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MERLETTI ANIMATI

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Ciao a tutti, come va?

Dopo il lunghissimo post di lunedì oggi vi farò prendere fiato limitandomi a segnalarvi che, in occasione del Torino Gay  Lesbian Film Festival di quest'anno, nella sezione cortometraggi, è stato trasmesso un breve cartone animato realizzato da  Riccardo Di Mario, Anna Peronetto, Sara Tarquini e Lilia Miceli per la loro “tesi di diploma” al CSC Animazione di Torino.

Si intitola Merletti e Borotalco e cerca di evidenziare come i pregiudizi dipendono in buona parte dal contesto in cui ci si muove... Visto che parla di un ragazzino del settecento che finisce nella nostra epoca, in cui il concetto di maschile e femminile  è completamente cambiato rispetto a quello che gli è stato insegnato... Qui sotto potete vedere il trailer...

Qui sotto, invece potete vedere un'intervista al gruppo che ha portato avanti questo progetto... Non che ci sia bisogno che sia io a dirlo, ma direi che questa esperienza dimostra che nel nostro paese il talento e le buone idee ci sono ancora... Anche se purtroppo in molti casi non vengono valorizzate nel modo migliore, o magari vengono deliberatamente boicottate. Un cartone animato del genere, ad esempio, ce lo vedrei bene portato in giro per le scuole elementari, con un momento di confronto fra i bambini e la loro idea di pregiudizio... Però, per come siamo messi adesso, la vedo un po' grigia...

Ad ogni modo tanti complimenti per l'idea e per il progetto... Nella speranza che presto sia disponibile anche la versione integrale!

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ARIA DI NOVITÀ...?

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Ciao a tutti, come va?

Forse vi sarete accorti che ogni tanto mi piace mettere assieme delle notizie apparentemente scollegate per cercare di capire se hanno qualche tipo di nesso. Questa volta, ad esempio, non posso fare a meno di notare che ultimamente ci sono state numerose dichiarazioni da parte di chi lavora negli studios Disney/MARVEL, e forse non si tratta esattamente di un caso. Dopo le dichiarazioni gay friendly dell'ultimo regista di STAR WARS (ne ho parlato QUI a marzo), a cavallo del successo di CAPTAIN AMERICA: CIVIL WAR ne sono arrivate altre... E guardacaso proprio dai registi di quest'ultima pellicola, e cioè i fratelli Russo: secondo loro, infatti, le possibilità che anche l'universo cinematografico della MARVEL si possa aprire alle tematiche LGBT sono ormai molto alte (CLICCATE QUI).

Tutto un caso? E sono anche un caso le foto che gli attori di CAPTAIN AMERICA: CIVIL WAR hanno concesso alla stampa?

O non sarà che forse tutto rientra in una più ampia strategia, atta a testare le reazioni del pubblico messo di fronte alla possibilità che certe tematiche possano essere affrontate in maniera più diretta? Dopotutto, anche se è vero che buona parte dei personaggi LGBT dell'universo MARVEL sono anche mutanti (e quindi possono comparire solo nei film fella FOX) ultimamente i personaggi LGBT sono aumentati notevolmente anche nelle serie legate agli AVENGERS (e non solo), senza contare che se ne sono visti diversi anche nelle fiction televisive MARVEL legate in qualche modo all'universo cinematografico (Daredevil, Agents of S.H.I.E.L.D.).

Quel che è certo è che la Disney, a prescindere dai prodotti MARVEL, presto o tardi dovrà prendere una posizione ufficiale sulla questione LGBT anche per quel che riguarda l'animazione "per tutti". E a dirlo è anche il THE WASHINGTON POST (CLICCATE QUI), secondo cui questa fantomatica apertura potrebbe avvenire molto prima di quanto non si pensi... Non foss'altro per via di fenomeni come il successo virale che ha avuto su twitter l'hashtagh #GiveElsaAGirlfriend (date una ragazza a Elsa), lanciato dalla diciassettenne Alexis Isabel nella speranza che la protagonista di Frozen possa fare un clamoroso coming out nel sequel del film (CLICCATE QUI)...

In realtà la Disney qualcosa, in questo senso, lo ha già fatto inserendo tematiche LGBT nella serie TV Once Upon a Time (ne ho parlato QUI), che utilizza anche i suoi personaggi (tra cui Elsa) in versione live, e che viene prodotto da un canale di cui è socia di maggioranza... Tuttavia la presa di posizione definitiva non può che avvenire in un classico film di animazione per famiglie (che però, per motivi economici, è anche il genere di prodotto che può osare di meno), quindi non è da escludere che anche l'inserimento di una coppia lesbica nella serie TV di cui sopra sia da considerare come una specie di test...

Anche perchè, ormai da qualche anno, si può dire che in ambito LGBT le serie TV - e in particolare quelle che hanno una componente fantastica - sono diventate un ambito in cui è possibile sperimentare molto e prendendosi delle libertà che una volta sarebbero state ritenute impossibili. Nel serial SUPERNATURAL, che ormai è arrivato all'undicesima stagione, è finalmente arrivato un duo di cacciatori di demoni regolarmente sposati: Jesse e Cesar...

Tuttavia negli ultimi episodi persino Dio - nei panni della sua manifestazione umana chiamata "Sam" (interpretato da Rob Benedict, che vedete nella foto sotto) - ha ammesso che in questa veste ha viaggiato molto e che ha avuto tante ragazze e qualche ragazzo (CLICCATE QUI)...

Quindi ora possiamo dire che Dio, perlomeno nell'universo narrativo di SUPERNATURAL, ha fatto coming out ed è ufficialmente bisessuale... E, al netto del fatto che la serie può piacere o non piacere, direi che questa scelta narrativa senza precedenti qualcosa dovrà pur significare...

Anche se, in effetti, SUPERNATURAL è pur sempre realizzato dal canale CW, quello in cui il produttore gay dichiarato Greg Berlanti ha lanciato diversi serial ispirati dai personaggi DC Comics in cui l'elemento LGBT è ben presente... E adesso che, a partire dalla seconda stagione, anche il serial di Supergirl (sempre prodotto da Gregg Berlanti) si trasferirà dalla ABC al canale CW, sono pronto a scommettere non mancherà di dare maggiore spazio a temi e personaggi di un certo tipo...

Ad ogni modo, per stare in tema di serial prodotti da Gregg Berlanti, può essere interessante notare che, dopo il coming out ufficiale dell'attore Colton Haynes (membro storico del cast di ARROW), è stato confermato il suo ritorno in parecchi episodi della quinta stagione, nei panni di Arsenal...

E questo è un dettaglio abbastanza interessante, visto che quando ha fatto coming out ha anche ammesso che gli ultimi anni passati a fingersi eterosessuale lo avevano stressato in maniera notevole, compromettendo anche la sua salute, e quindi aveva deciso di prendersi un periodo di pausa dal lavoro per non peggiorare la situazione (e ne hanno parlato persino i siti italiani che si occupano di fumetti: se non ci credete CLICCATE QUI)... E questo spiega perchè, nel pieno della popolarità, avesse staccato la spina da ARROW senza peraltro tornare nel cast di TEEN WOLF (come era stato annunciato)... Pertanto il fatto che abbia garantito maggiori apparizioni in ARROW dopo la latitanza della quarta stagione, potrebbe anche essere letto come un effettivo miglioramento delle sue condizioni generali... Segno evidente che fare coming out fa bene alla salute...


E che, fortunatamente, dichiararsi gay oggi non stronca istantaneamente la carriera di un attore come poteva accadere una volta... Soprattutto quando si tratta di un attore che ha fatto carriera nel settore delle produzioni legate in qualche modo all'immaginario pop, che raccolgono un pubblico mediamente più aperto di mente e più gay friendly rispetto a quello di altri tipi di entertainment... E comunque Colton Haynes ha anche parlato di come la famiglia, gli amici e i colleghi già sapessero di lui, e nessuno si facesse problemi al riguardo... E anche questo aiuta.
Morale della favola: forse qualcosa si sta iniziando a muovere davvero...
E speriamo che l'onda lunga di tutto questo movimento si faccia sentire più spesso, e con più decisione, anche dalle nostre parti...

Alla prossima.

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ALTRI TEMPI...?

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Ciao a tutti, come va?

Questo lunedì non ho grandi scoop sulla situazione italiana (e visto l'andazzo delle ultime settimane forse è meglio così), così coglierò l'occasione per analizzare un fenomeno abbastanza curioso che - ho notato - da qualche anno a questa parte si sta manifestando con una certa frequenza...

Qualcosa di molto simile a quello che in psicologia viene definito "rimozione", e cioè quel sistema di autodifesa che il nostro cervello attua rimuovendo pensieri e ricordi che coscientemente considererebbe inaccettabili o troppo difficili da gestire... Magari sostituendoli con altri, che ritiene più tollerabili.

Ultimamente, ad esempio, ho notato che questo fenomeno si è verificato quando Alessandro Bottero - in calce ad uno dei post del suo profilo facebook (quello inserito qui sotto) - ha diffuso i dati di vendita di MORGAN LOST, che col primo numero aveva venduto 39.000 copie, ma che nel giro di soli sei mesi sarebbe arrivato a stabilizzarsi sulle 24/25.000... Quindi parliamo di almeno 14.000 lettori persi per strada...

Quando Alessandro Bottero, che bazzica nel mondo dell'editoria a fumetti da decenni, dà i numeri c'è sempre qualcuno che lamenta il fatto che non cita le sue fonti, ma a quanto pare finora le suddette fonti si sono rivelate decisamente attendibili... Tant'è che ultimamente anche gli stessi curatori editoriali che si erano sentiti presi in causa, e che inizialmente lo avevano smentito, hanno ritrattato...

Perciò diciamo pure che la sua attendibilità, per il momento, è stata provata empiricamente... E che quindi anche i numeri di MORGAN LOST dovrebbero essere molto vicini a quelli effettivi. Ora: che l'ennesima serie Bonelli presentata come quella "della svolta" si stia rivelando un titolo che resta a galla (per ora) in maniera dignitosa, ma non certo esaltante (e se il suo prezzo fosse stato allineato con quello delle serie in bianco e nero probabilmente sarebbe andata anche peggio) non è una grande novità...

Negli ultimi anni è capitato sempre più spesso, e tra l'altro i debutti delle nuove testate fanno numeri sempre più bassi di anno in anno (DRAGONERO, per esempio, col primo numero della serie regolare arrivò a sfiorare le 50.000 copie, ed era solo il 2013).

La cosa che mi stupisce, però, è che sempre più commentatori - soprattutto fra i lettori abituali di questo genere di fumetti - sostengono che la colpa del calo delle vendite stia tutta nel fatto che al giorno d'oggi nessuno fa più partire la collezione di una serie a fumetti se è destinata a proseguire indefinitamente... Preferendo concentrarsi sulle serie limitate.

Umh... Peccato che però che ORFANI, annunciata da subito come serie limitata divisa in cicli, sia passata dai 50.000 lettori del numero uno agli attuali 20.000... E anche LUKAS, concepita come una miniserie, ha chiuso dopo essere arrivata a quota 12.000.

Quindi, forse, il successo di una serie non è inversamente proporzionale alla sua lunghezza, anche se sempre più persone sembrano convinte che sia l'unica spiegazione possibile per quello che sta avvenendo in questi anni...

E qui entra in campo la rimozione.

Perchè, molto semplicemente, non considerare che se una serie perde lettori dopo il lancio del numero uno è perchè NON PIACE a tutti i lettori che hanno provato ad acquistarla quando ha debuttato? Perchè non prendere in considerazione l'ipotesi che NON É STATA UNA PROPOSTA CONVINCENTE? Perchè, banalmente, non accettare che se una serie perde lettori numero dopo numero è perchè, numero dopo numero, i lettori si rendono conto che non sta sviluppando gli spunti giusti nel modo giusto?

Non sono uno psicologo, e non mi addentrerò in questo ginepraio più di tanto, ma più passa il tempo è più sono tentato di pensare che questo processo di "rimozione" sia dovuto al fatto che molti lettori tradizionalisti fanno sempre più fatica ad accettare il fatto che un certo modo "tradizionale" di intendere i fumetti italiani (e l'entertainment in generale), a cui loro sono molto affezionati, ha ormai fatto il suo tempo... E che ostinarsi a percorrere un certo tipo di strada non sta facendo altro che peggiorare le cose.

E sicuramente è più facile cercare dei capri espiatori esterni, e anche un po' surreali, piuttosto che accettare la triste realtà... E cioè che col passare del tempo l'età avanza e i gusti dei giovani cambiano, ma che per tenersi buoni i lettori che stanno invecchiando gli editori trascurano il nuovo pubblico, i nuovi autori e le nuove idee. Ripiegandosi sempre più su se stessi, anno dopo anno. Anche perchè, come ribadito anche nel dibattito fra Alfredo Castelli e Marcello Toninelli in fondo ad un post del blog di Sauro Pennacchioli (CLICCATE QUI), in Italia si sono via via consolidati dei meccanismi "opportunistici" che spingono gli stessi sceneggiatori a scrivere il più a lungo possibile, e a diventare curatori e/o ideatori di serie sempre nuove (che inevitabilmente finiscono per assomigliarsi)...

Prendiamo ad esempio Claudio Chiaverotti, che scrive il MORGAN LOST di cui sopra. É nato nel 1965, scrive fumetti dal 1986 ed è entrato in Bonelli dal 1989, scrivendo un numero di Dylan Dog... Quindi ora ha cinquantun anni e lavora in Bonelli da quando ne aveva ventiquattro. Attualmente quanti sono gli sceneggiatori ventiquattrenni in forza alla Bonelli? E a quanti di loro è consentito di ideare nuove storie e nuovi personaggi, o anche solo di scrivere una storia di Dylan Dog?

Verosimilmente quando Claudio Chiaverotti aveva ventiquattro anni era più in linea con i gusti dei giovani di quel periodo, che non a caso seguivano con partecipazione crescente le avventure di Dylan Dog... Poi, quando il suo stile non è stato più in grado attirare l'attenzione di un nuovo pubblico (e/o di mantenere quella del pubblico vecchio), la natura ha fatto il suo corso... E nel 2014 la sua serie BRANDON - che pure teneva banco dal 1998 - ha chiuso... E di esempi così se ne potrebbero fare diversi. Infatti di sceneggiatori che - senza nemmeno rendersene conto - invece di contribuire al ricambio generazionale del pubblico finiscono per rallentarlo ulteriormente, in Italia, ne abbiamo parecchi... Anche perchè la loro età media sta diventando sempre più alta, così come diventa sempre più alta l'eta media dei loro personaggi, che non a caso si pongono in maniera sempre più anacronistica rispetto agli standard di oggi, anche quando dovrebbero essere  personaggi anagraficamente "giovani"... E probabilmente in futuro questa discrepanza diventerà sempre più evidente...

Eppure, a ben guardare, questo fenomeno è diventato parte dell'industria del fumetto italiano solo da qualche decennio a questa parte... Prima che l'incompetenza di alcuni editori e le mire espansionistiche di altri portassero il settore allo stato attuale c'era una concorrenza più equilibrata, e al ricambio degli autori seguiva anche il ricambio del pubblico, portando ad avere un mercato tutto sommato solido, seppur nei limiti dei vari periodi storici che si vogliono prendere in esame.

E in effetti di autori giovani, con idee giovani e personaggi giovani, in sintonia con i lettori giovani del periodo in cui hanno debuttato, in passato ce ne sono sempre stati tanti... E la cosa interessante è che gli editori dell'epoca gli aprivano le porte con una certa elasticità, in maniera non dissimile da quanto avveniva negli USA...

Per esempio: nel 1965 la DC Comics accettò le prime sceneggiature di Jim Shooter, che poi sarebbe diventato uno sceneggiatore e un editor coinvolto in numerosi progetti editoriali più o meno importanti... Eppure, nel 1965 Jim Shooter aveva solo 13 anni (foto sotto)!

Ebbene: anche se dirlo oggi sembra una follia, in quel periodo situazioni simili potevano verificarsi anche in Italia! Anzi: quando Jim Shooter si propose alla DC Comics, in Italia si verificavano già da molto tempo...

Nel 1935 aveva debuttato il settimanale a fumetti L'INTREPIDO, che all'epoca era diretto dalla scrittrice e giornalista Wanda Bontà (1902-1986, che vedete nella foto sotto), che si preoccupava di selezionare storie che potessero piacere anche al pubblico femminile (prima, cioè, che comparissero i fotoromanzi, ma questa è un'altra storia)...

A proposito: oggi quante sono le case editrici italiane che producono fumetti avventurosi affidandone la direzione artistica a una donna? Magari premurandosi che possano piacere anche ad un pubblico femminile?

Fatto sta che nel 1938 Wanda Bontà accettò le prime sceneggiature di un certo Antonino Mancuso... Di anni 14... Che da quel momento in poi non avrebbe mai smesso si scrivere sceneggiature per fumetti e fotoromanzi, e che - per inciso - a 25 anni creò il suo personaggio più popolare... IL CAVALIERE IDEALE, ispirandosi all'immaginario pop che andava di moda in quel periodo fra i giovani, partendo dall'India descritta nei romanzi di Salgari per poi spaziare nella fantascienza e in una sorta di proto-fantasy all'italiana...

Per inciso: il suddetto "Cavaliere Ideale" in realtà si chiamava Almos ed era un principe indiano di diciassette anni appena compiuti... Il che lasciava spazio anche a tutta una serie di risvolti romantici da telenovela. E in effetti, al di là della prosa ridondante e ingenua (che comunque era molto in voga all'epoca), si può dire che IL CAVALIERE IDEALE fosse perfettamente in tinta con i gusti del giovane pubblico contemporaneo (era il 1949)... Cosa che, purtroppo, non si può dire della media dei fumetti popolari italiani prodotti oggi.

E non fu nemmeno un caso isolato... Tant'è che la stessa casa editrice che pubblicava le avventure di Almos aveva tutto uno schieramento di eroi, avventurieri e principi teenager... Alcuni dei quali potevano definirsi persino trasgressivi per gli standard dell'epoca... Visto che mai e poi mai un diciassettenne di quel periodo avrebbe potuto presentarsi con lunghi capelli e orecchini, ad esempio... Cosa che però avveniva nel caso di Chiomadoro, protagonista della serie IL PRINCIPE DEL SOGNO (1952)...

Anche questo Chiomadoro, guardacaso, aveva diciassette anni ed era scritto da un certo Luigi Grecchi, che a sua volta aveva iniziato a vedere pubblicati i suoi racconti sul periodico IL GIORNALE DEI VIAGGI E DELLE AVVENTURE (lo stesso su cui debuttò Gian Luigi Bonelli come scrittore, per intenderci) quando aveva 14 anni (nel 1937)... E che poco dopo divenne famoso anche per i romanzoni che scriveva utilizzando la prima persona femminile (!)... Tant'è che la stessa Liala (al secolo Amalia Liana Negretti Odescalchi cgt. Cambiasi), probabilmente la più nota scrittrice italiana di romanzi rosa dagli anni Trenta agli anni Sessanta, volle conoscere di persona l'autrice di quei racconti così coinvolgenti, che venivano pubblicati sul noto settimanale "Confidenze di Liala"... Ritrovandosi poi di fronte ad un giovanissimo Luigi Grecchi, che più o meno in quel periodo aveva iniziato anche a scrivere fumetti... E che avrebbe concepito IL PRINCIPE DEL SOGNO a 29 anni... Tentando poco dopo anche la carta dei giovani supereroi con Junior e Atlas...

Cosa che, è bene precisare, fece anche il suo collega Antonino Mancuso, con un certo Jimmy Jet (1963), che sperimentò un inedito formato verticale e che presentò un giovane supereroe che - in un certo senso - anticipava diverse trovate che sarebbero state sviluppate dai fumetti americani nei decenni successivi (e in particolare da quelli dedicati ai mutanti della MARVEL)...

E anche in questo caso sarebbe interessante fare qualche paragone con il panorama editoriale dell'Italia del 2016... Anche perchè IL CAVALIERE IDEALE proseguì con le sue avventure settimanali dal 1949 al 1959, mentre IL PRINCIPE DEL SOGNO andò avanti dal 1952 al 1964... E probabilmente, se i fotoromanzi non avessero rubato lettrici e sceneggiatori alle loro storie, non è da escludere che se ne sarebbe ancora sentito parlare per almeno un altro decennio...

Certo: negli anni in cui si affermarono tutti questi quattordicenni rampanti non c'erano scrittori e sceneggiatori di lungo corso che difendevano la loro posizione con le unghie e con i denti, e sicuramente il pubblico era meno esigente e raffinato di quello di oggi... Tuttavia è altamente probabile che se in quel periodo le redazioni delle case editrici di fumetti fossero state sommerse dalle proposte di autori dai cinquant'anni in sù intenzionati a raccontare storie di personaggi maturi e avventurieri posati, probabilmente la maggior parte di loro avrebbe ricevuto una cortese lettera di rifiuto... Perchè qualsiasi editore che avesse voluto rivolgersi ad un pubblico giovane avrebbe saputo che non erano questi gli autori che gli servivano.

Nel 2016, però, arriviamo da decenni in cui i ruoli di sceneggiatore, curatore ed editore si sono sfumati, sovrapposti e interlacciati sempre di più, e in cui si è andato perdendo sempre di più il contatto col pubblico reale... E in particolare con il pubblico giovane. Ed è evidente che continuando a battere questa strada le cose non miglioreranno, ma semmai se ne potrà solo rallentare il peggioramento...
Negli ultimi mesi sono intervenuto in vari licei della mia città, in qualità di rappresentante della piccola associazione LGBT di cui sono presidente, nell'ambito delle miniassemblee autogestite dall'Unione degli Studenti (CLICCATE QUI)... A parte il fatto che quando andavo al liceo io l'Unione degli Studenti non esisteva nemmeno, è stato subito evidente - anche solo dalle poche ore trascorse con ciascuna di quelle classi - che gli adolescenti di oggi vivono in un altro universo rispetto quello in cui ho vissuto io. A parte il loro rapporto con la moda (e i capelli fluo per ambo i sessi, ad esempio) e a parte il fatto che parlano con disinvoltura di tutta una serie di argomenti che ai miei tempi non erano nemmeno pronunciabili, è stato evidente come il tema "omosessualità" fosse percepito in maniera completamente diversa rispetto ai tempi della mia adolescenza... Ad esempio da quelle quattordicenni che mi hanno detto di aver capito che gli omosessuali potevano essere maschili dopo aver visto I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN (quando di anni ne avevano 12!)...

O da quei diciassettenni che hanno parlato di amici gay della loro età che gli hanno fatto capire che gli omosessuali non sono persone particolarmente allupate e fastidiose, e men che meno "pericolose"... Senza contare quelli che mi hanno raccontato chiaro e tondo di come è stato il loro coming out in famiglia e con gli amici...

Preciso che sono stato in licei classici, artistici, di scienze umane, economico sociali e di scienze applicate... E che - ovviamente - chi ha scelto di partecipare alle miniassemblee in cui parlavo io era interessato all'argomento.  Probabilmente in altri tipi di scuole e in altre miniassemblee ci sarebbe già stata un'aria diversa... Però penso sia evidente che i giovani di oggi non sono gli stessi di venti anni fa o più. 

E questa loro apertura mentale, se ha stupito me, probabilmente non passa nemmeno per l'anticamera del cervello di uno sceneggiatore italiano di fumetti che oggi ha dai cinquant'anni in sù, e che forse non ha rapporti diretti e continuati con un certo tipo di pubblico da quando a smesso di frequentare la sua scuola superiore... E pertanto verrebbe da pensare che l'omosessualità sia solo uno dei tanti temi che nei fumetti italiani di oggi non viene presentato in maniera attuale e verosimile...

Quindi diciamo pure che, se il fumetto popolare italiano non se la passa benissimo e non riesce a coinvolgere più di tanto il pubblico giovane, forse un motivo c'è... E non ha niente a che fare col fatto che la gente non ha voglia di iniziare a collezionare una serie che potrebbe proseguire a tempo indeterminato.

Anzi: qualcosa mi dice che se un giovane lettore trovasse una serie a fumetti che gli piace sul serio, probabilmente, sarebbe il primo a desiderare che non finisse mai...

Alla prossima.

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IL PARADIGMA DELL'ORSO...

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Ciao a tutti, come va?

Forse qualcuno di voi avrà letto il bellissimo saggio (a fumetti) REINVENTARE IL FUMETTO di Scott McLoud, in cui l'autore teorizzava la possibile evoluzione di questo media alla luce della rivoluzione digitale in atto. Se non lo avete mai letto ve lo consiglio caldamente, assieme agli altri due titoli della serie (CAPIRE IL FUMETTO e FARE IL FUMETTO). Su quelle pagine aveva anche citato la Legge di Moore, e cioè la teoria elaborata dall'informatico Gordon Moore nel 1965, secondo cui - molto in sintesi - le prestazioni dei sistemi informatici grazie al progresso tecnologico sarebbero raddoppiate ogni 18 mesi circa, crescendo in maniera esponenziale... Cosa che, a grandi linee, si è effettivamente verificata.

Scott McLoud ne parlava nel suo volume - che, per inciso, risale al 2001 - perchè vedeva un collegamento fra lo sviluppo delle nuove tecnologie e le possibilità di sviluppo del fumetto, inteso come media sempre più interlacciato alle nuove possibilità offerte dal web e dallo sviluppo del software informatico. Soprattutto per quel che riguarda i fumetti che vogliono proporsi a nicchie di mercato specifiche, magari relative a minoranze e a tematiche che i fumetti - nel senso più tradizionale del genere - tendono ad ignorare. E Scott McLoud citava espressamente anche il grande supporto che i progressi tecnologici avrebbero offerto alla diffusione dei fumetti a tematica omosessuale...

A quanto pare Scott Mcloud (foto sotto) era, ed è, una persona acuta e lungimirante, e i fatti gli stanno dando ragione...

Nel senso che, effettivamente, qualcosa sta succedendo sul serio, e per rendersene conto forse non è nemmeno il caso di guardare tanto lontano. La Renbooks ha da poco raccolto in un volumetto le tavole del wecomic LUI E L'ORSO (disponibile gratuitamente su facebook CLICCANDO QUI e sul sito VERTICALISMI CLICCANDO QUI) di Salvatore Callerami... Una sit-com a tematica gay incentrata - fondamentalmente - sul rapporto fra un bear molto disinibito e il suo nuovo coinquilino.

La pagina facebook ha oltre 10.000 like, il che presuppone che almeno 10.000 persone abbiano conosciuto questa serie senza spendere centesimo. Eppure, quando Renbooks ha dato la possibilità di prenotare la raccolta cartacea sul suo sito, la prima tiratura (un migliaio di copie) è andata esaurita nel giro di tre giorni... E solo con le prenotazioni! Tant'è che è stato necessario pianificare una ristampa nel giro di un mese, che in una settimana ha già venduto altre duecento copie... E su amazon.it, per dirne una,  le scorte sono già andate esaurite. Ad ogni modo potete sempre prenotare la vostra CLICCANDO QUI o sull'immagine sotto (e se la acquistate tramite questi link potete anche sostenere questo blog, che ne ha tanto bisogno).
http://www.amazon.it/dp/8890918586/ref=as_sl_pc_tf_lc?tag=wallyrainbows-21&camp=3458&creative=23838&linkCode=as1&creativeASIN=8890918586&adid=1ERP41AKY795N3AKGY4T&&ref-refURL=http%3A%2F%2Flightelf.blogspot.it%2F

Qualcuno potrebbe pensare che non si tratta di numeri enormi, ma rapportando il tutto al mercato dei fumetti distribuiti solo in fumetteria e libreria (dove un migliaio di copie vendute in un anno sono già un notevole risultato), e cosiderando che il volume propone materiale (in buona parte) già visionabile gratis (seppure in versione censurata), diciamo pure che è stato un successo notevole... Tantopiù che si tratta di un prodotto che in Italia non ha precedenti, essendo una comic strip a tematica bear...


Ad ogni modo penso che il caso di LUI E L'ORSO, che presumo avrà ulteriori sviluppi in futuro, sia abbastanza emblematico. Nel senso che potrebbe essere il primo vero caso (italiano) che dimostra la validità delle teorie di Scott McLoud applicate al fumetto a tematica LGBT.

Siamo finalmente arrivati alle soglie della rivoluzione che lui auspicava?
E questa rivoluzione farà in modo che anche in Italia si possa creare una vera nicchia di mercato per i fumetti a tematica LGBT, passando per le porte aperte dal web?

Quando io realizzavo regolarmente fumetti online, ad esempio, la tecnologia era molto più arretrata rispetto a quella attuale, e la gente che faceva acquisti online era una minoranza risicatissima e diffidente... E in effetti una quantità di progetti che avevo messo in piedi si sono arenati per motivi di forza maggiore, legati proprio a problematiche di un certo tipo. Cosa che probabilmente, adesso, non si verificherebbe...

Umh... Questa riflessione ha delle implicazioni interessanti...

Alla prossima.

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CAFFÉ...?

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Ciao a tutti, come va?
Devo ammettere che, di tanto in tanto, può capitare che le notizie da segnalare su questo blog scarseggino, ma se questo succede so che posso sempre contare su qualcuno che mi viene in soccorso, e cioè Tom of Finland... Infatti più passa il tempo e più i suoi beni disegni diventano un fenomeno pop, e così dopo i capi di abbigliamento, i profumi, i francobolli, la biancheria per la casa, i case per cellulari e tutto il resto ora i disegni di Tom of Finland si ritrovano anche... Sui pacchetti di caffè...

L'idea è venuta ad una tosteria di Katajanokka, dalle parti di Helsinki (ovviamente in Finlandia), che a quanto pare non è alla prima esperienza in fatto di confezioni da collezione abbellite dai disegni di famosi artisti locali: nel 2013, ad esempio, aveva scelto di utilizzare i disegni dei Moomin di Tove Jansson (se non sapete cosa sono CLICCATE QUI)...
Quel che si dice la creatività nordica, insomma. Ad ogni modo la tosteria di Robert Paulig (CLICCATE QUI per il sito ufficiale, dove potete anche fare i vostri ordini) questa volta ha deciso - probabilmente per la prima volta al mondo - di unire omoerotismo e torrefazione, proponendo ben due serie di confezioni esclusive, a sfondo bianco e a sfondo nero, dando ovviamente la possibilità di acquistare sia le confezioni singole che le serie complete (avendo così una confezione in omaggio)...


A parte il fatto che come idea regalo mi sembra geniale, e ho come la sensazione che appena la notizia si diffonderà queste confezioni andranno a ruba in tutto il mondo (anche perchè si può scegliere con che tipo di miscela riempire la confezione che verrà spedita), direi che questa è l'ennesima prova di come Tom of Finland sia stato sdoganato in patria... E di come, anzi, i suoi disegni siano diventati iconici come, ad esempio, le foto che ritraggono personaggi cult come Marylin Monroe e James Dean... Con la differenza che lo sdoganamento dei disegni di Tom of Finland ha dei risvolti simbolici e culturali di tutt'altro livello, visto che implica lo sdoganamento dell'immaginario erotico omosessuale e quindi dell'omosessualità in quanto tale...


E considerando com'era la situazione fino a pochi decenni fa, quando i disegni di Tom of Finland erano conosciuti solo da una parte del mondo gay, direi che non è una cosa da poco...

E sicuramente questo processo non si fermerà qui.

Va da sè che ogni volta che riporto notizie di questo tipo non posso fare a meno di riflettere sul fatto che dalle nostre parti non siamo mai riusciti ad avere nemmeno una mostra dedicata a Tom of Finland e ai suoi disegni... Che sono stati esposti solo di straforo in qualche occasione, all'interno di eventi di più ampia portata, senza essere valorizzati in alcun modo...

Credo che al massimo, da noi, siano arrivate le confezioni del suo profumo (e lo so perchè è arrivato persino nelle profumerie della mia città)...


D'altra parte nulla accade per caso, suppongo.

Alla prossima.

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SCENARI POSSIBILI...

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Ciao a tutti, come va?
Lo spunto per il post di oggi mi viene offerto da una notizia di cui, probabilmente, la maggior parte di voi è a conoscenza: anche in Italia è stata promulgata una Legge che regolamenta le convivenze (eterosessuali e omosessuali) e che istituisce le Unioni Civili per le coppie omosessuali. Si tratta di una Legge ampiamente perfettibile, e che in effetti "nasce vecchia" rispetto ai progressi che ci sono stati in buona parte del mondo occidentale negli ultimi dieci anni, ma è pur sempre un passo importante... Perchè riconosce alcuni diritti e doveri essenziali (li vedete qui sotto), e fa uscire le coppie omosessuali dalla clandestinità normativa...
Perchè parlo di questa Legge su questo blog? Perchè, al di là dell'impatto a livello pratico - per chi ne usufruirà - avrà senz'altro un certo peso culturale, visto che di fatto inizia a legittimare ufficialmente la condizione omosessuale anche nel nostro paese, con tutto quel che ne consegue... Sembra una cosa da poco, visto che comunque il clima generale era diventato sempre più gay friendly anche da noi (nonostante molte sacche di resistenza)... Tuttavia l'ufficialità è un'altra cosa, visto che fa passare il discorso dell'omosessualità dall'ambito delle opinioni personali a quello delle realtà legittimamente riconosciute. Sicuramente ce n'è abbastanza per scriverci un saggio, però in questo post volevo concentrarmi su un aspetto della questione che, al momento, nessuno ha ancora affrontato...

Come si rifletterà l'approvazione di questa Legge nel mondo del fumetto italiano?

Mi spiego meglio: se seguite questo blog avrete notato che non ho mai mancato di sottolineare come nel fumetto italiano, e in particolare in quello "popolare", l'omosessualità abbia continuato ad essere rappresentata (o magari sottointesa) con lo stesso stile di venti, trenta o quarant'anni fa... Anche in quei fumetti ambientati, in teoria, in nazioni ben più progredite della nostra in fatto di diritti civili e affermazione della comunità LGBT...

E - per dirla tutta - siamo arrivati persino ad avere dei fumetti di fantascienza che si svolgono qualche centinaio d'anni nel futuro, ma in cui il discorso omosessualità è stato portato avanti come se le storie narrate si svolgessero nelle peggio cittadine di provincia italiane...

Per non parlare di tutti quei fumetti che, anche di recente, si sono rivolti nello specifico ad un pubblico molto giovane, e in cui tutta la questione omosessualità è sempre stata un tabù assoluto... Quando, nella realtà dei fatti, per i giovani di oggi, è un dato di fatto pressochè scontato...

Finora uno degli alibi maggiormente utilizzati per giustificare questa situazione era il fatto che l'Italia "non era pronta" e non era "come gli altri paesi"... Ed era sottointeso che uno dei motivi fosse anche nel fatto che la condizione omosessuale, in Italia, non era riconosciuta pubblicamente da una Legge. Quindi diciamo pure che, entro certi limiti, una certa prudenza poteva anche essere giustificabile (per quanto controproducente in termini di vendite presso il pubblico più "progressista").

Adesso che questa scusa non potrà più essere usata, però, sarà estremamente interessante verificare come si evolverà la situazione, dato che chi produce fumetti in Italia dovrà giocare a carte scoperte... E se NON cambierà il suo atteggiamento nei confronti della rappresentazione dell'omosessualità sarà evidente che il problema NON era legato tanto al fatto che gli omosessuali in Italia vivevano in una zona grigia, quanto al fatto che certi editori hanno una linea editoriale orientata a compiacere il pubblico conservatore (e tendenzialmente omofobo) a prescindere dal livello di legittimazione della comunità LGBT nel nostro paese.

Quindi diciamo pure che adesso gli editori italiani di fumetti si troveranno davanti ad un bivio, e finalmente scopriremo quali sono le loro reali intenzioni... Visto che potremo verificare se continueranno ad omettere, censurare, svilire, stereotipare e distorcere certi argomenti come hanno fatto finora, oppure no...

Ad esempio: proprio questa settimana su Topolino verrà presentata la versione paperizzata di Laura Pausini, e - per come vanno queste cose - è facile che la suddetta versione possa ricomparire in futuro...

La storia in questione di certo è stata pensata prima che le Unioni Civili diventassero Legge, ma nelle storie future in cui questa parodia della cantante comparirà ci sarà spazio per qualche accenno alle sue continue battaglie a favore della causa gay? Dopotutto anche nei suoi concerti non ha mai fatto mistero di quanto l'argomento le stesse a cuore...

E, anche se su Topolino non si può certo essere troppo espliciti al riguardo, è pur vero che se la versione disneyana di Laura Pausini accennasse - fra le righe - alle opinioni della sua controparte reale, adesso non parlerebbe più di una cosa "illegittima"... Visto che, molto semplicemente, manifesterebbe una presa di posizione favorevole ad una Legge approvata anche in Italia...

Intendiamoci: so benissimo che, per come siamo messi oggi, Topolino NON diventerà improvvisamente un baluardo dei diritti civili... Tuttavia è innegabile che il suo pubblico di riferimento principale, e cioè quello composto dai bambini, si ritroverà sempre più spesso alle prese con realtà di questo tipo, e pertanto sarebbe assurdo continuare a considerarle un tabù assoluto come qualche anno fa... Anche se con Topolino - e con la Panini in generale - bisogna sempre valutare tutta una serie di condizionamenti esterni che comunque potrebbero influire sulla sua libertà di movimento...

Tantopiù che, per quel poco che capisco di economia, pare proprio che la Panini recentemente sia passata di mano dalla Merloni alla Cordusio Fiduciaria, che fa parte del Gruppo Unicredit (CLICCATE QUI)... E considerando che l'Unicredit ha fra i suoi maggiori azionisti la Aabar di Abu Dabi e la Banca Centrale di Libia (mentre i russi vanno e vengono), non è detto in qualche modo anche un certo tipo di situazione non possa far sentire il suo peso sulla linea editoriale di Topolino (come, forse, avvenne con i proprietari precedenti nell'imbarazzante caso della copertina dedicata a Charlie Hebdo, di cui parlai QUI)... Anche se forse, nel caso di Unicredit, la pluralità degli azionisti potrebbe garantire una maggiore pluralità di influenze...

Staremo a vedere.

Anche perchè solo il tempo ci dirà cosa succederà con Topolino (che rappresenta un po' un caso a sè) e con i prodotti Disney Panini... Dopotutto, a ben guardare, anche il fatto che in Italia la percentuale dei bambini appartenenti ad etnie straniere sia aumentata non ha influito granchè sui contenuti e sui personaggi  del settimanale... Quindi può anche essere che, pure in questo caso, si decida di fare finta di niente, nella speranza che queste omissioni portino più benefici che svantaggi (anche se il calo di lettori degli ultimi anni sembrerebbe provare che questa strategia non paga granchè).

Piccolo appunto: è pur vero che su Topolino non trovano posto storie che affrontano delle realtà che - effettivamente - in Italia sono legali, come l'interruzione delle gravidanze e i divorzi... Però in questo caso si tratta di situazioni difficili, drammatiche e non adatte a un pubblico di bambini. Teoricamente un'Unione Civile non ha questo genere di risvolti, quindi ora potremo verificare se la questione verrà omessa comunque, mettendola sullo stesso piano etico di gravidanze interrotte e divorzi... E se andasse davvero così sarebbe alquanto preoccupante, soprattutto in considerazione del fatto che il direttore editoriale della Panini ha già in programma di unirsi civilmente col suo compagno...

Sicuramente, nel frattempo, sarà molto più interessante verificare come si evolverà la situazione fra gli editori che producono fumetti per un pubblico più grandicello... E che peraltro non se la stanno passando proprio benissimo, anche se per ragioni di marketing si cerca ancora di confondere le acque, come ha fatto la casa editrice Bonelli nel 2014, quando aveva annunciato di avere avuto una crescita dei propri utili pari all'11% rispetto all'anno precedente (CLICCATE QUI).

Considerando che proprio nel 2014, su Fumettologica (CLICCATE QUI), la casa editrice parlava di vendite in continuo calo è evidente che quel riscontro economico - apparentemente positivo - poteva nascondere una situazione ben più complessa, e forse andava letto come un segnale allarmante... Nella misura in cui, non fermandosi alle apparenze, si può ipotizzare che la crescita degli utili non sia stata determinata dall'aumento dei lettori (che nei fatti sono calati), ma dal fatto che i prezzi di copertina sono aumentati, e - soprattutto - dal fatto che le edicole in Italia sono diminuite (si parla di 14.000 edicole in meno dal 2001 al 2015, e se non ci credete CLICCATE QUI) e con esse le tirature... Tagliando una buona percentuale dei costi di stampa e distribuzione, che ovviamente si sono trasformati in utili molto spendibili a livello di marketing (e magari reinvestibili in prodotti più multimediali), ma non necessariamente da leggere in chiave positiva...

Tant'è che in Bonelli, nell'evidente tentativo di rilanciare la serie di Dampyr (che ormai è pericolosamente vicina alla soglia dei 20.000 lettori al mese, che sono il minimo garantito per poter andare avanti), hanno pianificato un incrocio narrativo all'americana con Dylan Dog, che verrà portato avanti su entrambe le loro serie... Una cosa che, per inciso, negli albi Bonelli non si era mai verificata in questi termini...

E forse anche questo può essere letto come un segnale un po' preoccupante...

Ma se invece di realizzare crossover improbabili (e tardivi) si iniziasse a pensare a uno svecchiamento generale (e reale) dei toni e dei contenuti? Non sarebbe forse meglio? Dopotutto i cosiddetti "crossover" funzionano nella misura in cui i personaggi coinvolti hanno sempre condiviso lo stesso universo narrativo... Con gli stessi punti di riferimento, la stessa pseudoscienza, la stessa pseudostoria, ecc... E un grosso limite degli albi Bonelli, in questo senso, è sempre stato il fatto che ciascuna serie si è costruita una realtà narrativa indipendente... In cui, per esempio, salvo rarissimi casi le scoperte di Martin Mystere sulla storia dell'umanità non sono mai diventate davvero "patrimonio" di un universo Bonelli realmente condiviso (in stile MARVEL, per intenderci)... E in cui, appunto, tutte le varie gerarchie vampiriche e le trovate narrative  di Dampyr (come la dimensione nera, da cui provengono i demoni raminghi), in sedici anni, non hanno avuto ripercussioni su Dylan Dog (che pure ha a che fare con lo stesso tipo di "problemi" paranormali)... Col risultato di fare apparire questo incontro Dampyr/Dylan Dog alquanto forzoso e prettamente "commerciale"...
E a questo punto è abbastanza ironico constatare come, anche in interviste abbastanza recenti, gli autori Bonelli abbiano detto di non voler indugiare troppo nelle tematiche omosessuali per non rischiare di scadere nel banale e nel politically correct all'americana (CLICCATE QUI e QUI), visto che le trovate americane sono commerciali e fini a se stesse... Facendo così venire il sospetto che in fatto di "americanate", da quelle parti, ci siano due pesi e due misure... Soprattutto quando ci sono di mezzo le tematiche omosessuali.

Quindi, a maggior ragione, sarà interessante vedere cosa succederà ora.

Perchè se l'omosessualità continuerà ad essere considerata un argomento da prendere con le pinze, senza mai mostrarla in maniera realmente positiva per paura di legittimarla troppo (soprattutto agli occhi del pubblico conservatore che, ipoteticamente, l'editore vuole tenersi buono)... Allora vorrebbe davvero dire che c'è un problema a monte, e che forse a proposito di certe scelte più che di prudenza si dovrebbe parlare di un orientamento preciso... E in quel caso si potrebbe davvero profilare un futuro abbastanza incerto per chi si ostinasse a proseguire su quella strada...

Non tanto per il discorso omosessualità in quanto tale, quanto per il fatto che un simile atteggiamento nei confronti dell'omosessualità dimosterebbe la prevalenza di un determinato tipo di approccio "conservatore" e tradizionalista su tutta una serie di questioni, che finirebbe inevitabilmente per tenere alla larga tutto quel pubblico potenziale che "conservatore" non è.

Un pubblico che, ovviamente, è composto in maniera sempre più rilevante dalle nuove generazioni, che guardacaso si stanno progressivamente allontanando dal fumetto popolare italiano... Dato che non le rappresenta più e sceglie deliberatamente di ignorare la realtà in cui si muovono...

Quindi diciamo pure che la resa dei conti si sta avvicinando, anche se probabilmente chi di dovere non se ne è ancora accorto. Sul forum Cravenroad7, dedicato ai lettori di Dylan Dog, in conclusione ad una lunghissima discussione su come viene affrontata l'omosessualità nella serie, compare questo bel commento (se non ci credete CLICCATE QUI):

"Io brucerei tutti gli omosessualisti.
Cmq... L'omosessualita è against breed.
Se ci fosse un ipotetico vantaggio omo su etero l'umanità sarebbe finita.
Si sceglie di essere lesbo, gay o etero a seconda dei bisogni.
Non c'è un destino..
Quindi dylan non può trattare tale argomento perché sarebbe come dire "perché dylan non ha amici negri?"
Tutto è scelta.
E non ha senso "stare con i gay" perché pleonastico.
Il gay starà meglio quando si smetterà di parlarne.
Dylan incontra gay e lesbo tutti i giorni...
Però i gay e lesbo non possono essere un modello."


Non so se questa è una provocazione, un troll, uno squilibrato o una persona che - leggendo Dylan Dog - ha effettivamente pensato che questo ragionamento avesse senso... Fatto sta che nel forum Cravenroad7 nessuno ha replicato... E forse questo è ancora più inquietante del messaggio di per sè.

Premesso che esprimere e/o supportare un'opinione è sempre legittimo, e che sicuramente un messaggio del genere non va rimosso solo perchè infastidisce qualcuno, quello che mi chiedo è: un editore che attira lettori di questo tipo, e non fa nulla per cambiare davvero le cose, quale aspettativa di vita può avere fra dieci, venti o trent'anni in un paese che come riferimento - anche culturale - ha le democrazie occidentali (in cui, tra l'altro, l'omosessualità è stata ampiamente sdoganata)?

Forse sbaglio, ma a volte ho la sensazione che questa domanda non venga posta più di tanto perchè buona parte di chi gestisce il mondo del fumetto italiano ha un'età tale per cui il problema del "futuro" si pone in maniera molto relativa... E mi viene da pensare che l'obbiettivo principale di queste persone sia giusto quello di tirare avanti quanto basta per poter andare in pensione, o magari per integrare vita natural durante la pensione che già ricevono. Altrimenti la situazione attuale (con Luciano Secchi che manda avanti Alan Ford a 77 anni e Mario Gomboli che dirige Diabolik a 69) davvero non si spiegherebbe... E non si spiegherebbe nemmeno perchè tante case editrici continuano ad essere gestite dalle stesse persone per così tanto tempo...

Ad ogni modo, e qui concludo, con l'approvazione delle Unioni Civili sarà molto interessante anche verificare come si comporteranno i siti di informazione fumettistica... Soprattutto quelli che fanno un po' di gossip e che presto, molto presto, potrebbero trovarsi di fronte alla celebrazione dell'Unione Civile di Marco M. Lupoi, il direttore editoriale della Panini a cui accennavo prima... Ne parleranno? Non ne parleranno? Davvero potrebbero fare finta di niente di fronte alla prima Unione Civile che coinvolge un nome così importante per il panorama editoriale italiano?

Qualcosa mi dice che per questo blog si sta profilando un periodo ricco di spunti interessanti...

Alla prossima.

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CHI BEN COMINCIA...

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Ciao a tutti come va?

Forse, se siete appassionati di fumetti americani, saprete che è ai nastri di partenza l'ennesima crisi multi-spazio-tempo-dimensionale della DC COMICS, che avrà l'arduo compito di risistemare le cose in un universo narrativo che - dopo l'ultimo "aggiornamento", che portato alla nascita dell'universo "New 52" - non aveva granchè convinto il pubblico, che dopo il gradimento iniziale aveva manifestato un disinteresse crescente verso il progetto... Soprattutto per l'aumento dei toni cupi, drammatici e cinici di buona parte delle sue ultime storie...

E a poco sono serviti i tentativi di risistemare le cose l'anno scorso con l'evento CONVERGENCE, che - pur legittimando gli universi narrativi precedenti al New 52 - fondamentalmente non aveva rimesso mano alla linea narrativa principale (e infatti è passato abbastanza inosservato).

Quindi la dirigenza ha optato per un "ritorno alle origini" più radicale, che parte dalla consapevolezza che l'universo New 52, in realtà, è nato sotto l'influenza del Dr. Manhattan (uno dei protagonisti della seminale serie Watchmen) che pur - abitando da sempre in una realtà parallela all'universo DC Comics ufficiale - ha esteso il suo potere al punto di proittare la sua visione cinica e disillusa del creato quando si è verificato l'evento Flashpoint nel 2011, che portò alla nascita dell'universo New 52 di cui sopra.

Tutto chiaro?

Questa operazione (che non a caso si chiama REBIRTH, e cioè rinascita), quindi, dovrebbe far tornare le storie e le ambientazioni dei supereroi DC COMICS agli antichi fasti, restituendo loro una buona dose di quella speranza e di quell'ottimismo che le avevano caratterizzate da sempre. riesumando una quantità di personaggi e situazioni che erano state escluse dall'ultimo sconvolgimento cosmico.

Vedremo se ci riusciranno.

Parlo di questo ennesimo riassestamento dell'universo DC perchè qualcuno aveva ipotizzato (e forse anche sperato) che, con questa "rinascita", si sarebbe tornati ad un approccio più soft e meno esplicito nei confronti delle tematiche LGBT... Partendo dal presupposto che, in effetti, le radici storiche della casa editrice sono notoriamente legate ad un determinato ambito culturale... Più conservatore, se così vogliamo definirlo.

Eppure, se il buon giorno si vede dal mattino, dalle preview che hanno iniziato a circolare sembrerebbe proprio che la casa editrice non abbia alcuna intenzione di fare dei passi indietro in questo senso (anche perchè sarebbe obbiettivamente ridicolo, considerando i progressi dei diritti civili negli USA). E così, fin dalle preview del primo numero, abbiamo la conferma che in questo nuovo universo ricomparirà Jackson Hyde, alias Aqualad (nome atlantideo Kaldur'ahm), che aveva debuttato nella serie animata Young Justice del 2010...E che ora si scopre essere un teenager omosessuale che ha dei seri problemi ad essere accettato in famiglia (anche se probabilmente si tratta della sua famiglia adottiva)...

Per chi non lo sapesse Aqualad, nelle sue varie versioni, è un personaggio minore (nonchè spalla storica di Aquaman) abbastanza iconico nella "cosmologia" della DC COMICS, e dopo la sua apparizione nella serie cult Young Justice sicuramente è diventato molto popolare anche fra i non appassionati... Quindi il fatto che venga reintrodotto in REBIRTH, e che venga presentato fin da subito come omosessuale, sicuramente non è un caso... E, anzi, assomiglia molto ad un biglietto da visita con cui la casa editrice vuole sottolineare il suo impegno a mantenere l'approccio gay friendly che l'ha caratterizzata negli ultimi anni...

Tantopiù che, ad essere sincero, ho sempre avuto il sospetto che anche gli autori della serie animata Young Justice - quando lo hanno ideato - avessero voluto connotarlo in maniera un po' queer, nonostante il suo interesse per l'atlantidea Tula...

Morale della favola: sarà molto interessante verificare come si sposerà il tradizionale "stile DC COMICS", che vuole essere rilanciato dall'operazione REBIRTH, con l'approccio gay friendly che ha preso piede negli ultimi anni (anche a seguito delle prese di posizione dei lettori, nettamente a favore di una politica inclusiva e progressista in fatto di tematiche LGBT). Certo è che Aqualad sarebbe il primo personaggio con un "nome" così importante a manifestare un orientamento omosessuale nell'universo narrativo ufficiale della casa editrice... Segno evidente che i tempi stanno cambiando, e che forse REBIRTH potrebbe anche riservare anche qualche altra sorpresa molto interessante, fra un colpo di scena e l'altro...

Come sempre accade in questi casi non ci resta che stare a vedere... Sicuramente indietro non si torna, soprattutto se uno degli obbiettivi principali della DC COMICS è quello di conquistare nuovo pubblico fra le nuove generazioni, che ovviamente rappresentano il futuro della casa editrice... E che vivono in un contesto in cui i matrimoni gay, ad esempio, sono diventati una realtà...

Alla prossima.

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UN PESCE PER TUTTI...

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Ciao a tutti, come va?

La notizia di oggi può sembrare una cosa da poco, visto che si parla di una sequenza di pochi secondi in un trailer cinematografico, ma nei fatti direi che è molto importante... Infatti nell'ultimo trailer del nuovo film della Pixar ALLA RICERCA DI DORY, e cioè il seguito del fortunatissimo ALLA RICERCA DI NEMO, compare quella che a tutti gli effetti sembra proprio una tipica famiglia omogenitoriale, composta da due mamme che portano al parco la loro bimba...

E se non ci credete potete dare un'occhiata anche voi, al minuto 1:05 del filmato qui sotto...

Ora: per chi non lo sapesse la voce originale della pesciolina Dory è quella di Ellen DeGeneres, probabilmente la lesbica dichiarata più popolare d'America, che da anni conduce un popolarissimo talk show dove non manca mai di promuovere una cultura dell'inclusione nei confronti della comunità LGBT... E infatti è stata la prima a far notare che questi pochi secondi di trailer rappresentano un enorme passo avanti...

E come darle torto? Finora il record della rapprentatività LGBT nei film di animazione (occidentali) era detenuto da Paranorman (2012) della Universal... In cui uno dei personaggi principali (l'atletico Mitch) faceva coming out stupendo un po' tutti...

Dalle parti della FOX, ad esempio, sono stati molto più prudenti... Visto che in DRAGON TRAINER 2 (2014) uno dei personaggi secondari, Skaracchio (Gobber in originale) avrebbe dovuto fare coming out (o perlomeno così era stato annunciato), ma alla fine si è limitato ad accennare alla questione fra le righe...

In fatto di trailer gay friendly, comunque, il primato finora è sicuramente spettato a BOXTROLLS (sempre della Universal). Infatti lo slogan all'epoca dell'uscitarecitava: "A volte c'è una madre, a volte c'è un padre. A volte ci sono due padri o due madri", mentre sulla locandina compariva la scritta "le famiglie sono di ogni forma e dimensione, perfino a triangolo", un chiaro invito ad accettare anche le famiglie gay. 

Presenti alla Mostra del cinema di Venezia i registi avevano accettato di commentare questa scelta: "Forse può aiutare gli adulti, perché per quanto riguarda i bambini non c'è nessun lavoro da fare", aveva detto Anthony Stacchi. "Io ho un figlio nella cui classe c'è un bambino figlio di due padri e un altro figlio di due madri e per lui non c'è alcuna differenza".
 
Dalle parti della Disney (che dal 2006 possiede la Pixar), invece, il massimo in questo senso è stato rappresentato da un'potetica famiglia omogenitoriale comparsa di sfuggita in FROZEN (2013), anche se non c'è mai stata un'ammissione ufficiale del loro status da parte della casa di produzione...

Sempre se si esclude la copia composta da Bucky e Pronk (che però sono un  kudu e un orice) comparsi in Zootropolis (2016) nel ruolo dei vicini della coniglietta protagonista...

Probabilmente la Disney è molto interessata a tastare il terreno, anche alla luce delle recenti aperture della società verso certi argomenti, ma non vuole fare il passo più lungo della gamba... E far comparire nel trailer di ALLA RICERCA DI DORY una coppia di donne che dice chiaramente che quella che si vede è la loro bambina deve essere una specie di beta test... Anche in considerazione del fatto che la Pixar fa parte della Disney, ma tecnicamente NON è la Disney... Non più, ad esempio, di quanto non lo sia la MARVEL.

In effetti le reazioni a questo trailer non hanno tardato a manifestarsi, tantè che qualcuno ha già iniziato a segnalare la cosa anche in Italia...

Non so perchè, ma qualcosa mi dice che a breve arriveranno i commenti delle lobby omofobe, anche perchè ALLA RICERCA DI DORY è proprio un film incentrato sul valore della famiglia... E dalle nostre parti sono riusciti a creare un caso "gender" persino attorno a Kung-Fu Panda III (CLICCATE QUI)...

Non so perchè, ma qualcosa mi dice che di tutta questa storia tornerò a parlarne presto...

Nel frattempo vedremo se nel film questa famiglia arcobaleno avrà un po' più di spazio rispetto a quello che le è stato concesso nel trailer....

Alla prossima.

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L'ULTIMO CENTINAIO?

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Il post di questo lunedì è arrivato su suggerimento del mio amico M.F., noto appassionato di Nathan Never, che mi ha contattato su facebook dicendo:

"Ah Ah nel numero 300 di NN ci sono sequenze di nudo che sono l'apoteosi dei maschi vaginodotati e degli espedienti di nascondimento peni xD"

E secondo voi, dopo una segnalazione del genere, potevo forse evitare di correre in edicola per poi fornirvi un'analisi dettagliata dell'albo in questione? 

Ovviamente no.

Partiamo da alcune informazioni per i non appassionati: ad ogni cento uscite le serie Bonelli "festeggiano" con un albo speciale a colori, che magari serve anche per dipanare questioni che si trascinano da anni o per offrire nuovi spunti per i numeri a venire. Questa volta hanno voluto esagerare, e in occasione dei 300 numeri di Nathan Never è stata prodotta anche un'edizione speciale con copertina alternativa (e redazionali in più) per le fumetterie... Con una copertina del famoso Enki Bilal (vero mito nell'ambito del fumetto fantascientifico)...

Ed ora veniamo all'albo. Praticamente si tratta di un'unica grande citazione del ciclo cinematografico di Matrix, che alla fine  insinua il sospetto che tutto l'universo Bonelli (e quindi non solo la linea futristica di Nathan Never) sia in realtà una sovrapposizione di proiezioni quantistiche, dove interagiscono persone che in realtà si trovano fisicamente all'interno di bozzoli interconnessi e custoditi da robot tentacolati... Tali e quali a quelli di Matrix, appunto...

Alla fine, però, viene anche detto che tutta questa realtà Matrix potrebbe essere solo una sorta di realtà parallela, e non la realtà "vera"...

Ora: lungi da me, profano, l'idea di criticare il soggetto della storia in quanto tale... Tuttavia da un numero 300 mi sarei aspettato qualcosa di un po' più originale, anche perchè se fossi un lettore occasionale, incuriosito dal suddetto numero speciale, probabilmente leggendo una storia del genere mi verrebbe da pensare che la serie ha iniziato a raschiare il fondo del barile... Certo: Nathan Never è noto da sempre per le sue citazioni fantascientifiche, ma riprendere pari pari l'idea dei film di Matrix non mi è sembrato un gran biglietto da visita...

Ad ogni modo veniamo al motivo per cui ho scelto di parlare di Nathan Never 300 su questo blog.

Effettivamente ci troviamo di fronte all'ennesima storia che fa sospettare l'esistenza, dalle parti della Bonelli, di una specie di prontuario per l'occultamento e la desessualizzazione del corpo maschile... Con risultati che in questo caso rasentano persino il grottesco...

Andiamo con ordine.

Un professore vecchio e cadente - che ha intuito l'esistenza del mondo Matrix (che qui viene chiamato "matrice" in un impeto di amor patrio) - riesce a capire come risvegliarsi ed emanciparsi dal suo bozzolo, e così dopo essersi "risvegliato" ne emerge senza indumenti... Inoltre dandosi una scossa con i cavi che alimentano i bozzoli ha la conferma che può spostarsi in altre realtà quantistiche per sfuggire ai suoi controllori...

Con la prima scossa si vede anche il suo corpo privo di pene, e di pelo pubico (mentre in Matrix chi si risvegliava dai bozzoli era rasato dappertutto, ma tornerò sull'argomento)...

Il suddetto professore cadente finisce nella realtà quatistica in cui si muove Zagor, per poi tornarsene nel mondo Matrix con la sua scure... Che è totalmente inutile, e anche abbastanza ridicola in quel contesto, ma che più avanti servirà al disegnatore per testare nuove strategie di occultamento penico... Anche se in realtà anche le suddette strategie non possono essere sempre applicate, e quando è necessario il nudo frontale si ritorna alla cara vecchia tecnica dell'evirazione "artistica" che si era già vista in altre storie bonelliane (CLICCATE QUI).


Ad ogni modo il buon professore, che ha degli adepti nella realtà di Nathan Never, fa in modo di attirarlo (o di farlo tornare) nel mondo Matrix... Risvegliandolo dal suo bozzolo, ovviamente nudo e confuso...



E finchè le inquadrature e le ombre strategiche servono a creare l'effetto censura va anche bene... Tuttavia il disegnatore si fa presto prendere la mano, e guardando con attenzione si nota benissimo che il professore è disegnato senza pene...


Di buono c'è che, in questo albo, sono concessi dei nudi maschili posteriori, ma solo nelle inquadrature molto larghe...

Ad ogni modo le inquadrature strategiche, anche sfruttando al meglio la scure di Zagor, abbondano... E devo ammettere che rendono tutto involontariamente (e inopportunamente) ridicolo...






Anche perchè si intuisce comunque che pure il povero Nathan Never è sprovvisto di pene e di pelo pubico... Cosa che peraltro viene confermata da una serie di vignette in cui la situazione è molto più evidente...
  

E diventa ancora più evidente nelle vignette successive... Quando il professore invita Nathan Never (che è preso in contropiede da tanta confidenza) a seguirlo nel "salto quantico" tenendolo a braccetto...


E quando i due interagiscono con un assistente del professore parzialmente presente nel mondo Matrix... Anch'esso - ovviamente - privo di pene e pelo pubico...



Il tutto è confermato definitivamente quando alla fine della storia i due rimettono Nathan Never nel suo bozzolo per riportarlo nella sua realtà (dove ovviamente non conserverà alcun ricordo di quello che è successo)... Certo si può anche ipotizzare che nel mondo Matrix i corpi maschili non abbiano effettivamente un pene, ma il fatto che nessuno dei presenti abbia prestato attenzione a questo dettaglio rende impraticabile questa ipotesi...



Ordunque: penso che questo numero 300 di Nathan Never sia molto emblematico per diversi motivi... Intanto perchè mostra come dalle parti della Bonelli può essere complicato gestire graficamente una citazione cinematografica che implica sequenze di nudo maschile... E non solo... Visto che per non sacrificare il taglio di capelli di Nathan Never, che è così iconico, non si è rasata la testa a nessuno di quelli che si sono risvegliati nel mondo Matrix, rendendo ancora più inverosimile i loro pubi totalmente glabri...

Inoltre vorrei farvi notare che il professore con cui interagisce Nathan Never, nella sua nudità, è cadente in una maniera imbarazzante... E il sospetto è che sia stato scelto un personaggio caratterizzato in questo modo ANCHE per impedire che in questa storia potesse essere colto anche solo un minimo sottotesto omoerotico... Soprattutto nelle scene in cui deve prendere a braccetto chi fa il salto quantico con lui...

E tutto questo accanimento censorio proprio in un numero "speciale", lo ammetto, sembra messo lì proprio come un manifesto per garantire ai lettori tradizionalisti che possono stare tranquilli, e che la casa editrice non ha alcuna intenzione di fare ulteriori concessioni in questo senso.

Se poi si volesse andare ancor più nel dettaglio direi che è indicativo anche il fatto che in questa storia compare anche Legs Weaver (che è tornata ad essere un comprimario ufficiale della serie), e che in nessun modo si accenna al fatto che è lesbica... Cosa che, in un numero "speciale" in grado di attirare pubblico occasionale, avrebbe fornito sicuramente un biglietto da visita migliore che non una citazione di Matrix gestita in questo modo.

Senza contare che lo sceneggiatore Bepi Vigna (foto sotto), co-creatore di Nathan Never, continua ancora a far parlare i suoi personaggi con un registro formale che - probabilmente - nel pubblico occasionale (soprattutto giovane) ha un effetto un po' alienante...

Dopotutto chi utilizza ancora il "voi" quando parla con gli estranei? Concediamo pure a Bepi Vigna l'attenuante di essere sardo (visto che in Sardegna il "voi" si usa di più rispetto al resto della penisola) e concediamogli anche che - essendo nato nel 1957 - inizia a fare un po' fatica a tenersi aggiornato... Però vedere tutte queste sequenze in cui due uomini nudi ed evirati (seppure artisticamente) si danno del voi conferisce al tutto un nonsochè di inappropriato e sgradevole... Sempre che uno non sia già abituato allo stile di Bepi Vigna ovviamente, e questo ci porta alla solita domanda...

Per chi e perchè è stato realizzato questo numero 300 di Nathan Never?

Per lo zoccolo duro dei lettori della serie, ormai assuefatto? Per il lettore bonelliano medio, che apprezza un determinato tipo di storie e di scelte stilistiche? O per le persone che - magari incuriosite da quel 300 in copertina e dai colori - vogliono provare a leggere un fumetto che non hanno mai letto prima?

E un lettore occasionale, avvezzo alla fantascienza di ultima generazione, magari giovane e senza particolari tabù in fatto di peni, cosa potrebbe pensare di una storia che riprende un film del 1999 (che, per inciso, è già considerato "vecchio" e forse anche "superato" da chi è adolescente oggi) e in cui i maschi sono tutti senza pene? Gli verrebbe da pensare che Nathan Never è una serie priva di originalità, con un protagonista che vive in un mondo inquietante dove i maschi non hanno gli attributi (o dove l'editore non permette che li abbiano)? Penserebbe che quel fumetto pieno di censure e di gente che si da del "voi"è una cosa da vecchi?

E a quel punto continuerebbe a comprare un fumetto del genere?

Non so perchè, ma ho la sensazione che non sarà con questo numero 300 che i lettori di Nathan Never ricominceranno ad aumentare... Anzi, potrebbe anche essere che riesca ad accellerare leggermente il processo di allontanamento già in corso... E ad ogni modo, anche se l'andamento attuale (CLICCATE QUI) fosse confermato senza grandi accelerazioni, è abbastanza verosimile ipotizzare che la serie non arriverà a festeggiare il numero 400...

Certo è che, se si continuerà su questa strada, le cose non cambieranno tanto facilmente... Perchè è evidente che un simile approccio è ormai completamente avulso da quello che contraddistingue l'intrattenimento che va per la maggiore da qualche anno a questa parte... A partire dai serial TV statunitensi di maggior successo... Che guardacaso considerano le tematiche omosessuali, l'omoerotismo e persino il nudo frontale maschile come una risorsa...

Anche perchè al giorno d'oggi, se uno sceneggiatore si tenesse al passo coi tempi, saprebbe che gli uomini senza pene esistono sul serio, e sono i maschi transgender (da femmina a maschio, e cioè FtM) che non arrivano a farsi la falloplastica...

Ma tant'è...

E non dimenticare di partecipare alla votazione dei premi GLAD! Vota anche tu il fumetto italiano che ti ha deluso di più! Trovi tutte le informazioni CLICCANDO QUI.

CONNESSIONI...

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Ciao a tutti, come va?

Come avrete notato, se seguite questo blog, ultimamente è sempre più evidente come il mondo LGBT e l'immaginario pop stiano iniziando a condividere gli stessi spazi e lo stesso tipo di "utenza". All'inizio, considerando la storica "impermeabilità" del mondo gay ufficiale (che di fatto era nato anche come un ghetto culturale con dei riferimenti molto specifici), il fenomeno era passato sottotraccia, ma ultimamente sta iniziando indubbiamente ad emergere in maniera più evidente.

Se, ad esempio, i film ispirati ai fumetti MARVEL degli X-Men sono diventati dei cult presso la comunità gay fin dalla loro apparizione, ci sono voluti ben sedici anni per vedere la loro prima parodia porno gay (mentre quelle eterosessuali sono presenti ormai da diversi anni)...

La suddetta parodia porno, realizzata a puntate per il sito MEN.com, tra l'altro ha inaugurato anche un'apposita sotto sezione dello stesso, che d'ora in poi raccoglierà tutte le parodie che il sito ha dedicato (e dedicherà) all'immaginario pop contemporaneo, e che ha lo anno caratterizzato in maniera sempre più frequente (ne ho parlato anche QUI e QUI).
Quindi, ora, abbiamo ufficialmente una sezione del sito MEN.com che raccoglie porno parodie gay e che si chiama supergayhero, e probabilmente se siamo arrivati a questo punto non è un caso... Soprattutto considerando che, storicamente, negli USA i fumetti di supereroi (perlomeno fino alla fine degli anni Novanta) sono stati associati ad adolescenti rigorosamente eterosessuali e interessati alle supereroine sexy con completini supersexy... Ora, evidentemente, la situazione è cambiata... E anche il mondo gay propriamente detto ha dovuto prenderne atto...

D'altra parte è anche vero che il mondo dell'entertainmente ha dovuto prendere atto di come le tematiche gay siano diventate importanti e "visibili" anche a livello di immaginario collettivo... E di come sia sempre più importante prenderle in considerazione quando si elaborano produzioni che puntano sull'immaginario pop. E così siamo arrivati al punto che la serie fantascientifica Sense8, prodotta da Netflix, ha girato alcune scene a tematica LGBT direttamente sui carri della parata gay del Pride di Sao Paulo, in Brasile...
 
Anche se in effetti, ad un certo punto, non si capiva più se gli attori si davano da fare sui carri per ragioni di copione o per partecipare in maniera attiva alla manifestazione, fra l'entusiasmo generale... Da notare che sul carro c'era anche la produttrice transessuale Lana Wachowski, ben nota per il suo contributo alla saga di Matrix, per la trasposizione cinematografica di V per Vendetta e per molto altro ancora...
Morale della favola: probabilmente solo chi si ostina ad usare i paraocchi non si è ancora reso conto che, ormai, è sempre più difficile capire se in certi ambiti esiste ancora un "ghetto gay" o se invece il mondo gay è diventato parte integrante dei suddetti ambiti... Ed è un dato di fatto che l'entertainment in generale, e quello legato all'immaginario pop in particolare, ormai è sempre più permeabile verso un certo tipo di tematiche... Anche solo per il fatto che ormai stanno diventando parte integrante della vita di tutti i giorni per milioni di persone in tutto il mondo, e ostinarsi a rimuovere questa realtà solo per compiacere alcuni poteri forti e alcune lobby religiose sarebbe anacronistico e controproducente... E, al di là delle questioni di principio, sicuramente non sarebbe remunerativo dal punto di vista economico...

Ed è facilmente ipotizzabile che questo processo sia solo all'inzio...

Quindi ora non ci resta che verificare che riuscira a salire sul treno e chi lo perderà...

Alla prossima.

BILANCI...

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Ciao a tutti, come va?

Oggi volevo fare un po' il punto della situazione, partendo dai risultati del sondaggio che ho lanciato qualche mese fa per assegnare il Premio GLAD (Gay e Lesbiche Ancora Denigrati) 2016. Allora: il primo dato interessante, secondo me, è che se l'anno scorso quelli che avevano votato sono stati una trentina quest'anno sono stati ben 105. Certo, si tratta ancora di numeri molto bassi (anche perchè ogni mese questo blog può superare le 15.000 pagine visualizzate), ma è pur vero che nel giro di un anno le persone che si sono volute esprimere sulla questione si sono triplicate. E questo, forse, si può leggere come un buon segno, se non altro in termini di sensibilità sulla questione della rappresentazione delle tematiche LGBT nei fumetti italiani...
http://lightelf.blogspot.it/2016/02/premio-glad-2016.html

Soprattutto considerando che, essendo la maggior parte dei lettori di questo blog appartenente alla comunità LGBT ed essendo il fumetto italiano tradizionalmente incapace di calamitare l'attenzione di questo tipo di utenza, le persone coinvolte da un sondaggio come quello che ho proposto io erano comunque pochissime... Ad ogni modo un risultato per il sondaggio c'è stato, e a modo suo è stato abbastanza interessante.
Infatti al primo posto, con oltre il 50% dei voti, abbiamo Dylan Dog... Che a quanto pare è considerato il fumetto che, fra quelli in gara, ha deluso di più le aspettative del pubblico nel 2015... E considerando che al secondo posto (col 21%) c'era l'ennesima versione eterosessualizzata di Caravaggio (quella realizzata da Milo Manara) diciamo pure che questa "vittoria" schiacciante è abbastanza emblematica. Nel senso che, forse, da Milo Manara ci si aspettava che un fumetto su Caravaggio non sarebbe stato un manifesto della causa gay, mentre in Dylan Dog certe scelte alquanto imbarazzanti hanno avuto il loro peso... Soprattutto se si considera che era da poco stata annunciata una "rivoluzione" che avrebbe aggiornato il personaggio, e lo avrebbe fatto muovere in una Londra più realistica.

E, considerando che in quest'ultimo periodo la serie ha continuato a perdere lettori, forse queste scelte imbarazzanti sono risultate poco accattivanti anche per il pubblico nel suo insieme, e non solo per quanti si sentivano vicini a certe tematiche...

Gli altri titoli in gara arrivano molto distaccati, ma è interessante notare che Morgan Lost è comunque arrivato terzo, pur essendo una serie che ha all'attivo pochissimi numeri, e che Agenzia Alfa è arrivata all'ultimo posto, a riprova del fatto che - nonostante i suoi contenuti non avessero molto da invidiare rispetto a quelli degli altri concorrenti - probabilmente resta una serie molto di nicchia.

Ovviamente sono ben consapevole che - al di là della partecipazioe - questo sondaggio non sarà tenuto in considerazione da nessuno, anche perchè il mio blog non viene preso in considerazione nemmeno quando segnala cose ben più importanti, tuttavia credo che possa comunque contribuire ad inquadrare meglio una situazione che - a quanto pare - continua ad essere ampiamente ignorata da chi di dovere...

E comunque se ci sarà un Premio GLAD anche per il 2017 sarà molto interessante verificare se la partecipazione aumenterà ancora... Staremo a vedere.

Nel frattempo, se avete commenti o altro da dire, fatevi avanti...

Prima di congedarmi da voi, comuqnue, vorrei condividere un'altra notizia: questo blog ha da poco superato il suo primo milione di visualizzazioni! Tecnicamente non so se sono tante o sono poche, visto che in questo ambito è tutto molto relativo, ma penso che comunque il solo fatto di avere tagliato questo traguardo sia incoraggiante... Quindi grazie a tutti per averlo reso possibile :-)

Anche perchè questo è un blog scritto in italiano e che si occupa prevalentemente di tematiche LGBT nei fumetti e nell'immaginario POP... Quindi - teoricamente - parla di orgomenti di nicchia nella nicchia della nicchia... E al momento non penso che potrebbe fare di più, anche perchè non sono io a determinare direttamente le news che vengono approfondite (per il momento, se non altro)...

Certo è che, superata la soglia del milione, forse è il caso che anche io mi ponga qualche domanda...

Staremo a vedere.

Alla prossima e grazie ancora per la partecipazione :-)

...CHI É IL MORTO?

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Ciao a tutti, come va?

Il tempo passa, ma le perle che continua a sfornare il fumetto italiano quando prova a rapportarsi con tematiche LGBT non cessano di fornire materiale per questo blog... E sono talmente tante che, per fortuna, ci siete anche voi che me le segnalate (e continuate a farlo, mi raccomando!). Oggi, per esempio, posso scrivere questo post grazie al contributo di un gentile lettore, che mi ha fatto scoprire come un altro fumetto italiano - proprio a cavallo fra maggio e giugno (e cioè fra la Giornata contro l'Omofobia e il Gay Pride) - ci propone una storia che tocca alcune tematiche LGBT... E mi riferisco a quella comparsa sul numero 23 della serie IL MORTO.

IL MORTO è nato per una fanzine di nome Ink nel 2004, ed è approdato ad una serie tutta sua nel 2010. Pian piano ha consolidato la sua distribuzione nelle edicole e la sua periodicità, che ora è bimestrale. Come forse avete intuito si tratta di un omaggio esplicito al periodo d'oro dei cosiddetti "fumetti neri", inaugurati da Diabolik nei primi anni Sessanta, anche se i toni de IL MORTO sono molto più soft rispetto alla media di quel periodo. Non entrerò nel merito del personaggio, anche perchè non seguo la serie, tutttavia la prima impressione è che si tratti di una serie molto "rustica" e ambientata nell'Italia di oggi. In particolare le vicende del numero 23 si svolgono nella provincia dell'Italia centro settentrionale, dove il protagonista - che ha perso la memoria - ha trovato una sistemazione come segretario (e l'occasione per indossare la sua calzamaglia e raddrizzare i torti) presso un ricco possidente locale... Che però è arrivato in punto di morte e pare aver confidato un segreto incredibile al suo parroco...

Quando si apre la successione ereditaria salta fuori che tutti i suoi beni potrebbero andare ai suoi collaboratori più vicini, visto che non ha altri eredi legittimi e che il suo unico figlio è morto quando aveva sedici anni... Un ragazzo che, a quanto pare, si è suicidato perchè è stato vittima di uno scherzo omofobo orchestrato dai suoi giovani compaesani... E così uno dei villici locali inizia a raccontare al protagonista la storia per come è conosciuta in paese...
 C'era una volta un ragazzino molto sensibile, che non giocava coi maschietti, e li guardava mentre giocavano a calcio in compagnia delle femminucce...

E crescendo scopriva di non avere interesse per le contadinotte sue coetanee, come tutti i maschietti della sua età, visto che aveva già capito che gli piaceva il buzzurro più sexy del paese...

Poi, da vero genio, si era confidato con la sua migliore amica... Che tanto migliore amica non era, visto che la notizia si è diffusa alla velocità della luce... Dando modo al buzzurro di organizzargli un bello scherzone...
La povera vittima ci casca come una pera cotta... E il buzzurro lo attira fra le frasche lungo l'argine di un fiume...

E laggiù, in preda a uno slancio di passione, il nostro gay in boccio parte in quarta per dimostrargli il suo affetto senza preliminari... Perché si sa: giusto a quello pensano gli adolescenti gay appena scoprono di essere ricambiati, non certo a scambiarsi un bacio e ad aprire il loro cuore (sigh!)... E a quel punto sbucano fuori i compaesani burloni, che gli fanno un servizio fotografico mentre è intento a fare il suo primo servizietto... Che a quanto pare iniziava pure ad essere apprezzato dal buzzurrone...
La povera vittima è sconvolta e fugge fra le risate generali...
E per porre fine all'umiliazione decide di correre nel fiume come una pazza, mentre i suoi compaesani - totalmente inebetititi - restano fermi e immobili fino a quando la corrente non lo trascina via...
Il suo corpo è ritrovato a valle da un imperturbabile pascatore (che per essere così impassibile deve essere almeno un reduce della Guerra del Golfo), e - siccome siamo in campagna e qui non valgono le leggi della città - vengono a prenderlo direttamente i becchini del paese...

E gli viene fatto subito un bel funerale... Anche se sicuramente, mentre il parroco pregava per la sua anima innocente, tutti in paese si erano fatti una ben precisa opinione di lui...
La cosa interessante è che questo flashback tragicomico è solo l'antipasto. Infatti i collaboratori del defunto possidente, a cui spetterebbe l'eredita in mancanza del figlio deceduto, altri non sono che i compaesani burloni che ora sono cresciuti (compreso il sexy buzzurro, che tra l'altro ora si scopre essere diventato l'amante preferito dalle sue compaesane sposate)... Come e perchè questo padre snaturato abbia fatto fare carriera, nella sua azienda, ai responsabili della morte del figlio  resta un mistero...

Ad ogni modo tutto sembra andare in maniera molto lineare fino a quando non si presenta una bionda procace, di cui nessuno aveva mai sentito parlare, che si scopre essere l'erede universale del ricco vecchiardo (che, tra l'altro, le inviava una cospiqua somma periodicamente)... Un'amante? Una figlia illegittima? Gli ex ragazzi burloni (ed ora possibili eredi) non ci pensano due volte e si organizzano per toglierla di mezzo, onde incassare l'eredità e spartirsi l'azienda agricola, ma lei non si fa trovare impreparata, e dopo averli messi in fuga rivela al protagonista de IL MORTO la sconvolgente verità sui fatti del fiume...

Infatti lei e il figlio del possidente, che pareva essersi suicidato, sono la stessa persona!
La truce verità è che i compaesani non lo avevano fotografato per fargli uno scherzo, ma per ricattarlo... Anche se lui, a quanto pare, non era disposto a scendere a patti con loro...
Così si scopre che per farlo stare zitto sono proprio loro a gettarlo nel fiume, dopo avergli tolto scarpe e calzini (o forse non li aveva mai portati, essendo un rustico campagnolo? Chissà!)...
Lui perde i sensi, ma miracolosamente resta a galla e non beve acqua... Fino a quando non viene notato da un prode pescatore (impassibile come da tradizione)... Che invece di chiamare l'ambulanza chiama subito i soliti becchini del paese... Che manco si prendono la briga di fare degli accertamenti o un tentativo di rianimazione (avranno pochi clienti e non vogliono lasciarselo sfuggire?), e lo mettono direttamente nel carro funebre lungo e disteso, senza nemmeno utilizzare i sacchi di ordinanza... E il bello è che sullo sfondo si intravede un carabiniere che, evidentemente, non ha idea di quale sia la prassi da adottare in questi casi...
Ad ogni modo il fatto che il ragazzo non sia stato insaccato è la sua fortuna, perchè i due becchini si accorgono che aveva solo perso i sensi prima di arrivare in negozio e sigillarlo in una bara...
E a questo punto secondo voi che succede? Ovviamente col cavolo che chiamano un'ambulanza... Il giovane li prega di portarlo comunque all'obitorio e di avvisare suo padre, e loro così fanno...
E a quel punto il mistero finalmente si svela... Onde evitare l'umiliazione della famiglia e la perenne nomea di finocchio pompinaro del paese, il nostro eroe - in accordo col padre - decide di rifarsi una vita cambiando sesso e facendosi chiamare Nikita... Corrompendo le autorità per far risultare che quel giorno era stato ritrovato già cadavere... TA-DAAAAAN!

Ora: faccio molta fatica a capire se l'intento degli autori era quello di raccontare qualcosa che fosse ispirato ad un tema di attualità, se questo era il loro modo di supportare la causa LGBT o se volevano solo trattare un tema un po' scottante in maniera "trasgressiva"... Quel che è certo è che hanno fatto un pastrocchio su più livelli, anche se l'idea alla base era buona... E comunque il messaggio che passa non è esattamente positivo, dato che - oltre a fare parecchia confusione fra omosessualità e transessualità - sembrano ancora pensare che cambiare sesso sia l'ultima spiaggia per gli omosessuali che vogliono vivere serenamente...

Sul fatto che poi nei paesi di campagna si scatenino dinamiche di un certo tipo non si discute, ma il modo in cui vengono esposte in questa storia è alquanto rozzo e ingenuo, e rende il tutto odiosamente naif. Senza contare alcuni dettagli decisamente inverosimili, a partire dal fatto che nessun dottore interviene per assicurarsi che il giovane sia morto... Niente respirazione bocca a bocca, massaggi cardiaci o altro...

E queste non sono le uniche sviste... Ad esempio: quando Nikita torna nella casa paterna scorge la sua vecchia stanza, che è rimasta tale e quale... E sul letto si intravede un bel poster di Lady Gaga (sigh!)...

Se non che, più avanti, si legge chiaramente sulla lapide del presunto suicida che l'anno della sua "morte"è il 2002... Quando NESSUNO sapeva chi fosse Lady Gaga...

E questo ci porta anche ad un altra riflessione interessante: anche se parliamo di ragazzi di campagna è assolutamente inverosimile che nel 2002 degli adolescenti si vestissero come - forse - si sarebbero vestiti a fine anni Ottanta, e che invece di inviare un sms si dessero un appuntamento scrivendo un biglietto... Per non parlare del loro taglio di capelli in stile anni Sessanta/Settanta...

Non ho idea di quale sia l'età degli autori di questa storia, ma qualcosa mi dice che - al pari di quelli che lavorano presso gli editori maggiori - siano perlomeno sulla cinquantina e abbiano molta difficoltà a raccontare una realtà diversa da quella che hanno vissuto loro... Rendendo anacronistici perfino i flashback che si riferiscono a un poco più di un decennio fa...

Ad ogni modo, alla fine, succede anche che gli ex bulli, e ora potenziali eredi del padre di Nikita, scoprano la verità aprendo la bara del presunto defunto, e tornino alla carica per eliminare definitivamente l'insospettabile trans... Venendo fermati da IL MORTO in persona, che finalmente indossa la sua tutina e li sistema per le feste... Legandoli in attesa dell'arrivo della polizia...

Ignorando, evidentemente, che per la legge italiana in questo modo si profila il reato di sequestro...
E quando Nikita gli chiede cosa deve dire alle forze dell'ordine lui se ne esce con una frase abbastanza infelice e dal retrogusto vagamente transfobico...

Insomma: diciamo pure che in questo fumetto, anche senza dare valutazioni tecniche, ci sono talmente tante perle da mettere insieme una collana di quelle importanti...  Anche se, ripeto, per quel che ne sappiamo le intenzioni alla base potevano essere ottime.

Tuttavia la cosa davvero preoccupante è che, pur con tutti i suoi limiti, questo albo è la cosa più gay friendly che ha mostrato il fumetto italiano in edicola da molto tempo a questa parte... Si parla di bullismo e omofobia, e persino - per la prima volta - del problema dei suicidi fra i giovani omosessuali... E, alla fine, credo che in questa storia sia stato introdotto anche il primo personaggio transessuale mai comparso in un fumetto "popolare" italiano dal taglio realistico...

Inoltre è molto probabile che questo albo sarà il massimo del gay friendly che il fumetto italiano farà arrivare in edicola fra maggio e giugno... Con buona pace del fatto che in Italia è stata appena approvata una Legge che riconosce le coppie omosessuali.

La domanda è: come è possibile che in un fumetto del 2016 certi argomenti vengano affrontati ancora in questo modo? E come è possibile che, nonostante tutto, questo sia stato il modo migliore - e più esplicito - con cui sono stati affrontati negli ultimi anni?

Se questa è la situazione il fumetto italiano dovrebbe correre ai ripari quanto prima, altrimenti - nel giro di poco tempo - IL MORTO non sarà più solo il titolo di una testata...

Alla prossima.

PROVOCAZIONI DIGITALI...

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Ciao a tutti, come va?

Zan Christensen (foto sotto),il fondatore della piccola casa editrice Northwest Press (specializzata in fumetti LGBT), ha scritto da poco un articolo per il sito Unicorn Booty (CLICCATE QUI), in ci cui offre molti interessanti spunti di riflessione.

Innanzitutto perchè mette in luce come, col passare del tempo, il web non possa più essere considerato come un canale di distribuzione per i fumetti, ma come un mezzo a cui si possono appoggiare vari canali... Che però, ormai, coincidono con imprese private (Amazon, Facebook, Apple, ecc), che hanno diritto di distribuire o meno un certo tipo di materiale... In base ai criteri che scelgono di adottare, e che spesso coincidono con un senso del pudore, e della morale, abbastanza intransigente...

Probabilmente, aggiungo io, per motivi prettamente commerciali e per non indisporre i grandi mercati emergenti, che coincidono con culture molto repressive (anche) in fatto di libertà sessuale.

Più nello specifico Zan Christensen racconta della sua esperienza con la piattaforma ComiXology, che solo rencentemente si è decisa ad accettare il catalogo della Northwest Press... A differenza della Apple, che a quanto pare sta dimostrando una politica tira-e-molla riguardo ai contenuti espliciti di carattere omosessuale (cosa che avviene in maniera molto minore quanto i contenuti espliciti sono eterosessuali).

Anzi: secondo Zan Christensen succede spesso che quando la Apple finisce nell'occhio del ciclone per le sue politiche censorie tende a diventare - momentaneamente - più elastica... Per poi irrigidirsi di nuovo in un secondo momento. Infatti neanche tanto tempo fa gli aveva rifiutato la distribuzione dei romanzi grafici  Al-Qaeda’s Super Secret Weapon e Fearful Hunter... 

Ed è proprio di questi giorni la notizia che la Apple gli ha bocciato l'antologia Hard to Swallow, di  Justin Hall and Dave Davenport, la cui edizione cartacea era stata finanziata con un'operazione di crowfunding, e avrebbe dovuto debuttare assieme alla versione digitale... Cosa che, evidentemente, non sarà più possibile fare con Apple (ma per fortuna lo sarà con ComiXology).

Ad ogni modo, dopo questo ennesimo smacco, Zan Christensen ha deciso di lanciare un messaggio simbolico importante contro la censura... E ha comunque deciso di sottoporre alla Apple una nuova versione di Hard to Swallow, dove però le parti "impubblicabili" sono state oscurate da una squallida composizione di mele...


Così se ora questo fumetto sarà accettato contribuirà a lanciare "dall'interno" un messaggio molto chiaro contro la politica di Apple, e se non verrà accettato nemmeno questa volta la Apple farà una figura ancora peggiore... Dimostrando quanto i suoi paramentri di giudizio siano personali e molto relativi.

E in entrambi i casi Zan Christensen avrà avuto l'ultima parola...

Complimenti per l'idea.

E staremo a vedere come si evolverà la situazione in futuro...

MANGA IN SPALLA...

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Ciao a tutti, come va?

Ad aprile l'editore Gmuender ha deciso di ristampare il volume The Passion of Gengoroh Tagame, il primo volume in lingua inglese dedicato al maestro del bara manga, che nell'edizione originale (firmata PictureBox) era andato da tempo esaurito. La nuova edizione è arricchita da una dozzina di pagine in più (perlopiù illustrazioni inedite) ed è contraddistinto da una bella edizione cartonata... E se volete ordinarlo su amazon potete farlo CLICCANDO QUI, così sosterrete questo blog (^__^)...

Ad ogni modo i ragazzi dell'associazione MASSIVE (che vedete qui sotto proprio in compagnia di Gengoroh Tagame), responsabili del progetto e del lancio effettivo dei bara manga sul territorio americano (nonchè della cura editoriale del libro di cui sopra), hanno ben pensato di festeggiare l'evento con la presentazione del loro primo articolo di lusso...
E così dopo libri, T-Shirt e gadget vari hanno pensato - giustamente - a qualcosa che non si potesse trovare da nessun'altra parte...  Pertanto hanno pensato di proporre un esclusivo zainetto per gli appassionati del bondage giapponese in stile Gengoroh Tagame!



In parole povere si tratta di un articolo fatto a mano (e che si può acquistare solo su prenotazione CLICCANDO QUI): di fatto è uno uno zaino, ma una volta che viene "dipanato" suggerisce tutta una serie di applicazioni interessanti per gli amanti dei giochi erotici di corde (shibari in giapponese)...

Sicuramente un accessorio originale (se non altro per gli standard occidentali), che viene venduto alla "modica" cifra di 350 $. Però la cosa interessante, secondo me, sta proprio nel fatto che il progetto è partito dai fans occidentali dell'arte di Gengoroh Tagame (a cui si sono dichiaratamente ispirati). Segno evidente che i bara manga, e in particolare quelli realizzati dal buon Tagame, si stanno ritagliando una posizione sempre più importante anche al di fuori del Sol Levante...


E a confermare che l'immaginario gay pop nipponico sta prendendo piede anche in Occidente ci pensa anche la Espacio Gallery di Londra (CLICCATE QUI), che proprio in questi giorni (dal 7 al 12 giugno) ha allestito una mostra dedicata all'arte gay giapponese in salsa pop... La prima sul territorio britannico...

Oltre cento opere per che rappresentano un gruppo di artisti numeroso e variegato:
Kajikeneko, Kenji Mera, Succhan, Eri Motohashi, Kayoko Hashimoto,
Hiroyuki Muramatsu, sachi☆choco, Aran, Heyshiro Matsuoka, Hako,
Tomoyuki Okamoto, Mahoko Miyao, Zen Zerozaki, Tsuyoshi Seko,
Karesu Ayakata, Tetsuji Shirakawa, Shiro Osamu, Kiyo, Takaaki Mano, miko, Onoike Sousuke, Kenji, Shiroki, Maki Komura, Happy, Seri, Keisuke Totsuka,
Aya Shimohara, Kikuno, Koune, Takeshi Yamao, Nabeinu Shigeru Eguchi,
Yuppei Sakanozaki, Gataro, mofuwa, Makiko Yamaguchi, Natsuki Wada,
Tsubamegraphics, Seiichi Ikawa, Koichi Kawamura, Gengoroh Tagame,
Jiraiya, Hideki Koh, Moriuo, Naomichi Okutsu, Itetsu Ogura e Saori Kashimura...

Riusciremo mai a vedere qualcosa di simile anche in Italia? Non so perchè , ma ho la sensazione che potrebbe volerci ancora un bel po' di tempo...

Sia come sia è un dato di fatto che la situazione si sta lentamente evolvendo un po' ovunque...

E sarà interessante verificare a che punto saremo da qui a qualche anno.

Alla prossima.

SOLIDARIETÀ...

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Ciao a tutti, come va?

Personalmente il fattaccio che è successo al Pulse, in Florida, mi rende difficoltoso scrivere i miei post come se niente fosse... E ovviamente dò per scontato che le cinquanta persone uccise dal fanatico omofobo in quel locale abbiano sconvolto anche voi, e che capirete il mio disagio...
Quindi oggi mi limiterò a constatare una cosa. Il fatto ha sconvolto tutti, ma i soliti esaltati omofobi non hanno mancato di farsi riconoscere per quello che sono, e anche quando hanno espresso solidarietà non hanno mancato di fare notare che - dal loro punto di vista - le vittime se la sono cercata ... Buon pro gli faccia... Anche perchè, per fortuna, adesso qualche risposta a tono la ricevono sempre...

E d'altra parte, anche se è sempre più facile piangere sul latte versato, resta il fatto che nel nuovo trailer ufficiale italiano di ALLA RICERCA DI DORY, sono stati omessi tutti i riferimenti alla coppia lesbica con prole che si è vista nel trailer americano (e che ha suscitato qualche polemica anche in Italia)...

Ognuno può trarne le sue conclusioni...

Alla prossima...

VERI EROI...

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Ciao a tutti, come va?

Per compensare le brutte notizie di questo ultimo periodo oggi ho deciso di segnalarvi una storia a lieto fine, che coinvolge di riflesso il mondo delle serie TV, ma di cui in Italia si è parlato davvero poco e niente (anche sui siti italiani che segnalano persino i compleanni dei vari interpreti delle suddette serie, per intenderci).

I fatti sono questi: nel cast della serie Supergirl (la cugina di Superman) c'è un attore che si chiama Jeremy Jordan, che interpreta Winslow "Winn" Schott Jr., collega/spasimante della protagonista e figlio del supercriminale chiamato Giocattolaio (uno storico avversario di Superman)...

Jeremy Jordan è originario del Texas (e più precisamente di una città di 300.000 abitanti che si chiama Corpus Christi, e già questo è un po' indicativo), e del Texas sono anche molti suoi parenti... Fra questi c'è sua cugina Sarah, che ha 17 anni ed è stata obbligata dai suoi genitori ad andare in un campo di correzione per giovani omosessuali... Di quelli in cui, tramite le cosiddette terapie riparative e i momenti di preghiera, si cerca di modificare l'orientamento sessuale dei minorenni che vengono portati lì da chi ha la patria potestà su di loro. Il buon Jeremy Jordan, però, non c'è stato e ha deciso di sfruttare il suo attuale momento di popolarità per aiutare la cugina in difficoltà.

La sua idea era quella di lanciare una raccolta fondi (CLICCATE QUI) per poter pagare un'azione legale finalizzata a "liberare" sua cugina (anche alla luce del fatto che le terapie riparative, negli USA, sono già diventate illegali in Vermont, New Jersey, California, Illinois, Oregon, nel distretto di Columbia e in quello di Cincinnati).

Questa storia, però, ha fatto il giro dei social, e in particolare di quelli legati al mondo delle serie TV e dei supereroi, e in cinque giorni sono stati raccolti oltre 64.000 dollari... Di cui 5000 sono stati offerti dall'attore Colton Haynes, nome storico del cast di ARROW che ha da poco fatto coming out (CLICCATE QUI).

Le ultime notizie riferiscono che uno studio legale si è messo in moto e che, anche grazie alla sensibilizzazione che c'è stata sul web, Sarah è stata liberata (CLICCATE QUI)... Il tutto a tempo di record. Quindi tanto di cappello a Jeremy Jordan, che ha dimostrato che non è solo Superman quello che si fa in quattro per salvare sua cugina nei momenti di bisogno... Anche se in effetti dispiace constatare che, per una Sarah che ha un cugino celebre che è stato capace di smuovere le acque, ci sono ancora tantissimi giovani vittima di questi campi di correzione ai confini della realtà...

Comunque, già che siamo in tema di Supergirl, è stato annunciato che dalla prossima stagione (che si trasferirà sul canale CW) lo show includera anche il capitano Maggie Sawyer, noto personaggio dichiaratamente lesbico introdotto nelle storie di Superman a partire dal 1987. In realtà era già comparsa in versione animata nella serie di Superman degli anni Novanta, nonchè in verisone "live" nel serial Smalville, anche se in nessuna di queste occasioni c'erano state dichiarazioni esplicite a proposito del suo orientamento sessuale...

Però qualcosa mi dice che nella serie di Supergirl le cose andranno diversamente, anche perchè nel frattempo Maggie Sawyer (nei fumetti) è diventata la ragazza di Batwoman... Personalmente ero sicuro che se il produttore gay dichiarato Greg Berlanti fosse riuscito a trasferire Supergirl sul canale CW (dove può muoversi più liberamente) non si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione di piazzare qualche elemento LGBT in Supergirl, ma queste conferme fanno sempre piacere.

Alla prossima.

BEI GESTI...

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Ciao a tutti, come va?

Vorrei concludere questa settimana con un filo di speranza in più, riportandovi alcuni gesti positivi che arrivano dal mondo che ruota attorno all'immaginario pop...

Dopo la strage di Orlando è emerso che buona parte delle 49 vittime e dei 53 feriti erano ispanici e/o non avevano grandi risorse economiche. Questo è stato un problema sia per i parenti delle vittime (che in qualche caso non avevano nemmeno i soldi per permettersi un funerale) che per i feriti (visto che in america le assicurazioni sanitatarie sono quello che sono). Così il Sindaco di Orlando ha sostenuto la nascita di una fondazione finalizzata a raccogliere fondi per aiutare tutti quanti, la OneOrlando (la trovate CLICCANDO QUI). La Walt Disney Company, che a Orlando ha proprio uno dei suoi parchi (che oltretutto era stato considerato anche un possibile obbiettivo dallo stragista Omar Mateen), è passata subito ai fatti... Anche perchè una delle vittime, Jerald A. Wright, era un suo dipendente...
Così, dopo aver espresso il suo cordoglio ha donato a OneOrlando un milione di dollari per aiutare le famiglie delle vittime e i sopravvissuti, dopodichè ha messo a disposizione dei parenti delle vittime che venivano da fuori città una sistemazione gratuita (in collaborazione con la Florida Central Hotel & Lodging Association), e infine  - tramite l'associazione OneBlood (CLICCATE QUI) - i dipendenti del Walt Disney World Resort hanno potuto donare il proprio sangue espressamente per i feriti di Orlando.

Buona cosa.

Nel frattempo dalle parti del parco tematico dedicato a Harry Potter (anch'esso costruito dalle parti di Orlando, e che trovate CLICCANDO QUI), si è tenuta una commemorazione molto particolare... In cui tutti partecipanti hanno alzato le loro bacchette al cielo... Anche in memoria di Luis S. Vielma, che era un fan della saga di J.K. Rowling (che ha a sua volta ha espresso il proprio cordoglio), nonchè un dipendente del parco...


Detto ciò, siccome in america la comunità LGBT  e gay friendly non si mobilità solo quando ci sono delle tragedie, passo a segnalarvi un'altra bellissima iniziativa proposta dal sito Humble Dumble (quello che permette di fare una donazione minima per beneficenza per poi ottenere in cambio vagonate di materiale digitale, per un valore di molto superiore all'offerta minima richiesta). La campagna di beneficenza che vi segnalo oggi sostiene il progetto It Gets Better (CLICCATE QUI), che si propone di offire un sostegno positivo ai giovani LGBT in difficoltà. La campagna di raccolta fondi che vi segnalo oggi si conclude il 22 giugno e la trovate CLICCANDO QUI.

Con una misera offerta minima di 15 dollari, questa volta, potete scaricare in versione digitale NON SOLO una gran quantità di fumetti a tematica LGBT (dal primo volume di Kevin Keller alle graphic novel di Alex Woolfson, passando per le antologie di manga bara e i classici di Sophie Campbel)... 
Questa volta l'offerta comprende anche biografie, guide ai Gay Pride nel mondo, antologie di racconti fantascientifici, pietre miliari del genere boys love e quant'altro... Trovate tutte le offerte nella pagina dedicata...



Ovviamente la maggior parte dell'offerta è costituita da materiale del tutto inedito nel nostro paese, anche se si tratta di vere e proprie perle, che spesso hanno vinto anche diversi premi... E questa volta sono compresi persino degli audiolibri...

Morale della favola: se sapete un po' di inglese, vi piacciono le produzioni a tematica LGBT e avete 15 dollari da spendere direi che questo è un ottimo investimento.

A margine mi limito a segnalare che il progetto It Gets Better ha provato a farsi largo anche in Italia, dove è stato ribattezzato LE COSE CAMBIANO (CLICCATE QUI PER IL SITO UFFICIALE), e non mi risulta che dalle nostre parti abbia mai lavorato in tandem con qualche casa editrice di fumetti... Nemmeno con quelle che in catalogo hanno molti titoli LGBT...

D'altra parte si dice che non è mai troppo tardi, quindi si potrebbe ancora trovare il modo di fare interagire il progetto (in versione italiana) col mondo del fumetto... Anche senza offrire necessariamente fumetti gratis...

Nella speranza che qualcuno colga il mio suggerimento vi saluto e vi dò appuntamento al prossimo post...

CHI NE HA PARLATO...?

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Ciao a tutti, come va?

Oggi mi sono detto che poteva essere interessante - sia per me che per voi - fare un breve bilancio di come le case editrici italiane di fumetti hanno reagito (se lo hanno fatto), alla strage di Orlando. Nel senso che ero curioso di verificare quante e quali hanno dedicato all'episodio anche solo due righe, o un'immagine commemorativa, sui loro profili facebook ufficiali... Sul modello di quanto ha fatto, ad esempio, la DC COMICS negli USA...

Ovviamente mi riferisco alle pagine facebook ufficiali delle case editrici, e non a quelle dei loro singoli autori e/o collaboratori (che per quanto autorevoli NON rappresentano ufficialmente le case editrici per cui lavorano). Ad ogni modo, su una quarantina di case editrici che in Italia pubblicano fumetti per edicole e/o fumetterie, quelle che hanno espresso la loro solidarietà sono state davvero pochine... E così, siccome nessuno si è preso la briga di fare un censimento al rigurardo, ho pensato fosse compito di questo blog fornirvi una piccola panoramica, in rigoroso ordine alfabetico...

Anche perchè penso che sia anche doveroso evidenziare quando qualcuno fa una figura migliore rispetto alla media dei suoi colleghi.

Quindi parto dalla Baldini & Castoldi, che ha dedicato ad Orlando un post nella pagina ufficiale di Linus...

Poi c'è la Bao Publishing, che ha pensato bene di esprimere la sua solidarietà tramite una vignetta tratta dal cult Strangers in Paradise...

La Magic Press aveva espresso il suo sgomento con una vignetta realizzata da Don Alemanno, che ha pure finito per essere censurata da facebook, ma per una questione di principio la casa editrice ha voluto riproporla...

La Panini Comics ha messo in campo addirittura gli Avengers (nella formazione cinematografica)... E considerando che il suo direttore editoriale è Marco M. Lupoi non mi aspettavo niente di meno... Tuttavia è bene precisare che questa immagine è stata ripresa da quella che ha condiviso la MARVEL sul suo profilo Twitter, attirandosi una buona dose di critiche da parte dalla comunità LGBT, che le ha rimproverato di NON aver considerato l'ipotesi di utilizzare un'immagine che contenesse qualcuno dei suoi personaggi dichiaratamente omosessuali (CLICCATE QUI per avere un'idea del dibattito sulla questione)... Tra l'altro polemiche di questo tipo ci sono state anche riguardo all'immagine usata dalla DC Comics, ma sono state più sfumate perchè ultimamente la politica gay friendly adottata dalla DC nei suoi fumetti è stata più evidente (ed apprezzata) rispetto a quella della MARVEL...
E ovviamente alla lista non poteva mancare la Renbooks, che ha mantenuto toni molto sobri ed è anche l'ultima casa editrice in questo brevissimo elenco...
Quindi, tirando le somme, meno di un quinto degli editori che in Italia pubblicano fumetti ha pensato che fosse il caso di esprimersi al riguardo. Intendiamoci: nessun editore era obbligato a farlo, ma il fatto che alcuni abbiano scelto di farlo e altri no offre comunque qualche spunto di riflessione interessante.

La prima cosa che mi viene da pensare è che, intuitivamente, gli editori che hanno omesso di parlare di Orlando si dividono in due grandi sottogruppi: quello di chi parte dal presupposto che il mondo del fumetto debba essere completamente separato dalla realtà (e i propri lettori assolutamente impermeabili alle sollecitazioni esterne) e quello di chi non vuole esporsi e/o prendere posizione in generale, men che meno quando di mezzo ci sono temi "eticamente sensibili" come una strage a sfondo omofobo.

Tutte scelte legittime, per carità, però... Però al giorno d'oggi sono omissioni che non passano del tutto inosservate, e - soprattutto nel caso degli editori più grossi - assumono i contorni di una strategia di marketing finalizzata a mantenere coi propri lettori un rapporto il più possibile neutro e improntato unicamente sulla fruizione dei loro prodotti...

Cosa che, a modo suo, avrebbe anche senso... Se non fosse per il fatto che se i social si chiamano social un motivo c'è, e non nascono per essere unicamente degli spazi promozionali e autoreferenziali... E nel mondo dei social queste omissioni possono avere delle ripercussioni nel lungo periodo... Anche solo per il fatto che, ad esempio, nessuno può condividere, commentare o mettere un like ad un post di facebook che non c'è...

Al di là delle strategie di marketing, comunque, penso che sia abbastanza evidente che molti editori italiani non considerano nemmeno la possibilità che i loro lettori gay e gay friendly, che presumibilmente sono stati toccati dai fatti di Orlando, siano una quantità tale da giustificare un post dedicato alla questione... Che peraltro potrebbe indisporre il loro pubblico più bigotto e tradizionalista...

E, come sempre, hanno agito di conseguenza.

Come dicevo prima sono tutte scelte legittime, ma per come la vedo io sono scelte che mettono in luce anche le prospettive limitate che caratterizzano l'editoria italiana, anche perchè queste omissioni non sono compensate da una politica editoriale apertamente gay friendly, come magari accade nel caso degli editori statunitensi: sul profilo facebook della IMAGE Comics, ad esempio, non ci sono post dedicati ad Orlando, ma questo editore ha dimostrato più volte di essere vicino alla comunità LGBT (promuovendo anche delle raccolte fondi a suo favore, come ho segnalato QUI)... Quindi l'omissione di cui stiamo parlando, nel suo caso, ha un peso molto relativo...

Diverso è il caso degli editori di casa nostra, e in particolare di quelli "storici", che da qualche anno sostengono di essere nel pieno di un rampante processo di rinnovamento, ma che nei fatti non sono ancora stati capaci di rapportarsi in maniera credibile con la realtà LGBT... E in effetti, nel loro caso, l'assenza di ogni accenno ai fatti di Orlando è perfettamente in linea con il loro approccio tradizionale alla questione gay (e ai fatti di cronaca in generale). Tant'è che, per esempio, sulla pagina facebook di Topolino nessuno ha scritto che la Walt Disney Company ha già donato un milione di dollari alle vittime (e ai sopravvissuti) della strage...

E alla fine questi editori hanno perso un'altra occasione per rinnovare la propria immagine e per attirare le simpatie di nuove fasce di pubblico... Ma tant'è...

Guardando al lato positivo, però, possiamo anche dire che in Italia abbiamo almeno cinque editori che hanno dimostrato di avere una certa sensibilità nei confronti di quello che è successo in Florida, e che hanno voluto esternare la loro vicinanza alle vittime e alla comunità LGBT... Ed è pur sempre un punto di partenza...

Anche se la situazione generale non è propriamente rincuorante, diciamo.

Alla prossima.

P.S. Ovviamente se qualche editore mi è sfuggito sarò ben felice di inserirlo nella lista...

GIOCHI BRITANNICI...

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Ciao a tutti, come va?

Oggi ho pensato che fosse il caso di segnalare la virata gay friendly del nuovo videogioco per telefonia mobile Marvel Avengers Academy (niente a che vedere con l'omonima serie a fumetti), ambientato in una realtà paralella dove gli Avengers sono tutti adolescenti e frequentano una scuola per supereroi...
Il gioco è stato lanciato nel febbraio 2016 e proprio in questi giorni è stata proposta un'espansione che coinvolge alcuni supereroi MARVEL britannici: Captain Britain e Union Jack... E infatti lo scopo di questa missione sarebbe quello di liberarli e potenziarli, per poi usare le loro capacità contro Black Knight, al momento schiavo della Spada d'Ebano. Ne parlo qui perchè la versione di Union Jack presentata in questo gioco (fra le tre che si sono viste nei fumetti), è quella impersonata dalla super spia Brian Falsworth, che è dichiaratamente omosessuale (e nei fumetti, prima di morire, ha avuto anche una movimentata storia d'amore con un altro supereroe, e cioè il Distruttore)...

E considerando che c'erano tre Union Jack fra cui scegliere sicuramente non è stato un caso... 

Ad ogni modo questa versione di Brian Falsworth ha sicuramente un look al passo coi tempi, e per fortuna ha poco in comune con il suo corrispettivo fumettistico (anche perchè si parla di un personaggio che aveva agito durante la Seconda Guerra Mondiale e che era morto in un incidente stradale nel 1953)...
 
 

Inoltre questo Union Jack è molto più sereno e spigliato della sua controparte a fumetti, e a quanto pare gli piace molto giocare sul fatto che è gay dichiarato... Come ad esempio quando fa coming out con la giovane Vedova Nera che ha appena provato a fargli delle avances...


O quando coglie l'occasione per farsi invitare a ballare dal giovane dio Loki...



In realtà non è la prima volta che Union Jack arriva nel mondo dei videogiochi, ma questa è sicuramente la prima occasione che ha per manifestare la sua personalità. D'altra parte in un gioco di questo tipo, scaricato in tutto il mondo da adolescenti che - si presume - sono anche omosessuali, sarebbe stato commercialmente controproducente - oltre che anacronistico - escludere a priori la possibilità di inserire personaggi omosessuali adolescenti che esprimono liberamente il proprio orientamento... E qualcosa mi dice che Union Jack si rivelerà solo il primo caso...

Ad ogni modo sarà molto interessante verificare cosa succederà se questo gioco si trasformerà in una serie animata regolare (cosa quantomai probabile), o magari in un film di animazione... O addirittura in una serie a fumetti tutta sua... Chi può dirlo?

Sia come sia questo è un altro esempio di come le tematiche LGBT, presentate con naturalezza e disinvoltura, stiano iniziando ad essere davvero all'ordine del giorno nell'entertainment dedicato alle nuove generazioni... Che evidentemente apprezzano...

La speranza è che prima o poi qualcuno se ne accorga anche in Italia...

Alla prossima.

DISNEY PRIDE...

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Ciao a tutti, come va?

La segnalazione da cui parte il post di oggi non è esattamente una novità, ma a quanto pare il "caso! di cui vado a parlarvi è tornato d'attualità proprio in questi giorni... Su molti siti in lingua inglese e persino su qualche sito italiano... E forse se questo ritorno di viralità si è verificato proprio a giugno, che è il mese delle parate del Gay Pride, un motivo c'è...

Infatti mi riferisco alla storia di Richard Schaefer, un ventunenne californiano (ma di origine messicana) che da qualche hanno a questa parte ha deciso di trasformare la sua passione per il mondo Disney e i suoi lineamenti androgini (per cui a scuola era preso regolarmente di mira, anche perchè la sua obesità aggravava la situazione) nel suo punto di forza...

E come a fatto, vi chiederete voi? Molto semplice: diventando un cosplayer specializzato in principesse Disney... E non in senso ironico, ma proprio nel senso più professionale possibile...
Ora nel suo guardaroba cosplay ci sono una trentina di parrucche e una quarantina di abiti, in buona parte realizzati direttamente da lui... E dopo una sessione di trucco più o meno lunga lui diventa così...




Un risultato decisamente interessante, che porta anche a tutta una serie di benefici secondari... Se non altro dal punto di vista prettamente fotografico...






Ordunque... Questa storia, apparentemente un po' banale, secondo me è abbastanza emblematica del periodo di transizione in cui stiamo vivendo... Da una parte abbiamo un ex bambino obeso e dai lineamenti delicati, che ha avuto la sua rivincita indossando i panni delle principesse Disney e facendo parlare di sè in tutto il mondo (il suo seguitissimo Instagram lo trovate CLICCANDO QUI)...

Dall'altro abbiamo dei media (anche di primo piano, come COSMOPOLITAN e il DAILYMAIL) che non solo ne parlano, ma ne parlano in maniera entusiastica... Anche se di fatto - perlomeno in questo caso - il confine fra cosplayer e drag queen è davvero molto labile...



E nessuno sta avendo da ridire sul fatto che  Richard Schaefer potrebbe creare confusione nei bambini, che potrebbe essere di cattivo esempio o altre cose del genere... Quindi diciamo pure che il caso di Richard Schaefer è abbastanza rappresentativo di come la mentalità del grande pubblico stia cambiando, e di come l'immaginario pop disneyano non offra più solo spunto per chi vuole fare della facile ironia, ma anche per chi vuole "giocarci" in maniera "seria"... Esternando le proprie passioni e il proprio modo di essere...

E questo clima "accogliente" non rappresenta nemmeno un caso isolato... Visto che nessuno ha avuto da ridire nemmeno sulle opere "disneyane" (e palesemente omoerotiche) di Darren Bell e Chris Lewis, che vedete qui sotto...











O sui ritratti iperrealistici ed estremamente sexy del giovane artista finlandese (ma trapiantato in UK) Jirka Vinse Jonatan Väätäinen (lo vedete nella foto sotto, e il suo sito lo trovate CLICCANDO QUI)...

Ovviamente ha realizzato anche ritratti iperrealistici delle principesse Disney, ma i suoi principi diciamo che sono molto più... Come dire... Coinvolgenti...












E allo stesso modo si può dire che il bravo illustratore israeliano David Kawena (ne ho parlato anche QUI), negli ultimi anni, abbia deciso che sia arrivaro il momento di esternare ufficialmente il suo modo di essere attraverso il suo stile simil disneyano... Infatti dopo la sua famossisima serie di pin-up di principi Disney poco vestiti si è lanciato in una serie di progetti più personali... Con cui prova a dimostrare come potrebbe essere un immaginario Disney in cui gli ammiccamenti omoerotici sono stati del tutto sdoganati... Ad esempio con la sua serie di t-shirt sui "sirenetti"...




E con il suo splendido calendario "animalista" 2016...











O ancora con i suoi personalissimi omaggi all'approvazione dei matrimoni gay negli USA...

Per non parlare di tutti gli altri suoi progetti in divenire (e che meriterebbero TUTTI di essere sviluppati)...







A partire dalla sua rivisitazione steampunk gay friendly della Piccola Fiammiferaia...






Che, in parte, è stata ripresa per realizzare un musical che ha debuttato in Francia l'anno scorso, ovviamente con la locandina e i costumi di David Kawena...


Dimostrando una volta di più che le manifestazioni più importanti non sono quelle che arrivano una volta all'anno, magari sulla scia di un corteo, ma quelle che si portano avanti ogni volta che si sente la necessità di esprimere se stessi..

Alla prossima.
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