... Lo disse ironicamente, però lo disse... Certo poi ritrattò (anche perchè nel frattempo si scatenò una mezza bufera), e a quanto pare adesso ha partecipato persino ad un documentario sull'omofobia nel calcio di prossima distribuzione... Quindi forse ha cambiato idea sul serio...

Però resta io fatto che è di lui che parliamo quando ci riferiamo a Papertotti, e di tutto il contesto e il retroterra culturale che si porta appresso il mondo del calcio quando viene simpaticamente rilanciato, promosso e incensato da Topolino e dalle sue copertine... Per motivi di marketing (nella speranza di agguantare tutto il pubblico dei tifosi?), evidentemente, e per il fatto che la Panini continua ad essere legata soprattutto al mondo del calcio... Però alla fine le giustificazioni legate al marketing, al pubblico, interessano relativamente.

Nel senso che, se un genitore è davvero tifoso per qualche squadra NON comprerà Topolino se mette regolarmente in evidenza una squadra che non è la sua... Mentre se un genitore non è particolarmente tifoso e compra Topolino a suo figlio, magari lo fa perchè cerca una lettura divertente... E non perchè vuole dare a suo figlio un prodotto che indirizzi le sue passioni sportive... O le sue simpatie in fatto di squadre di calcio e calciatori. Se poi ha una figlia femmina, per come siamo messi in Italia oggi, è facile che con copertine del genere Topolino inizi ad essere considerato semplicemente una lettura inadeguata...

E comunque non è nemmeno detto che al giorno d'oggi TUTTI i genitori pensino che l'unico modello di riferimento sportivo per i loro figli maschi debba essere il calcio... Con tutto il suo carico di misoginia, omofobia, maschilismo e tutto il resto (per non parlare delle tifoserie connotate politicamente e del problema della violenza negli stadi)... Che forse non sarà la sua caratteristica principale, ma che sicuramente per più di qualche genitore inizia a rappresentare una connotazione da non sottovalutare...

Inoltre non bisogna dimenticare il modello educativo offerto da alcuni campioni che, solo perchè sanno giocare bene, possono permettersi di non saper articolare una frase, di non coltivare altri interessi e di avere comportamenti tutt'altro che esemplari... Forse i genitori che danno peso alla cosa non sono tantissimi, ma sicuramente - fra quelli che ci tengono davvero alla formazione dei propri figli - non sono nemmeno pochi...

Tantopiù che ai bambini stessi, in particolare a quelli più grandicelli, non è detto che piaccia poi molto l'idea di essere "pilotati" in una direzione piuttosto che in un'altra... Soprattutto se hanno già una squadra per cui tifare... O magari se hanno già manifestato interesse per altri tipi di sport... O ancora se, nel caso delle bambine, hanno iniziato ad apprezzare sport tradizionalmente maschili che hanno anche una versione femminile, che però su Topolino si preferisce ignorare del tutto...

Tuttavia la cosa più ironica di tutta questa situazione è che la politica di Topolino è improntata alla produzione di contenuti leggeri e privi di appigli polemici, onde evitare di sollecitare questa o quella fazione di pubblico... Eppure, manifestando palesemente la preferenza per uno sport piuttosto che un altro, per una squadra piuttosto che un'altra o addirittura per un calciatore al posto di un altro, stanno ottenendo esattamente l'effetto che vogliono evitare escludendo dai loro fumetti delle tematiche su cui il pubblico potrebbe dividersi...

Con la differenza che un conto sarebbe affrontare - con gli opportuni filtri - un qualche argomento serio e delicato (che magari nel lungo periodo potrebbe attirare più pubblico di quanto ne allontana), e un conto è festeggiare i quarant'anni di Papertotti in copertina...

Tant'è che sono abbastanza convinto che questa copertina con Papertotti farà molti più danni rispetto a quelli che avrebbe fatto quella dedicata a Charlie Hebdo di qualche anno fa, e che forse era stata sostituita all'ultimo momento proprio per non correre rischi di questo tipo... Soprattutto dopo che qualcuno ventilò l'ipotesi che sarebbe stata l'apripista alla rivendicazioni del movimento LGBT nelle pagine del settimanale (CLICCATE QUI).

Quello che spiace di più, però, è che con tutto il patrimonio di personaggi Disney che si potrebbe valorizzare, attualizzare e riproporre presso le nuove generazioni, si senta la necessità di mettere al centro dell'attenzione cose come Papertotti... Il che, in effetti, sembra un modo come un altro per alzare bandiera bianca e per ammettere che i personaggi Disney in copertina, da soli, non bastano più... E che i loro compleanni non interessano più a nessuno (a proposito: lo sapevate che anche Pluto festeggiava il suo anniversario a settembre?)...


E in effetti, se si arriva a pensare che il pubblico di un settimanale a fumetti sia più attratto dal compleanno di un calciatore che non dagli anniversari dei protagonisti abituali delle sue storie, forse varrebbe la pena di rifletterci sopra... Prima che sia troppo tardi...

Alla prossima!
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